Perugia si mette in prima linea per affrontare l'emergenza dei disturbi alimentari, una crisi sanitaria che colpisce soprattutto i giovani e che, negli ultimi anni, ha registrato un preoccupante incremento. Lo annuncia Lorenzo Mazzanti, consigliere comunale di "Pensa Perugia'', con una proposta dettagliata volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e migliorare il sistema di prevenzione e cura.
"I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una delle sfide più urgenti per la salute pubblica, con un aumento significativo dei casi soprattutto tra i giovani'', dichiara Mazzanti in una nota. La proposta, depositata insieme ai gruppi consiliari "Pensa Perugia'' e "Anima Perugia'', punta a mettere in campo una serie di azioni concrete per fronteggiare questa emergenza.
I dati sui disturbi alimentari in Italia evidenziano una situazione allarmante: 3 milioni di persone ne sono affette, con una schiacciante maggioranza di donne (90%). Tra i giovani, il 59% dei casi si verifica tra i 13 e i 25 anni, mentre il 6% interessa bambini sotto i 12 anni. L’Umbria stessa registra cifre preoccupanti, nella regione sono infatti circa 22.000 gli individui colpiti, di cui il 30% ha meno di 14 anni.
L’impatto della pandemia per quanto riguarda i DCA ha peggiorato ulteriormente lo scenario, con un aumento del 30% dei nuovi casi e una crescita del 50% nelle richieste di assistenza medica. Anoressia, bulimia e binge eating disorder sono le diagnosi più frequenti, spesso accompagnate da gravi complicazioni fisiche e psicologiche. Si tratta infatti della seconda causa di morte tra gli adolescenti, sottolinea Mazzanti, il quale definisce il fenomeno una vera "epidemia sociale''.
La proposta di Mazzanti e dei gruppi consiliari "Pensa Perugia'' e "Anima Perugia'' si articola su tre direttrici principali che delineano un piano strutturato e mirato per affrontare l’emergenza dei disturbi alimentari:
Campagne di comunicazione a livello locale e sui social media saranno lanciate per aumentare la consapevolezza sul problema. Il numero verde nazionale "SOS disturbi alimentari'' (800 180 969) verrà promosso per facilitare l’accesso a supporto immediato.
Un censimento delle strutture esistenti nell'area di Perugia permetterà di creare una mappa aggiornata dei servizi disponibili, come ambulatori, day hospital e centri di riabilitazione. Questo consentirà di ottimizzare l’accesso alle cure e migliorare la qualità dell’assistenza.
Un focus particolare verrà posto sulla formazione dei medici di base e dei pediatri, primi interlocutori dei pazienti, per favorire diagnosi precoci e indirizzamenti efficaci verso specialisti.
"I disturbi alimentari non sono solo una questione individuale, ma un fenomeno che colpisce famiglie e comunità intere. La loro natura complessa richiede un approccio multidisciplinare e un impegno condiviso da parte di tutti: istituzioni, società civile, scuole e famiglie'', dichiara Mazzanti nella nota. Tra le principali cause spiccano la pressione sociale legata agli ideali di bellezza irraggiungibili e il body shaming: fenomeni che alimentano ansia, depressione e insicurezze nei giovani.
Perugia pertanto punta a coinvolgere scuole, famiglie e istituzioni in un percorso educativo che favorisca l’accettazione di sé e l’adozione di abitudini alimentari sane. "La difficoltà di accettare il proprio corpo, unita a pressioni sociali e a comportamenti denigratori, è spesso all’origine di stati depressivi, ansia e disordini alimentari'', afferma ancora il consigliere. Ciò su cui si deve intervenire, secondo i promotori dell'odg al Consiglio Comunale di Perugia, sono i fattori socioculturali per prevenire la diffusione di questi disturbi alimentari.
La proposta avanzata dai gruppi consiliari "Pensa Perugia'' e "Anima Perugia'' sottolinea infatti la necessità di un impegno collettivo per affrontare la crisi. "Non possiamo permettere che tanti giovani continuino a soffrire nel silenzio. La nostra comunità deve fare la propria parte, offrendo ascolto, sostegno e risorse adeguate'', dichiarano i rappresentanti dei gruppi.
L’obiettivo finale è quello di trasformare Perugia in un modello di riferimento nazionale. Come? Unendo prevenzione, sensibilizzazione e assistenza concreta. Interventi tempestivi e di qualità potrebbero non solo salvare vite, ma anche prevenire la cronicizzazione di patologie che altrimenti condizionerebbero intere esistenze.