17 Oct, 2024 - 17:47

Saldo positivo per le imprese in Umbria, bene il turismo, commercio e manifattura al palo

Saldo positivo per le imprese in Umbria, bene il turismo, commercio e manifattura al palo

Il 2024 si rivela un anno dalle mille sfumature per il mondo delle imprese in Umbria. Da un lato, alcuni settori come i servizi e il turismo dimostrano di sapersi muovere con agilità, spingendo sull’acceleratore. Dall’altro, commercio e manifattura arrancano, intrappolati in una fase di immobilità che sembra non voler finire. Che il commercio in Umbria non stia vivendo un momento d'oro è sotto gli occhi di tutti: si vedano i negozi del centro di Terni per esempio, che cadono come soldati giorno dopo giorno.

L'artigianato vive una doppia anima: il comparto delle costruzioni sale in cattedra, mentre quello manifatturiero fatica a tenere il passo. Eppure, nonostante i venti contrari, le imprese artigiane mostrano una resistenza quasi testarda, restando aggrappate a quel filo di stabilità che non cede.

Saldo positivo per le nuove imprese: numeri che raccontano una resistenza

Tra luglio e settembre 2024, la fotografia scattata dal Registro delle imprese della Camera di commercio dell'Umbria racconta una storia di tenacia: 250 nuove attività si sono fatte spazio nel tessuto economico regionale. I dati di Movimprese, l'analisi trimestrale di Unioncamere e InfoCamere, parlano di 918 nuove iscrizioni contro 688 cessazioni. E mentre l’artigianato non sfodera numeri da capogiro, il suo contributo non passa inosservato: 33 nuove aziende artigiane, una differenza sottile tra 239 nuove aperture e 206 chiusure. In un contesto nazionale dove ogni numero è spesso simbolo di lotta, anche questa lieve crescita ha il sapore di un passo deciso e in avanti.

Se si guarda all'andamento congiunturale, ossia confrontando i dati con quelli del trimestre precedente, la crescita in Umbria è dello 0,25%, molto vicina al +0,26% della media nazionale. Non è un salto, ma piuttosto un piccolo scatto che lascia intravedere un certo dinamismo. La provincia di Perugia si conferma la più vivace, con un incremento dello 0,28%, mentre Terni segue con un più modesto +0,16%. Uno scenario che, a ben vedere, riflette la costante capacità del territorio di rimanere in equilibrio, anche quando le condizioni non sono evidentemente delle migliori.

Aziende attive: numeri che crescono lentamente, ma con costanza

Oltre alle imprese registrate, è interessante guardare a quelle che, nel concreto, restano operative. Nel terzo trimestre del 2024, le aziende realmente attive in Umbria sono 77.892, in aumento dello 0,3%. Anche in questo caso, Perugia fa meglio di Terni, con un +0,33% contro il +0,16%. Sono cifre che, pur senza clamore, indicano un tessuto imprenditoriale che, seppur a piccoli passi, continua a consolidarsi.

Analizzando i settori economici, la situazione si fa più sfumata. L'agricoltura segna un -0,15%, mentre la manifattura sembra bloccata in un letargo quasi impercettibile con un -0,02% registrato. Il commercio si muove, ma a passo lento e adagio, con un timido +0,06%. Eppure, c'è un settore che sembra non conoscere pause: le costruzioni, con un +0,38%, dimostrano di essere ancora un motore fondamentale per l’economia locale. A tenere il passo anche i servizi, soprattutto quelli legati al turismo e alle professioni, che riescono a mantenere la barra dritta nonostante le problematiche che caratterizzano anche questo mercato.

Società di capitale in crescita: segnale di una struttura più solida

Un dato interessante è l’incremento delle società di capitale, che nel terzo trimestre 2024 sono cresciute del +0,69%. Questo tipo di società, più strutturate e resistenti, suggerisce che l'imprenditoria umbra sta cercando di rafforzarsi, scegliendo modelli societari che garantiscono maggiori garanzie. Le società di persone e le ditte individuali, invece, restano sostanzialmente stabili, con variazioni minime: +0,06% e +0,09%, rispettivamente. Una fotografia che conferma come la regione si stia orientando verso una maggiore solidità strutturale, senza rinunciare però al carattere tradizionale delle sue imprese più piccole.

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Francesca Secci
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