16 Nov, 2025 - 15:52

Qualità della vita 2025: Perugia recupera 12 posizioni e sale al 40° posto nella classifica nazionale

Qualità della vita 2025: Perugia recupera 12 posizioni e sale al 40° posto nella classifica nazionale

Perugia compie un balzo in avanti di 12 posizioni nella classifica nazionale della Qualità della vita 2025, raggiungendo il 40° posto su 107 province. È quanto rileva la nuova indagine di ItaliaOggi e Ital Communications, realizzata in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e giunta alla sua 27ª edizione. Il dato segna un progresso evidente rispetto al 52° posto registrato nel 2024 e riporta la provincia umbra nella parte medio-alta della graduatoria del benessere territoriale. Il risultato conferma una tendenza positiva registrata nell’ultimo biennio, pur con andamenti differenziati nei principali indicatori.

Le performance nei nove ambiti di valutazione

L’indagine restituisce una fotografia chiara, fatta di luci e ombre: a risultati incoraggianti in alcuni comparti si affiancano criticità strutturali che impongono una riflessione strategica e interventi mirati. Nel dettaglio:

  • Affari e lavoro: 43° posto (44° nel 2024) - quadro stabile, con marginali segnali di rafforzamento.

  • Ambiente: 38° posto (36° nel 2024) - lieve flessione, comunque in area medio-alta.

  • Reati e sicurezza: 64° posto (82° nel 2024) - miglioramento netto, trainato dalla riduzione dei reati denunciati.

  • Sicurezza sociale: 61° posto (101° nel 2024) - recupero importante sul fronte dei servizi e della coesione territoriale.

  • Istruzione e formazione: 10° posto (11° nel 2024) - settore di eccellenza confermato, con performance tra le migliori a livello nazionale.

  • Popolazione: 48° posto (46° nel 2024) - oscillazione minima e quadro demografico sostanzialmente invariato.

  • Sistema salute: 35° posto (23° nel 2024) - arretramento sensibile, legato in parte alla pressione sulle strutture sanitarie.

  • Turismo: 39° posto (invariato) - stabilità nell’attrattività e nella capacità ricettiva.

  • Reddito e ricchezza: 64° posto (60° nel 2024) - lieve peggioramento del quadro economico.

Una provincia che corre, ma non ovunque allo stesso passo: migliora sul fronte della sicurezza e del welfare, consolida l’eccellenza nel comparto educativo e conferma la stabilità delle proprie performance ambientali e turistiche.

A pesare restano le criticità del sistema sanitario e la debole dinamica dei redditi, fattori che continuano a limitare la piena competitività del territorio.

Lettura dei dati: tra punti di forza e nodi strutturali

Il netto avanzamento registrato nei settori della sicurezza e della coesione sociale rappresenta uno dei segnali più rilevanti dell’edizione 2025. Il recupero di 18 posizioni nella macro-area dei reati e il balzo di 40 posti nella sicurezza sociale indicano, secondo i curatori dello studio, un miglioramento tangibile dell’efficacia dei servizi territoriali e un rafforzamento della percezione di tutela da parte della popolazione.

Di particolare rilievo anche l'eccellente performance del sistema formativo: Perugia si conferma stabilmente nella fascia alta della classifica e conquista il 10° posto nazionale, a testimonianza della solidità di un ecosistema scolastico e universitario che continua a rappresentare uno dei principali vettori di competitività e qualità della vita del territorio.

Di segno opposto i risultati registrati nel comparto sanitario, che arretra dal 23° al 35° posto, evidenziando criticità nella capacità di risposta del sistema, nei livelli di organizzazione e nell’accessibilità ai servizi essenziali. Un andamento che si inserisce in un contesto nazionale caratterizzato da marcate disomogeneità territoriali e da crescenti pressioni strutturali sul servizio pubblico. A questo si aggiunge la flessione nell’area reddito e ricchezza - dal 60° al 64° posto - indicativa di una maggiore pressione economica sulle famiglie e di un rallentamento della dinamica economico-produttiva locale.

La posizione di Perugia nel quadro nazionale

In vetta alla classifica si conferma Milano, che mantiene la prima posizione grazie alle elevate performance in:

  • dotazione di servizi

  • disponibilità di reddito

  • gestione delle infrastrutture

  • vitalità del tessuto produttivo

Seguono Bolzano e Bologna, stabilmente ai vertici da anni.

Nella parte bassa della graduatoria, la coda resta invariata: Caltanissetta chiude al 107° posto, preceduta da Crotone (106°) e Reggio Calabria (105°). Province segnate da fragilità economiche, infrastrutturali e da una dotazione carente di servizi pubblici.

Prospettive e ricadute sul territorio

L’avanzamento di Perugia nella classifica nazionale rappresenta un chiaro segnale positivo per cittadini, istituzioni e operatori economici: i progressi conseguiti nei settori della sicurezza e dell’istruzione rafforzano l’attrattività del territorio e favoriscono l’insediamento di nuove risorse produttive e capitale umano. Contestualmente, i dati dello studio evidenziano la necessità di interventi mirati e urgenti, indispensabili per tradurre il miglioramento statistico in una crescita strutturale e duratura della provincia.

Le priorità individuate sono, in sintesi:

  • Modernizzazione dei servizi sanitari: potenziare la capacità di risposta ospedaliera e territoriale, ridurre i tempi di attesa e rafforzare i servizi di prossimità.

  • Potenziamento del reddito medio: misure per sostenere il mercato del lavoro, promuovere l’innovazione nelle imprese locali e incentivare politiche di crescita salariale.

  • Consolidamento delle infrastrutture: interventi su reti viarie, manutenzione urbana e digitalizzazione dei servizi per aumentare la resilienza e l’efficienza territoriale.

  • Politiche integrate per ambiente e turismo: strategie sostenibili che connettano tutela del patrimonio, gestione delle risorse naturali e sviluppo di un’offerta turistica di qualità.

Secondo gli esperti che hanno collaborato allo studio, “un miglioramento stabile della qualità della vita richiede continuità nelle politiche, investimenti programmati e una governance territoriale capace di rispondere con rapidità ai mutamenti sociali ed economici”. Per tradurre i progressi in risultati duraturi serviranno dunque programmazione pluriennale, coordinamento istituzionale e un mix di risorse pubbliche e private calibrate sulle priorità emerse dalla ricerca.

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Francesco Mastrodicasa
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