I dipendenti della sede e del magazzino di Castiglione del Lago di Coop Centro Italia, spalleggiati dalle sigle sindacali Filcams Cgil Perugia e Uiltucs Uil Umbria, hanno dichiarato guerra all'immobilismo aziendale. Due ore di sciopero giovedì 20 febbraio, dalle 8.30 alle 10.30, con un presidio fuori dai cancelli della struttura.
L'azienda continua a fare orecchie da mercante sul piano industriale post fusione con Unicoop Tirreno. "Nonostante le nostre ripetute richieste – lamentano le organizzazioni sindacali –, l'azienda non ha ancora fornito il piano industriale relativo alla fusione". L'incertezza sul futuro pesa come un macigno, alimentando dubbi sulle sorti dei lavoratori e dell'economia locale.
Coop Centro Italia è un pilastro per l'occupazione umbra, e Castiglione del Lago ne è uno snodo strategico. Il trasferimento della sede legale e amministrativa in Toscana suona come un campanello d'allarme: il timore è che sia il primo passo verso un ridimensionamento della presenza sul territorio.
"La fusione per incorporazione – avvertono Filcams Cgil Perugia e Uiltucs Uil Umbria – sposta il cuore decisionale in provincia di Livorno, rischiando di svuotare di significato la cooperativa in Umbria". Il timore è quello di un effetto domino: meno investimenti, meno occupazione, meno peso nella dinamica economica della regione.
Nascerà Unicoop Etruria, con una riorganizzazione che accorperà le strutture amministrative e logistiche. L'azienda getta acqua sul fuoco assicurando che i siti di Castiglione del Lago e Vignale resteranno operativi, ma i sindacati restano guardinghi: vogliono certezze, non promesse vaghe.
L'azienda difende la propria posizione e sottolinea che il tavolo di confronto è aperto e attivo, con il coinvolgimento di tutte le rappresentanze sindacali nazionali e territoriali. Non solo: anche le Rsu e Rsa delle diverse unità organizzative, incluse quelle della controllata Superconti, sono parte della trattativa. Il prossimo incontro è fissato per il 26 febbraio.
I sindacati non abbassano la guardia e chiedono il sostegno delle istituzioni locali per scongiurare un progressivo indebolimento dell'azienda nella regione. La mobilitazione si annuncia determinata: l'appello va a tutte le forze politiche e sociali, perché questa battaglia riguarda non solo i lavoratori, ma l'intero tessuto economico umbro. "Consapevoli che Coop Centro Italia rappresenti un patrimonio di tutta la comunità, chiediamo il sostegno delle istituzioni e invitiamo al presidio tutte le forze politiche e sociali della regione".
Il consiglio regionale ha preso posizione, con l'assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti che minimizza i rischi: secondo lui, la fusione non equivale a una crisi aziendale, non ci sono richieste di ammortizzatori sociali e la situazione è sotto controllo attraverso un monitoraggio costante.
L'azienda continua a garantire che non ci saranno licenziamenti collettivi e che le strutture operative non subiranno drastici cambiamenti. Tuttavia, la partita è tutt'altro che chiusa. La trattativa è in corso, con il coinvolgimento di tutte le rappresentanze sindacali e dei delegati delle unità produttive.
I sindacati, intanto, restano vigili e pretendono impegni concreti. Gli occhi restano puntati su Coop Centro Italia e sul futuro della cooperativa, mentre le tensioni tra azienda e lavoratori non accennano a placarsi.
La fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia ha dato vita a Unicoop Etruria, una nuova cooperativa che opererà principalmente in Toscana, Umbria e Lazio. Questa unione mira a creare una realtà più competitiva e solida nel settore della distribuzione cooperativa.
Unicoop Tirreno, con una storia di 80 anni, contava circa 3.500 dipendenti e 510.000 soci, gestendo 98 supermercati in Toscana, Lazio e una piccola parte dell'Umbria. Coop Centro Italia, fondata nel 1997, aveva oltre 270.000 soci, 2.300 lavoratori e 76 punti vendita distribuiti in sette province tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. La fusione, approvata dai consigli di amministrazione delle due cooperative, è stata presentata ai soci e alle organizzazioni sindacali, con l'obiettivo di rafforzare la presenza della cooperazione di consumo nell'Italia centrale.