20 Dec, 2024 - 22:36

Dialogo spezzato tra Eles di Todi e sindacati: lo smartworking diventa terreno di scontro

Dialogo spezzato tra Eles di Todi e sindacati: lo smartworking diventa terreno di scontro

Cosa succede quando l'innovazione tecnologica di un'azienda non si riflette nelle sue relazioni interne? Alla Eles di Todi, leader nella progettazione di dispositivi per semiconduttori, lo smartworking si è trasformato in una questione esplosiva. Il rinnovo dell'accordo sul lavoro agile, che sembrava cosa fatta, si è invece arenato in un clima di forte tensione tra la Direzione e i rappresentanti dei lavoratori.

La vicenda dello smartworking alla Eles non è solo una questione contrattuale, ma una fotografia delle relazioni industriali nel settore tecnologico. I lavoratori, che continuano a rivendicare l’accordo condiviso con i sindacati, si trovano a fare i conti con una Direzione che sembra preferire decisioni unilaterali. E il futuro del lavoro agile, in un’azienda che si dichiara innovativa, rimane appeso a un filo.

Eles, il terreno già accidentato della trattativa

Questa non è la prima volta che Eles e sindacati si trovano su fronti opposti. Già in estate, la decisione unilaterale dell’azienda di sospendere un precedente accordo e di cancellare i superminimi aveva creato scontento. I lavoratori, già esasperati dal mancato rispetto di impegni relativi a un nuovo accordo integrativo aziendale, si sono trovati di fronte a una nuova battaglia: difendere lo smartworking.

Smartworking dimezzato: la proposta che divide

La Direzione aveva inizialmente messo sul tavolo una drastica riduzione: dalle attuali 15 giornate di lavoro agile a solo 5. Dopo lunghe discussioni, FIOM CGIL e FIM CISL erano riusciti a strappare un compromesso che prevedeva 8 giornate di smartworking, accompagnate da un bonus di 200 euro per i dipendenti esclusi. Ma l’azienda, invece di aspettare il voto dell'assemblea dei lavoratori fissata per l'11 dicembre, ha improvvisamente abbandonato la trattativa.

Il colpo di scena: addio al dialogo collettivo

A sorpresa, la Direzione ha deciso di bypassare i sindacati e puntare su accordi individuali. Una mossa che ha spiazzato tutti, come sottolinea Nico Malossi della FIOM CGIL: Non si può definire un’azienda innovativa e poi negare ai propri lavoratori la possibilità di discutere collettivamente le loro necessità. Ridurre così tanto le giornate di smartworking significa ignorare le esigenze familiari e i costi che molti dipendenti devono sostenere per raggiungere il luogo di lavoro.

La protesta dei lavoratori Eles

Nonostante il dietrofront aziendale, i lavoratori non hanno rinunciato a far sentire la propria voce. L’assemblea si è svolta regolarmente, e i dipendenti hanno votato all’unanimità per sostenere la proposta mediata dai sindacati. Questo voto rappresenta un atto di resistenza e una richiesta di coerenza rivolta alla Direzione. Perché, si chiedono i lavoratori, non si può applicare quanto concordato? Cosa è cambiato in pochi giorni?

Eles, secondo chi protesta, si presenta come un’azienda all’avanguardia, capace di vantare successi economici e acquisizioni importanti nel mercato globale. Eppure, questa immagine potrebbe stridere con quelle che sono le dinamiche interne. Il lavoro agile, che dovrebbe rappresentare un modello di flessibilità, è stato trattato come un problema da ridurre al minimo, e i lavoratori dicono che sono state ignorate le implicazioni per chi deve destreggiarsi tra famiglia, lavoro e distanze.

Numeri che raccontano lo smartworking

Nel 2024, circa il 73% dei lavoratori in smartworking ha dichiarato di voler mantenere questa modalità, e il 27% sarebbe disposto a cambiare lavoro se costretto a rientrare in ufficio a tempo pieno. Nelle grandi aziende italiane, quasi 2 milioni di lavoratori continuano a lavorare da remoto almeno in parte, mentre nelle PMI la quota è scesa da 570.000 a 520.000 lavoratori nell'ultimo anno. Per molte aziende, la scelta di ridurre lo smartworking è legata alla percezione che la presenza fisica favorisca la collaborazione e rafforzi la cultura aziendale, sebbene il costo medio per i lavoratori che devono affrontare lunghi spostamenti sia aumentato fino al 20% del reddito mensile.

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Francesca Secci
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