L’Assemblea legislativa umbra ha recentemente respinto la mozione promossa dal consigliere regionale Nilo Arcudi, presidente di Umbria Civica, che chiedeva l’inclusione della Città di Gubbio nei festeggiamenti per l’Ottocentenario della morte di San Francesco d’Assisi. Con 12 voti a favore e 6 contrari, la proposta, che mirava a far riconoscere a Gubbio il ruolo storico e spirituale legato al Santo, ha sollevato non poche polemiche e critiche, tanto all’interno del mondo politico quanto tra i cittadini e gli operatori culturali del territorio.
La mozione, come illustrato da Nilo Arcudi, intendeva impegnare la Giunta regionale a promuovere e sostenere l’inclusione di Gubbio nei festeggiamenti per l’Ottocentenario di San Francesco d’Assisi. In particolare, l’idea era di supportare il progetto espositivo Francesco e Frate Lupo, una manifestazione che avrebbe messo in luce le varie interpretazioni dell’episodio leggendario che vede il Santo e il lupo, attraverso opere d’arte provenienti da tutto il mondo, realizzate in diversi secoli. La proposta prevedeva anche il coordinamento tra il Comune di Gubbio, le istituzioni culturali e le realtà associative locali, la destinazione di risorse specifiche per progetti culturali, turistici e spirituali, e la promozione di un percorso integrato che coinvolgesse tutte le città umbre con un legame con San Francesco.
Nilo Arcudi aveva enfatizzato l’importanza di non limitarsi a celebrare il centenario solo ad Assisi, ma di estendere il riconoscimento alle altre città umbre, compresa Gubbio, che ha un ricco patrimonio storico e culturale. L’idea era quella di far emergere un modello di collaborazione regionale, in cui ogni realtà potesse contribuire a una celebrazione condivisa e partecipata.
Tuttavia, la mozione è stata respinta dall’Assemblea legislativa umbra. La presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti, ha dichiarato che, sebbene esista la necessità che la comunità di Gubbio partecipi ai festeggiamenti per l’ottocentenario della morte, altre città – da Stroncone a Montefalco passando per il Trasimeno – hanno manifestato esigenze analoghe. Nel 2021 il Governo aveva stanziato oltre 4 milioni di euro per finanziare queste celebrazioni, e la legge in vigore menziona esplicitamente Assisi, lasciando altre realtà marginalmente coinvolte. Secondo Proietti, includere Gubbio avrebbe richiesto di estendere il comitato a tutte le città umbre, una scelta ritenuta impraticabile data la limitata disponibilità di fondi, come dimostrato dalla destinazione di 80 milioni di euro per il centenario francescano, cifra destinata in larga parte alla ex Fcu.
Questa decisione, seppur giustificata con argomentazioni di ordine finanziario e di equità territoriale, ha lasciato un senso di esclusione tra i cittadini di Gubbio e tra coloro che ritengono che la città, con il suo profondo legame storico e spirituale con San Francesco, meriti un ruolo di primo piano nei festeggiamenti.
Il rigetto della mozione ha sollevato numerosi interrogativi e critiche. In primis, la scelta di escludere Gubbio da un evento di portata nazionale solleva dubbi sul modo in cui vengono distribuiti i fondi e le opportunità culturali nella regione. Gubbio, pur non essendo Assisi, ha un’identità storica e culturale altrettanto ricca, e il suo legame con la figura di San Francesco non può essere considerato marginale. La decisione della Giunta regionale, infatti, sembra trascurare il fatto che il patrimonio e la tradizione eugubina costituiscano un tassello fondamentale nella narrazione storica dell’Italia.
Critici e operatori culturali hanno sottolineato come l’esclusione di Gubbio possa rappresentare un’ingiustizia nei confronti di una città che ha contribuito in modo significativo alla formazione della cultura francescana. La mozione di Nilo Arcudi, seppur respinta, aveva il merito di riportare l’attenzione sull’importanza di coinvolgere tutte le realtà umbre nei festeggiamenti, creando un percorso integrato e inclusivo che valorizzasse la diversità del territorio. Limitare i benefici a poche città rischia di creare una divisione che va contro il principio di un’Italia unita nel ricordo e nella celebrazione della propria storia.
Il tema dell’ottocentenario della morte di San Francesco d’Assisi è di fondamentale importanza per l’Italia, e la memoria storica deve essere preservata e trasmessa in maniera completa e onesta. Le celebrazioni non devono limitarsi a un singolo luogo, ma devono abbracciare tutte le città che hanno contribuito alla diffusione del messaggio del Santo. Gubbio, con il suo patrimonio storico, culturale e spirituale, rappresenta un elemento imprescindibile di questo mosaico. Escludere la città dal comitato per le celebrazioni significa non dare il giusto riconoscimento a un territorio che ha tanto da offrire, tanto in termini di storia quanto di capacità organizzativa e di promozione culturale.
L’argomentazione secondo cui non possono essere inclusi tutti i Comuni umbre, seppur comprensibile da un punto di vista gestionale, non dovrebbe però fare da scusa per escludere una realtà come quella di Gubbio. La cultura, la tradizione e la spiritualità non hanno confini rigidi, e la partecipazione di più città arricchirebbe il dibattito e le iniziative, creando sinergie che potrebbero tradursi in un evento ancora più grande e partecipato.
Ci soffermiamo poi a considerare un evento nella vita del Santo ben più documentato della vicenda del lupo che si può prestare a molteplici interpretazioni. Ci riferiamo alle nozze mistiche del Santo con Madonna Povertà che avvennero a Gubbio nella dimora del mercante Federico Spadalonga. Fu quello il momento nel quale Francesco intraprese il lungo cammino che lo portò ad essere il secondo Cristo.
Né a Stroncone né a Montefalco, ma a Gubbio avvenne questo evento fondamentale, Presidente Proietti.