Dopo l’allarme lanciato da Coldiretti, la consigliera regionale Manuela Puletti (Lega) interviene sulla questione delle tariffe per l’utilizzo delle acque dell’invaso di Montedoglio, situato in provincia di Arezzo, al confine tra Umbria e Toscana. Una situazione che da anni penalizza gli agricoltori della zona dell’Altotevere a cui vengono applicati prezzi superiori rispetto agli agricoltori della vicina Toscana.
Proprio ieri Coldiretti ha denunciato come la coltivazione tabacchicola, eccellenza regionale, sia stata fortemente danneggiata. Gli avversi eventi meteorologici di questi giorni hanno colpito duramente le piante a San Giustino, nel delicato momento dell’accrescimento. A pesare ulteriormente sugli agricoltori ci sono gli elevati costi relativi alla fruizione dell’acqua proveniente dal lago di Montedoglio. Una vicenda annosa sulla quale anche le istituzioni sono chiamate a intervenire.
Puletti su invaso Montedoglio: “Serve equiparare la tariffa”
La vicenda si trascina da tempo e Puletti ora chiede che la mozione presentata a novembre 2023 venga accolta. “L’assessore accolga le legittime richieste degli agricoltori dell’Altotevere e dia applicazione alla mozione della Lega, da me presentata come prima firmataria insieme ai colleghi Mancini e Castellari e votata all’unanimità, in cui si chiede una equiparazione della tariffa tra Umbria e Toscana per l’uso dell’acqua dell’invaso di Montedoglio” si legge in una sua nota.
La consigliera leghista sottolinea come “alla fine dello scorso novembre l’Assemblea legislativa abbia dato con voto unanime un chiaro indirizzo alla Giunta, votando la mozione che impegna ad armonizzare le tariffe applicate agli utenti umbri fruitori delle risorse idriche accumulate nell’invaso della diga di Montedoglio“.
Puletti chiede l’apertura di un tavolo di confronto sulla tariffa
Gli agricoltori umbri si vedono infatti applicare una tariffa superiore di quasi dieci centesimi al metro cubo: una scelta che grava pesantemente sulla sostenibilità delle aziende agricole dell’Altotevere. “Continuo a ribadire – prosegue Puletti – come fatto in ogni sede, che non ci possono essere agricoltori di serie A e di serie B: gli umbri ricevono lo stesso servizio, la stessa acqua dall’invaso di Montedoglio rispetto alla Toscana, ma lo pagano quasi 10 centesimi al metro cubo in più“.
Un incremento, determinato da molteplici fattori, su cui Puletti chiede una revisione. “Sono consapevole che ci sono diverse variabili che hanno portato ad una diversa tariffazione, ma a maggior ragione è necessario avviare un tavolo di confronto per arrivare ad una risoluzione positiva e condivisa. Ho insistito perché tale equiparazione tra Umbria e Toscana delle tariffe per l’uso delle risorse idriche dell’invaso di Montedoglio fosse inserita nella proposta risoluzione, espressione degli agricoltori in protesta, votata sempre dal Consiglio regionale lo scorso marzo“.
“L’Assemblea legislativa, tramite la Lega, ha messo in campo ogni strumentazione possibile affinché questa disarmonia tra Regioni venga recepita e affrontata. Spetta ora all’assessorato che all’epoca votò la mozione da me presentata, ad Afor (l’Agenzia forestale regionale ndr) ed Eaut (l’Ente Acque Umbre-Toscane ndr) aprire un tavolo con gli agricoltori e le associazioni di categoria perché non è possibile che la stessa acqua venga pagata in misure completamente diverse al di qua e al di là del confine regionale. Acqua che tra l’altro è un bene comune e che in periodi dell’anno come questo risulta scarsa per le esigenze dell’agricoltura“.
Già a novembre: “Una battaglia di buonsenso”
La mozione a cui fa riferimento Puletti era stata approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa dell’Umbria, ribadendo l’impegno per armonizzare le tariffe applicate agli utenti umbri che utilizzano le acque della diga di Montedoglio. Puletti l’aveva chiamata “una battaglia di buonsenso” e già allora, insieme ai colleghi Castellari e Mancini auspicava l’avvio di un tavolo tecnico coinvolgendo Afor, associazioni di categoria e Comuni interessati. “Perché è inammissibile – aveva rimarcato – che utilizzando la stessa acqua dell’invaso per l’irrigazione in Toscana si paghino 15 centesimi al metro cubo e in Umbria 23 centesimi“.
Un problema che richiederà tempi opportuni per trovare una risoluzione anche perché, come aveva fatto notare la stessa Puletti, numerose sono le cause che determinano costi più elevati per l’Umbria quali “un sistema di rete irriguo obsoleto, l’inserimento di un canone annuo che gli agricoltori devono pagare per usufruire del servizio ed anche una geografia morfologicamente diversa del territorio umbro molto più collinare rispetto alla più lineare Toscana“.