Interessante scoop quello pubblicato ieri sul Corriere dell’Umbria circa la qualità dei mattoni usati per la ripavimentazione di Piazza Grande a Gubbio la cui inaugurazione è attesa per il prossimo 28 aprile. Il collega Euro Grilli ha sottoposto uno dei mattoni usati per il nuovo allestimento della piazza a una disamina tecnica da parte di un geologo professionista che per il momento preferisce mantenere l’anonimato.
In una nota tecnica rilasciata al Corriere dell’Umbria, lo specialista ha preso in esame due mattoni spezzati per esigenze di lavorazione, fotografando la sezione trasversale di ognuno. Nella nota stessa si legge che “un cittadino che si trovava a passare per Piazza Grande ha raccolto i frammenti di mattoni al margine del cantiere lungo la recinzione. Erano due mattoni spezzati per esigenze di lavorazione ed è stata fotografata la loro sezione trasversale e poi sono stati rimessi dove sono stati trovati”.
Il geologo dichiara poi che: “Il primo mattone presenta una notevole porosità. I vacui maggiori sono in prossimità della parte sinistra e destra ed hanno dimensioni di molti millimetri. Altri sono diffusi su tutto l’oggetto, sono millimetrici e prevalentemente di forma lenticolare; sono isorientati: nella parte alta subverticali, mentre nella zona in basso tendono a curvare per disporsi quasi orizzontalmente. In basso a sinistra è evidente un incluso chiaro (calcinello) legato ad impurezze calcaree nell’argilla. Si evidenzia anche una zonazione con diverse colorazioni concentriche, rispetto ad un nucleo centrale: una parte esterna di colore rosa, una giallognola intermedia ed una centrale di colore rosa pallido”.
L’eccessiva porosità indica la scarsa qualità dei mattoni
Il tecnico prosegue poi esaminando il secondo frammento che presenta “una notevole porosità con vacui lenticolari allungati verticalmente di dimensioni millimetrica a submillimetrica. A sinistra dei vacui di dimensioni maggiori. Nelle estremità alte e basse i pori tendono a flettere verso destra probabilmente a causa trascinamento del mattone durante le fasi della lavorazione. Presenta inoltre una zonazione evidenziata da tre parti colorate: una esterna rosa scuro, una intermedia giallina e una centrale rosata”.
“La presenza di porosità nel mattone – continua – va considerata come un difetto sotto molti punti di vista in quanto favorisce l’imbibizione del materiale da parte della pioggia. Questo fa sì che il manufatto risulti più vulnerabile alle escursioni termiche che possono dar luogo, con temperature inferiori allo zero, a fenomeni di gelifrazione. Inoltre, l’acqua presente nei pori può reagire con i minerali presenti nella pasta del mattone alterando e degradando le proprietà meccaniche”.
“Esiste anche una microporosità sulla superficie del mattone stesso – aggiunge il geologo – che ne influenza sia la resistenza all’abrasione, che la colorazione nel corso del tempo. Può dar luogo anche alle inflorescenze minerali sulla superficie. La presenza di calcinelli o calcinaroli, sono considerati dei difetti in quanto ne degradano le proprietà meccaniche. Questi inclusi sono costituiti da calce viva fortemente reattiva, che a contatto con l’acqua, tende ad espandersi. Essi si formano durante la cottura del mattone quando nell’argilla sono presenti frammenti di carbonato di calcio, che per cottura si trasforma in ossido di calcio (calce viva). Le zonazioni di colore visibili sui mattoni evidenziano una cottura con formazione di fasi minerali diverse. Un mattone cotto in maniera omogenea non dovrebbe avere queste zonazioni di colore”.
Necessario uno stress test sul materiale utilizzato per la ripavimentazione
Prima della messa in opera della pavimentazione, immaginiamo cha sia stata eseguito un accurato controllo da parte degli Uffici Comunali, unitamente a uno stress-test realizzato da un laboratorio certificato secondo la normativa internazionale ed europea al fine di verificare il rispetto di specifiche tecniche ben precise.
A conclusione dell’articolo, il collega del Corriere dell’Umbria propone sei domande “alle quali un cittadino comune vorrebbe avere delle risposte: questa porosità nei mattoni è normale? La presenza di calcinelli è tollerabile? La resistenza è inficiata dall’assorbimento dell’acqua? A che cosa sono dovute le zonazioni di colore? Il colore della superficie subirà variazioni nel corso del tempo? Che durata hanno nel tempo?”
Afferma inoltre di formulare domande legittime e senza secondi fini “solo per capire, per essere informati, con la certezza che chi di dovere produrrà documenti che attestano l’assoluta qualità dei mattoni usati e la perfetta osservanza di quanto prescrivono le normative con standard ben noti e con la speranza che ogni risposta cancelli in maniera indelebile qualsiasi dubbio, perplessità o malignità”.
Aspettiamo anche noi una risposta e ci proponiamo di ritornare presto sull’argomento con notizie ancor più approfondite e magari anche con una risposta definitiva da parte degli organi tecnici di controllo.