05 Feb, 2025 - 21:00

Crisi demografica a Gubbio: trend negativo del -6,38% in un decennio

Crisi demografica a Gubbio: trend negativo del -6,38% in un decennio

Negli ultimi dieci anni, Gubbio sta vivendo una crisi demografica che preoccupa amministratori, cittadini ed esperti di sviluppo locale. Durante una recente conferenza stampa dedicata ai primi sei mesi di Governo, il sindaco Vittorio Fiorucci ha illustrato dati allarmanti: la popolazione della città è scesa da 32.624 abitanti nel 2013 a 30.542 nel 2023, con un trend negativo del -6,38% in un decennio. Secondo il Sindaco, se il numero scenderà al di sotto dei 30.000 abitanti, Gubbio rischia di subire gravi conseguenze: minori trasferimenti dallo Stato centrale, un calo nel numero di famiglie e, di conseguenza, un invecchiamento della popolazione che potrebbe compromettere la vitalità economica e sociale della città.

La diminuzione della popolazione di Gubbio non è solo un dato statistico, ma un segnale di allarme per il futuro della città. Un numero inferiore di abitanti significa, infatti, meno risorse finanziarie provenienti dai trasferimenti statali, indispensabili per finanziare progetti e servizi pubblici. Inoltre, una popolazione in costante invecchiamento comporta una diminuzione della forza lavoro e un maggior carico sui servizi sanitari e sociali, creando una spirale negativa difficile da interrompere.

La crisi demografica riguarda un territorio comunale composta da 52 frazioni

Il territorio comunale è composto da 52 frazioni, ognuna con una sua identità e peculiarità. Tra queste, Semonte Casamorcia risulta la più popolosa, con 2.196 abitanti, seguita da San Marco Padule, con 1.812 residenti. Al contrario, alcune frazioni come Corraduccio, Palazzaccio, Case Mocaiana e San Benedetto Vecchio contano solo una manciata di abitanti, evidenziando un quadro di disparità che si riflette sul territorio. Queste piccole realtà, pur rappresentando il tessuto rurale e tradizionale del comune, rischiano di scomparire se non verranno adottate misure per incentivare il rilancio demografico e sociale.

La crisi demografica si intreccia inevitabilmente con le problematiche economiche del territorio. Gubbio, infatti, conta su una solida economia locale dominata da grandi società di capitali nel settore del cemento – come Colacem, Colabeton, Cementerie Barbetti e CVR – che impiegano complessivamente 521 persone e generano un fatturato di 833 milioni di euro. Al secondo posto figurano le aziende di trasporto, con 401 dipendenti e un fatturato di 188 milioni, mentre il commercio all’ingrosso si attesta con 171 aziende, 189 dipendenti e 76 milioni di euro di ricavi. Questi dati mostrano un tessuto economico robusto in termini di volume, ma non riescono a compensare il progressivo declino demografico.

Il Sindaco Fiorucci ha evidenziato come il calo demografico, con la conseguente diminuzione di fondi trasferiti dallo Stato, possa incidere negativamente su tutti i settori della vita cittadina. Un numero ridotto di abitanti implica minori entrate per il Comune e una capacità finanziaria limitata, rendendo ancora più difficili gli investimenti in infrastrutture e servizi pubblici. Questa situazione è aggravata da una serie di criticità ereditate dalla precedente amministrazione, che ancora oggi pesano sul bilancio e sulla gestione dei progetti pubblici.

Il Comune di Gubbio deve affrontare 70 criticità da sanare

Durante la conferenza stampa, il Sindaco ha illustrato come il Comune di Gubbio si trovi a dover affrontare ben 70 criticità da sanare. Tra queste, spicca l’eredità di contratti e convenzioni obsoleti, che vengono rinnovati in modo automatico e senza adeguati controlli. Un esempio lampante è il regolamento sull’ornato pubblico, rimasto invariato dal 2008, che oggi appare anacronistico rispetto alle esigenze di una città in evoluzione.

Il problema dei fondi è particolarmente critico: l’avanzo di bilancio attuale si attesta a soli 400.000 euro, una cifra insufficiente per affrontare le sfide future. Inoltre, il Comune di Gubbio è gravato da un debito di 12 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti, che, a causa dei 3 milioni necessari per il riambientamento della discarica di Colognola, salirà a 15 milioni di euro entro la fine del 2026. Questi dati evidenziano la necessità di una nuova progettazione e pianificazione che tenga conto della sostenibilità degli interventi pubblici, per evitare ulteriori sforamenti e garantire una gestione più responsabile delle risorse.

Sforamenti di bilancio significativi nella realizzazione di opere pubbliche

Il Sindaco Fiorucci ha esposto anche l’analisi delle opere pubbliche attivate dalla precedente amministrazione, che hanno registrato sforamenti di bilancio significativi. Ad esempio, l’Edificio scolastico ha superato i costi preventivati di oltre 1,2 milioni di euro, a causa dell’omissione di voci di costo fondamentali come l’impianto elettrico e gli infissi. Una situazione analoga si è verificata per il campo di basket e lo skate park in viale Paruccini, con uno sforamento di 180.000 euro dovuto a una scarsa capacità progettuale e di controllo dei costi.

Altri interventi, come il nido di San Pietro, la scuola Aldo Moro e l’ex scuola di Padule, hanno registrato disavanzi rispettivamente di 215.000, 461.000 e 170.000 euro. Questi episodi non solo evidenziano la mancanza di rigore nella gestione dei progetti, ma aggravano ulteriormente la situazione finanziaria del Comune, limitando la capacità di investire in nuovi interventi utili a contrastare il declino demografico.

la crisi demografica ha impatti diretti anche sul tessuto economico della città. Con una popolazione in diminuzione, il numero di famiglie e di consumatori si riduce, portando a minori trasferimenti dallo Stato centrale e, di conseguenza, a una riduzione delle entrate comunali. Questo ciclo negativo rischia di avere ripercussioni sull’intera economia locale, influenzando la capacità di attrarre investimenti e di sostenere le imprese.

Necessario approccio integrato che combini interventi economici, urbanistici e sociali

La situazione demografica di Gubbio è particolarmente critica se si considera che la città si trova a gestire un’ampia gamma di servizi pubblici su un territorio composto da numerose frazioni. Le disparità tra le zone più popolate, come Semonte Casamorcia e San Marco Padule, e quelle con pochissimi abitanti, evidenziano la necessità di interventi mirati che possano riunificare e valorizzare il territorio comunale nel suo complesso.

Per invertire il trend negativo, il Comune di Gubbio deve adottare un approccio integrato che combini interventi economici, urbanistici e sociali. Una pianificazione accurata e una nuova progettazione degli interventi pubblici sono fondamentali per garantire la sostenibilità finanziaria e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. È indispensabile, inoltre, investire nella modernizzazione delle infrastrutture e nel rilancio delle opere pubbliche, affinché possano rispondere alle esigenze di una popolazione in evoluzione.

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Mario Farneti
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