27 Apr, 2025 - 12:09

Quando Perugia decideva i Papi: i conclavi umbri tra storia e potere

Quando Perugia decideva i Papi: i conclavi umbri tra storia e potere

Il 26 aprile 2025 resterà nella memoria con i funerali di Papa Francesco, ma il pensiero corre veloce al conclave imminente. Un passaggio che risveglia una pagina affascinante della storia umbra: i conclavi celebrati proprio a Perugia, quando la città non era solo un crocevia di mercanti e studiosi, ma il teatro delle più delicate elezioni pontificie.

Perugia, rifugio e palcoscenico del potere spirituale

Tra il Duecento e il Trecento, Perugia accolse ben cinque conclavi, un record che ancora oggi risuona tra i chiostri antichi. La morte di papi lontano da Roma e le tensioni politiche dell'epoca spinsero i cardinali a scegliere luoghi più sicuri per riunirsi. Le mura possenti, l'ospitalità delle canoniche e il fervore religioso fecero della città umbra un approdo naturale per la cristianità.

Nel chiostro della Cattedrale di San Lorenzo, una lapide ricorda con sobrietà le cinque elezioni avvenute tra il 1216 e il 1305. Qui si intrecciarono destini che avrebbero segnato i secoli successivi, mentre le strade cittadine diventavano inconsapevoli testimoni di decisioni che avrebbero cambiato la storia della Chiesa.

Il conclave del 1216: Onorio III e l’eco di Francesco

Nel luglio del 1216, alla morte di Innocenzo III, i cardinali si riunirono a Perugia senza esitazioni. Pochi giorni dopo, il romano Cencio Savelli venne eletto Papa Onorio III. In una città dove il messaggio francescano già fermentava, la sua elezione ebbe un sapore particolare. Sarà lui, infatti, a riconoscere ufficialmente l'Ordine dei Frati Minori con la bolla Solet annuere, favorendo una rivoluzione spirituale partita proprio dalle colline umbre.

L’inverno del 1264 e la lunga attesa di Clemente IV

Dopo la morte di Urbano IV a Deruta, i cardinali si ritrovarono nuovamente a Perugia. Quello che si aprì nell’autunno del 1264 fu uno dei conclavi più complessi dell'epoca. Per mesi, tra le navate fredde della Cattedrale di San Lorenzo, le trattative sembrarono interminabili. Soltanto nel febbraio del 1265 emerse il nome di Guido Foucois, che prese il nome di Clemente IV.

La città, abituata alla politica quanto alla fede, osservava silenziosa l’affannarsi dei porporati. Cronache locali raccontano di cardinali stanchi e provati, chiusi a chiave come previsto dalle nuove regole, per spingerli a raggiungere finalmente un accordo.

Elezione lampo nel 1285: l’ascesa di Onorio IV

Molto diverso fu l’andamento del conclave del 1285. Con la morte di Martino IV, i cardinali si riunirono rapidamente e, al primo scrutinio, scelsero il cardinale Giacomo Savelli come nuovo papa, che assunse il nome di Onorio IV. La decisione fulminea sorprese anche la cittadinanza, abituata a estenuanti attese. In una giornata di primavera ancora fresca, la città celebrò con discrezione l’elezione, mentre il nome di Perugia tornava a circolare tra le corti d’Europa.

Celestino V: il papa eremita

Il conclave del 1294 portò alla ribalta uno dei papi più singolari della storia: Pietro da Morrone. Eletto a Perugia come Celestino V, proveniva dagli eremi abruzzesi e accettò il pontificato con riluttanza. La sua elezione nacque da una forte esigenza di pace spirituale, che i cardinali, radunati ancora una volta in Umbria, interpretarono come risposta al clima teso del tempo.

La storia di Celestino V si consumò rapidamente: pochi mesi dopo abdicò spontaneamente, lasciando spazio a Bonifacio VIII. Ma l'eco della sua nomina in terra umbra si diffuse ovunque, come simbolo di un papato che cercava nuove strade.

Il lungo conclave del 1304-1305 e la fine di un’epoca

L’ultimo conclave umbro si svolse ancora a Perugia, dopo la morte di Benedetto XI. Per quasi un anno i cardinali si confrontarono tra sospetti e influenze francesi. Alla fine, la scelta cadde su Raymond de Got, che prese il nome di Clemente V.

La sua elezione segnò l’inizio della lunga permanenza papale ad Avignone. Perugia, che aveva accolto per decenni il cuore delle decisioni ecclesiastiche, vide con quell’evento allontanarsi il suo ruolo centrale.

Tracce di conclavi ancora vive nella città

Oggi, passeggiando per il centro storico di Perugia, si respira ancora il peso di quelle antiche elezioni. Dal Duomo ai palazzi comunali, ogni pietra racconta una stagione in cui l’Umbria era sotto i riflettori della cristianità. La lapide del chiostro della Cattedrale e le tombe dei papi ospitate nelle chiese cittadine sono testimoni discreti di quel tempo in cui, tra silenzi e votazioni segrete, Perugia decideva il futuro della Chiesa.

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Francesca Secci
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