06 May, 2025 - 17:00

Lavori precari e stipendi bassi: ecco quanto guadagnano davvero i giovani umbri

Lavori precari e stipendi bassi: ecco quanto guadagnano davvero i giovani umbri

Secondo i dati Istat, nel 2022 la retribuzione media annua lorda di tutti i lavoratori umbri (inps) era di circa 20.222 euro, ossia oltre 2.600 euro in meno rispetto alla media italiana. Anche sul piano giovanile gli under 35 umbri risultano penalizzati.

Un’indagine dell’Agenzia Umbria Ricerche (AUR) mostra infatti che i giovani dipendenti umbri (settore privato, escluso l’agricoltura) guadagnano mediamente 14.478 euro all’anno, molto meno dei coetanei italiani. 

Giovani e lavoro in Umbria: chi sono e quanto guadagnano davvero

Nel 2022 i giovani umbri (under 35) occupati nel settore privato extra-agricolo sono quasi 70.000 persone, pari al 30,6% del totale dei dipendenti privati. Si tratta di una quota appena inferiore alla media nazionale e del Nord Italia. Tuttavia, la composizione qualitativa è sbilanciata verso le qualifiche meno elevate.

In Umbria i giovani lavoratori sono per il 57,8% operai (contro il 50,0% nel Nord) e solo per il 23,5% impiegati (37,0% Nord); gli apprendisti rappresentano il 18,4% degli under 35.

Anche i rapporti contrattuali mostrano precarietà: il 36,1% dei giovani umbri ha un contratto a termine (rispetto al 34,8% in Italia e 33,0% nel Nord) e il 35,6% lavora part-time (contro il 30% dei lavoratori più maturi).

Questi fattori – alta percentuale di operai/apprendisti, contratti a termine e par-time – descrivono un mercato del lavoro giovanile dominato dalla flessibilità contrattuale e dalla scarsa continuità.

  • Occupati <35 in Umbria: ~70.000 lavoratori (30,6% del totale privato)
  • Qualifiche: 57,8% operai, 23,5% impiegati, 18,4% apprendisti
  • Contratti: 36,1% a termine (vs 34,8% Italia), 35,6% part-time (vs 30% over34)

Stipendi giovanili umbri: fino a 3.000 euro in meno rispetto al Nord

Sul piano salariale, la forbice risulta ampia. La retribuzione media annua degli umbri under 35 è di soli 14.478 euro. Rispetto a questo valore, i giovani umbri guadagnano in media 1.138 euro in meno rispetto alla media italiana e 3.214 euro in meno rispetto alle regioni del Nord. L’entità del divario corrisponde a uno scarto percentuale del –7,3% rispetto all’Italia e del –18,2% rispetto al Nord. A titolo di paragone, in Italia la retribuzione di ingresso al primo impiego per un laureato è di circa 30.500 euro annui: ciò evidenzia come i compensi italiani di per sé siano contenuti (si è agli ultimi posti in Europa), e ancor più bassi risultano quelli umbri.

Anche tra i giovani con contratti più stabili il divario persiste. La retribuzione media annua di un under-35 umbro con contratto a tempo indeterminato full-time è stata di 24.069 euro, ossia circa 3.852 euro in meno della media nazionale e 4.888 euro in meno del Nord.

  • Retribuzione media annua (giovani umbri): 14.478 € (‑7,3% Italia, ‑18,2% Nord)
  • Contratto full-time T.I. (giovani umbri): 24.069 € (‑3.852 € vs Italia, ‑4.888 € vs Nord)
  • Confronto italiano: neo-laureati entrano con ~30.500 €

Contratti precari, part-time e apprendistato: i numeri dietro i bassi salari

Diversi fattori di sistema spiegano questo gap. In primo luogo, la continuità lavorativa dei giovani umbri è minore: la frequenza di contratti a termine e la mobilità alta portano a meno giornate effettivamente lavorate all’anno (in media 213 giorni per gli under 35 umbri contro 264 per gli over 34). Con meno continuità e contratti più penalizzanti, la loro anzianità contributiva e il potere contrattuale rimangono bassi, comprimendo la retribuzione. Come osserva l’AUR, “la minore continuità lavorativa, contratti più penalizzanti, il livellamento verso il basso delle qualifiche, una storia professionale più breve incidono sui livelli retributivi”.

  • Contratti precari: 36,1% a termine, 35,6% part-time
  • Qualifiche basse: 76,2% degli under 35 umbri sono operai o apprendisti
  • Poche opportunità di crescita interna

Perché i giovani umbri guadagnano meno: 5 cause strutturali del divario

  1. Struttura produttiva locale: dominata da micro e piccole imprese, poco innovative e con bassa produttività.
  2. Fuga dei talenti: i giovani più qualificati cercano lavoro altrove, spesso all’estero.
  3. Debole contrattazione: imprese piccole = meno tutele sindacali e minore capacità negoziale.
  4. Anzianità contributiva bassa: entrano tardi e in modo frammentario nel mondo del lavoro.
  5. Squilibrio tra offerta e domanda di competenze: i profili formati spesso non trovano riscontro nel tessuto produttivo regionale.

Il fenomeno delle dimissioni under 35: fuga dal tempo indeterminato

Tra i giovani umbri è in crescita la tendenza alle dimissioni volontarie dai contratti a tempo indeterminato. Nel 2022 quasi 77 giovani su 100 hanno lasciato un lavoro stabile, quota salita all’80% nel 2023. Alcuni esperti leggono questo trend attraverso il filtro culturale del modello “YOLO” (“You Only Live Once”): molti giovani preferiscono cambiare, rischiare o reinventarsi piuttosto che rimanere in lavori poco gratificanti, anche se stabili.

Disoccupazione giovanile in calo, ma il divario territoriale resta

Nonostante tutto, qualche dato incoraggiante emerge. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) in Umbria è sceso al 12,4% nel 2024, inferiore alla media italiana del 14,7%. Anche la percentuale di NEET (giovani né occupati né in formazione) è del 10,1%, ben al di sotto del 15,2% nazionale. Ma il divario tra province umbre rimane: nel 2022, ad esempio, la retribuzione media a Perugia era di 20.569 euro, contro i 18.732 euro di Terni. Differenze che inevitabilmente toccano anche i giovani lavoratori.

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Francesca Secci
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