In un clima di crescente polemica, l’amministrazione comunale di Gubbio ha voluto fare chiarezza in merito alla mancata inclusione della città nel Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’ottocentenario della morte di San Francesco d’Assisi. Il tema, che ha suscitato forti reazioni sia a livello locale sia regionale, trova spiegazioni ufficiali che evidenziano come la decisione derivi da un quadro istituzionale preesistente, e non da una volontà deliberata di escludere Gubbio.
Secondo quanto comunicato dai rappresentanti comunali, la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha dovuto prendere atto della mozione presentata dal consigliere regionale Nilo Arcudi, proposta per riammettere Gubbio nel Comitato. Pur riconoscendo il valore storico e spirituale della città e il suo profondo legame con San Francesco, la mozione non è stata accolta, con un voto di 12 favorevoli a 6 contrari. I sindaco e gli amministratori hanno espresso gratitudine per l’iniziativa di Arcudi, sottolineando tuttavia che la decisione finale riflette un contesto istituzionale ben definito.
L’amministrazione di Gubbio ha chiarito che il Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’ottocentenario è stato istituito in un periodo precedente all’insediamento dell’attuale amministrazione comunale. La Legge n. 140 del 31 agosto 2022 ha infatti previsto la designazione dei membri del Comitato, scelta effettuata direttamente dal Governo. In questo modo, l’amministrazione attuale non ha avuto alcuna possibilità di incidere sul processo decisionale che ha portato alla composizione del Comitato, e dunque non può essere ritenuta responsabile dell’esclusione di Gubbio.
Nonostante ciò, la Presidente Proietti ha espresso il proprio riconoscimento per il valore di Gubbio, sottolineando la profonda connessione della città con la figura di San Francesco. Tuttavia, la necessità di includere altre città umbre, per creare un percorso integrato e condiviso, ha condotto a una decisione che, sebbene difficile da accettare per molti, riflette la logica di un ampliamento che avrebbe richiesto risorse notevoli. In altre parole, non era possibile includere tutti i Comuni umbri, e la scelta è ricaduta su Assisi, simbolo indiscusso del francescanesimo.
Nonostante il rigetto della mozione, le istituzioni non hanno voluto considerare Gubbio esclusa dalla celebrazione dell’ottocentenario. Al contrario, la Presidente Proietti ha manifestato la volontà di coinvolgere direttamente il sindaco di Gubbio nelle future iniziative e nella programmazione degli eventi relativi al centenario. In un clima di dialogo costruttivo, è stato sottolineato che il progetto espositivo “Francesco e Frate Lupo” e le altre attività culturali in corso a Gubbio rappresentano strumenti importanti per onorare il legame storico con San Francesco.
Il messaggio è chiaro: pur non essendo inclusa nel Comitato nazionale, Gubbio continuerà a essere protagonista delle celebrazioni francescane. L’amministrazione comunale, con impegno e trasparenza, intende lavorare in stretta collaborazione con la Regione per garantire che la città abbia un ruolo centrale negli eventi futuri. Le richieste in corso, che includono il potenziamento dei collegamenti pubblici tra Gubbio, Perugia e Assisi, nonché il miglioramento dei servizi di accoglienza e dei presidi sanitari, testimoniano la volontà di rafforzare l’infrastruttura territoriale e di valorizzare il patrimonio storico-culturale.
Gubbio ha sempre avuto un ruolo importante nella storia legata a San Francesco. Pur non essendo la città in cui il Santo ha vissuto la sua vita più intensa – ruolo che appartiene ad Assisi – Gubbio ha comunque contribuito a plasmare il patrimonio culturale e spirituale del francescanesimo. La sua esclusione dal Comitato nazionale, pertanto, non deve sminuire il suo fondamentale contributo alla memoria storica. Il sindaco e gli amministratori hanno voluto sottolineare che il legame di Gubbio con San Francesco è profondo e inconfondibile, e che la città continuerà a promuovere e a celebrare questa eredità attraverso iniziative locali che, seppur autonome, integreranno il grande mosaico delle celebrazioni nazionali.
La decisione di escludere Gubbio dal Comitato ha sollevato numerose critiche tra i cittadini e gli operatori culturali. Molti ritengono che un approccio più inclusivo avrebbe potuto valorizzare l’intera regione, creando un percorso integrato che unisse tutte le città umbre con un legame con San Francesco. La critica principale riguarda il criterio di selezione che, limitando la partecipazione a un solo Comune, rischia di impoverire la narrazione storica e culturale del francescanesimo, trascurando la ricchezza e la diversità delle realtà umbre.
Per molti, l’esclusione di Gubbio rappresenta una scelta ingiusta e poco equa, che non tiene conto della storia e dell’importanza culturale della città. Le proposte di riforma avanzate includono la possibilità di ampliare il comitato per coinvolgere più Comuni, creando così una rete regionale che rispecchi la pluralità del territorio e che permetta a ogni realtà di contribuire alla celebrazione dell’ottocentenario. Questo modello, secondo i critici, non solo arricchirebbe il dibattito culturale, ma potrebbe anche contribuire a una distribuzione più equa delle risorse e a una maggiore partecipazione degli enti locali nella definizione delle celebrazioni.
Nonostante il rigetto della mozione, l’amministrazione comunale di Gubbio ha dichiarato di non considerare questo episodio come una sconfitta, ma come un punto di partenza per ulteriori dialoghi con la Regione Umbria. La volontà di Gubbio di essere parte attiva delle celebrazioni per l’ottocentenario di San Francesco d’Assisi è chiara e tangibile, e il sindaco ha espresso l’impegno di continuare a lavorare per far sì che la città possa avere un ruolo centrale negli eventi futuri.
Il messaggio finale dell’amministrazione è un invito a non lasciare che la scelta del Comitato Nazionale oscuri l’importanza storica di Gubbio. Al contrario, l’obiettivo è quello di rafforzare le iniziative locali e di collaborare con la Regione per creare un calendario di eventi che integri il contributo di tutte le città umbre. Un approccio inclusivo e partecipativo potrebbe, infatti, trasformare questa esclusione apparente in un’opportunità per ridefinire il concetto di celebrazione nazionale, valorizzando la pluralità delle esperienze e dei patrimoni regionali.