Commemorazione a Gubbio dell’80esimo anniversario dell’eccidio dei Quaranta Martiri, avvenuto il 22 giugno 1944. La cerimonia ha visto la partecipazione di un corteo istituzionale che, partendo da Piazza Quaranta Martiri, ha raggiunto il Mausoleo. Presenti il sindaco Filippo Mario Stirati, il Dottor Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte militare di appello di Roma, studenti delle scuole eugubine, sindaci della Fascia Appenninica, autorità civili e militari locali e rappresentanti delle associazioni. La commemorazione è culminata con l’inaugurazione del Roseto “Memoria Pace e Riconciliazione”.

La Messa al Mausoleo è stata celebrata congiuntamente dal Vescovo di Gubbio, Monsignor Luciano Paolucci Bedini, e dal Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo emerito di Perugia. Questo momento religioso ha rafforzato il senso di comunità e di condivisione del dolore per una tragedia che ha segnato profondamente la storia di Gubbio.

L’inaugurazione del Roseto “Memoria Pace e Riconciliazione”, creato in ricordo dell’eccidio è stato un momento di emozione per tutti i presenti. La presidente dell’Associazione Famiglie dei 40 Martiri, Laura Tomarelli, ha espresso la propria gratitudine, sottolineando l’importanza della partecipazione dei bambini al corteo. Questo gesto simbolico rappresenta la trasmissione della memoria alle nuove generazioni, affinché il sacrificio dei martiri non venga dimenticato.

Il Sindaco uscente Stirati ha ricordato l’impegno alla memoria dell’eccidio dei Quaranta Martiri

Il sindaco uscente Filippo Mario Stirati ha ricordato come queste giornate conclusive rappresentino un decennio di impegno per la memoria storica. Ha sottolineato l’importanza etica e civile di coltivare la memoria, definendo il ricordo dei martiri un dovere morale. Questo evento segna anche l’ultimo giorno di Stirati come sindaco.

Il Dottor Marco De Paolis ha posto l’accento sulla necessità di ricordare i martiri non solo come atto formale, ma come impegno concreto per difendere i valori umani e comunitari. Ha ribadito l’importanza di continuare a cercare i responsabili di crimini contro l’umanità, sottolineando come la memoria storica sia fondamentale per prevenire il ripetersi di certe atrocità.

Maurizio Zingales, sindaco di Mirto, città d’origine di uno dei martiri, Giovanni Zizolfi, ha ricordato il legame tra le due città. Il suo intervento ha evidenziato come la memoria dell’eccidio unisca comunità diverse, rafforzando i legami di amicizia e solidarietà.

Il Vescovo di Gubbio ha esortato le nuove generazioni a non perdere la speranza e a mantenere viva la memoria dei martiri. Il suo messaggio ha invitato alla riflessione sulla responsabilità collettiva di preservare i valori di pace e riconciliazione.

Il Cardinale Bassetti ha condiviso la sua personale esperienza di vita durante gli anni della guerra, esprimendo grande commozione nel partecipare alla commemorazione. Ha riflettuto sul mondo attuale, mettendo in guardia contro i pericoli che potrebbero renderlo peggiore del passato e sottolineando l’importanza di imparare dalle lezioni storiche.

Il roseto “Memoria Pace e Riconciliazione” rappresenta necessità di pace interiore

Il Roseto “Memoria Pace e Riconciliazione” è stato inaugurato con la piantumazione di rose bianche, simbolo di pace e speranza. Queste rose, ibridate dal padovano Davide della Libera, sono state create in occasione del centesimo anniversario della Grande Guerra e rappresentano un simbolo di unità e riconciliazione. Giuseppe Fofi ha spiegato che la rosa “peace in you” è un richiamo alla necessità di trovare la pace interiore per poter promuovere la pace esterna.

Gli scout hanno contribuito alla cerimonia, portando due luci simboliche da Sant’Ubaldo e dalla Vittorina al Mausoleo. Questo gesto rappresenta il passaggio della memoria storica alle nuove generazioni.

Il messaggio centrale della commemorazione è chiaro: ricordare è un dovere morale ed etico, un impegno per costruire un futuro di pace e riconciliazione. Gli interventi delle autorità e degli ospiti hanno ribadito l’importanza di continuare a lottare contro l’ingiustizia e di promuovere la conoscenza storica come strumento di prevenzione dei conflitti.

Questo evento ha dimostrato come il ricordo del passato possa guidare la costruzione di un futuro migliore, basato sulla consapevolezza storica e sull’impegno civile.