L’analisi condotta da ItaliaOggi, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, propone una fotografia articolata della qualità della vita delle province italiane, giunta alla sua 25esima edizione. In questo panorama, Perugia e Terni si collocano nel gruppo delle città con una qualità della vita definita “accettabile.” Tale definizione emerge da una valutazione complessiva che pone entrambe le città umbre a metà classifica, lontane dai picchi positivi e dai risultati più critici.

Le due province mantengono una posizione stabile nel tempo: Perugia si conferma al 52esimo posto su 107 province, senza variazioni rispetto all’anno precedente, mentre Terni scende al 62esimo posto, perdendo quattro posizioni. Questa collocazione rispecchia una situazione in cui entrambe le città si trovano al di sotto delle prime fasce, riservate alle aree con indicatori più favorevoli.

Qualità della vita in Umbria, parametri di valutazione: affari, ambiente e sicurezza

Il rapporto si basa su nove categorie principali, ciascuna delle quali contribuisce a disegnare il profilo qualitativo delle province. Tra i parametri analizzati spiccano affari e lavoro, ambiente, istruzione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, turismo, e servizi alla popolazione.

Per quanto riguarda affari e lavoro, Perugia si colloca al 44esimo posto, mentre Terni segue al 61esimo, segnalando una discreta performance rispetto alla media nazionale. Questo risultato tiene conto di indicatori come il tasso di occupazione, il livello di disoccupazione e il bilancio tra imprese registrate e cessate. Un dato interessante emerge dal rapporto: “Più di 7 province su 10 hanno un punteggio che supera i 500 punti, e solo 20 sono considerate insufficienti.”

In materia di ambiente, Perugia ottiene il 36esimo posto, mentre Terni si colloca poco più in alto, al 34esimo posto. Entrambe si posizionano in una fascia intermedia, segnalando un equilibrio tra fattori positivi e criticità.

Sul fronte della sicurezza, le due province si trovano in una situazione meno favorevole. Perugia raggiunge l’82esimo posto, al limite delle province considerate sufficienti, mentre Terni si posiziona al 62esimo posto, segnalando una condizione relativamente migliore. Tuttavia, il rapporto rileva che “17 province risultano insufficienti nella categoria reati e sicurezza,” confermando che si tratta di un aspetto problematico a livello nazionale.

Istruzione e sanità: luci e ombre

Un punto di forza significativo per l’Umbria emerge nell’ambito dell’istruzione, dove Perugia si colloca all’undicesimo posto e Terni al 23esimo posto. Questo risultato riflette una capacità consolidata di offrire servizi educativi di qualità. I dati sull’istruzione si affiancano a quelli relativi alla sanità, in cui Terni si distingue raggiungendo il secondo posto tra le province italiane, mentre Perugia si attesta al 23esimo posto.

Reddito, popolazione e turismo: indicatori eterogenei

Sul fronte reddito e ricchezza, entrambe le province umbre rimangono in posizioni medie, con Perugia al 60esimo postoe Terni al 63esimo posto. Un aspetto che evidenzia una capacità di generare ricchezza non del tutto competitiva rispetto ad altre aree del paese.

Per quanto riguarda la popolazione, Perugia ottiene il 46esimo posto, mentre Terni scivola al 97esimo posto, segnando una netta differenza tra i due territori. In ambito turistico, le due città presentano risultati differenziati: Perugia raggiunge il 40esimo posto, segnalando una discreta attrattività per i visitatori, mentre Terni si ferma al 71esimo posto.

Un’Italia divisa tra nord e sud

L’analisi complessiva mette in evidenza una chiara divisione geografica: il nord continua a occupare stabilmente le prime posizioni, con Milano in testa, seguita da Bolzano, Monza, Bologna, Trento, Padova, Verona, Firenze, Pordenone e Parma. Al contrario, le province del sud si concentrano negli ultimi posti, con Catania, Taranto e Palermo tra le città meno performanti.

Il rapporto sottolinea anche un fatto inedito: per la prima volta Roma entra tra le province con una qualità della vita giudicata “buona,” posizionandosi al 24esimo posto grazie a un guadagno di otto posizioni rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il documento precisa che “i punteggi della capitale non sono paragonabili a quelli delle città della top ten.”

Secondo quanto riportato, “la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 62 province su 107,” un dato in lieve calo rispetto agli anni precedenti, quando si registravano 63 province nel 2023, 64 nel 2022 e 63 nel 2021. Questo risultato evidenzia una concentrazione di province con indicatori positivi principalmente nel nord, con alcune eccezioni nel centro Italia, tra cui l’Umbria, la Toscana, le Marche e il Lazio.