Dimissioni in massa scuotono il Psi umbro, in ballo un comitato di reggenza. La sezione del Partito Socialista Italiano (Psi) in Umbria è scossa da una serie di dimissioni in massa che coinvolgono figure chiave del partito. Tra i dimissionari, il segretario regionale Federico Novelli e la segretaria provinciale di Perugia Ursula Masciarri. I due hanno annunciato, infatti, il loro ritiro insieme ad almeno 20 membri del direttivo regionale, compresi assessori e consiglieri comunali in carica. La loro decisione sembra essere motivata da ciò che definiscono “ingerenze nazionali” da parte della segreteria del partito, guidata da Enzo Maraio. Ma cosa è successo nello specifico e quale futuro per il partito in vista delle elezioni regionali?

La frattura con la segreteria nazionale e le dimissioni

In una nota congiunta i due ex segretari del Psi umbro esprimono il loro rammarico per la scelta, che descrivono come “l’atto più doloroso che abbiamo dovuto compiere nella nostra militanza politica“. Le loro dimissioni dal Psi hanno portato, infatti, a una creazione di un comitato di reggenza ma, a quanto pare, erano inevitabili. La crisi sembra essere esplosa dopo che il Partito Socialista nazionale ha incaricato Gerardo Labellarte di guidare le trattative politiche in Umbria, una decisione vista come un commissariamento di fatto degli organismi regionali. “Non possiamo tollerare l’utilizzo di metodi che hanno portato, cinque anni fa, alla liquefazione del partito in Umbria“, dichiarano Novelli e Masciarri riferendosi alle dinamiche interne che avrebbero ostacolato il rinnovamento del PSI a livello locale. “Metodi che – aggiungono – prepotentemente si sono riaffacciati, sapientemente utilizzati dai soliti noti“.

La tensione con il vertice nazionale è emersa, quindi, dopo la mancata considerazione delle decisioni prese dai comitati umbri. Nonostante il direttivo regionale, riunito il 5 agosto e il 12 settembre 2024, avesse richiesto la cessazione delle ingerenze nazionali e confermato la fiducia nei segretari locali, la segreteria nazionale ha continuato a prendere decisioni contrarie. Tra gli episodi più controversi vi è stata la candidatura arbitraria di Cesare Carini alle elezioni provinciali. Decisione, questa, presa senza il coinvolgimento dei rappresentanti umbri.

La scelta di Maraio di ignorare le richieste dei comitati regionali e di imporre decisioni dall’alto ha creato pertanto una frattura insanabile. “Il segretario nazionale ha esautorato nuovamente i tre segretari ed ha assunto decisioni a nome del Psi ma contro quelle del Psi Umbro“, si legge nel comunicato. L’ultimo atto della crisi è stato il rifiuto del Psi nazionale di concedere l’utilizzo del simbolo del partito agli organismi umbri. A questo si è preferito puntare su una lista costruita intorno ai “soliti noti“. Una mossa che Novelli e Masciarri hanno definito “un commissariamento di fatto“, mettendo a paragone la situazione umbra a quella di altre regioni come Veneto e Toscana.

Dopo le dimissioni, il comitato di reggenza: quale futuro per il Psi in Umbria?

In seguito alle dimissioni di Novelli e Masciarri, la segreteria nazionale del Psi ha reagito prontamente mettendo in piedi un comitato di reggenza regionale. Della sua costituzione è stato incaricato Silvano Rometti, già assessore socialista umbro e membro della segreteria del Partito Socialista. Il compito di questo comitato sarà traghettare il partito attraverso questa delicata fase politica, in vista delle prossime elezioni e della convocazione dei congressi regionale e provinciale. La scelta di affidare a Rometti il compito di gestire il Psi umbro in questo periodo critico è stata salutata dalla segreteria nazionale come un passo necessario per garantire la stabilità del partito.

Gerardo Labellarte e lo stesso Rometti dichiarano che le dimissioni dei due segretari umbri “non hanno alcuna motivazione plausibile e ragionevole. I due difendono inoltre il ruolo della direzione nazionale nella preparazione delle elezioni umbre. E spiegano che le decisioni prese rientrano nei compiti di indirizzo politico generale del Psi e sono state esercitate nel rispetto delle articolazioni locali. Nonostante la posizione ufficiale del partito, però, la frattura tra i Socialisti nazionali e i regionali sembra ormai insanabile.

Uno sguardo al passato e al futuro del partito

Le dimissioni in massa all’interno del partito rappresentano un punto di rottura nella lunga storia del Psi in Umbria. La decisione di Novelli e Masciarri è il riflesso di una tensione crescente tra la base regionale del partito e la leadership nazionale, una dinamica che, secondo i dimissionari, contribuisce e di tanto all’indebolimento del Psi. Soprattutto in una regione storicamente significativa per i Socialisti.

Resta ora da vedere quale sarà l’impatto di questa crisi sulle prossime elezioni e sul futuro del Psi in Umbria. Il comitato di reggenza guidato da Rometti sarà in grado di ricompattare il partito o la frattura si allargherà ulteriormente? Con le regionali all’orizzonte, la stabilità del PSI in Umbria sarà cruciale per evitare un’ulteriore marginalizzazione della storica forza politica nella regione.

In questo contesto, la parola d’ordine sembra essere una sola: rinnovamento, anche se il percorso per raggiungerlo appare più incerto che mai.