La protesta contro le modifiche alla circolazione dei treni sulla linea Roma‑Firenze si allarga e si struttura: sono 39 i sindaci di Umbria e Toscana, compresi quelli dell’area del Trasimeno, e il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, ad aver sottoscritto un documento congiunto indirizzato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ai vertici di Trenitalia e RFI, ai presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, e ai presidenti delle Regioni Umbria e Toscana.
Al centro della contestazione c’è la progressiva esclusione dei treni Intercity e Regionali dalla linea Direttissima tra Orte e Settebagni, in favore dell’Alta Velocità, con pesanti ripercussioni sulle aree interne già in difficoltà demografica e infrastrutturale.
Il documento è stato indirizzato al Ministro Matteo Salvini, al presidente di Trenitalia Stefano Cuzzilla, alla presidente di RFI Paola Firmi, ai presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, nonché ai presidenti delle Regioni Umbria e Toscana, Stefania Proietti ed Eugenio Giani. Le richieste, chiaramente articolate, sono quattro:
Nel documento si legge che le modifiche alla circolazione, introdotte inizialmente come temporanee per consentire lavori infrastrutturali, sono diventate di fatto definitive, con conseguente esclusione dei treni Intercity e Regionali dalla linea Direttissima. Questo - sottolineano i firmatari - avviene in contrasto con gli accordi quadro sottoscritti da RFI con le Regioni Umbria e Toscana, oltre a compromettere l’universalità del servizio pubblico ferroviario.
Nel testo si evidenzia che i territori coinvolti affrontano fenomeni di spopolamento, difficoltà di accesso ai servizi essenziali e contrazione demografica, condizioni che rendono la disponibilità di collegamenti ferroviari efficienti e accessibili un fattore essenziale per la residenzialità, lo sviluppo economico e la coesione sociale.
I sindaci firmatari non si limitano a chiedere una risposta alle criticità attuali, ma sollecitano una visione di medio-lungo termine: investimenti mirati per ammodernare le stazioni intermedie, aumentare la capacità della linea, migliorare le interconnessioni tra treni a lunga percorrenza, regionali e locali, e favorire politiche di mobilità sostenibile nelle aree interne servite dalla Roma–Firenze.
“Il documento, condiviso con il Comitato pendolari Roma-Firenze - commenta la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani - fa seguito alla lettera che avevamo inviato insieme ai sindaci di Chiusi e Cortona e riprende e rielabora i contenuti discussi nel corso dell’incontro pubblico che si è svolto nei giorni scorsi e sui quali, come amministrazione, ci eravamo presi l’impegno di coinvolgere tutti i Comuni interessati da queste problematiche.”
Tardani ha evidenziato come, su un tema tanto rilevante per le comunità locali, si sia formato un fronte ampio e in espansione, con altri Comuni umbri pronti ad aderire alla mobilitazione in quanto anch’essi colpiti da analoghi disagi. L’iniziativa, ha sottolineato, intende dare voce a un territorio esteso, che da mesi subisce un crescente isolamento ferroviario e che risulta quotidianamente penalizzato dagli interventi in corso sulla rete.
“Abbiamo nuovamente sollecitato un incontro urgente al Ministero per discutere nel dettaglio della situazione e trovare le soluzioni necessarie e non più rinviabili in vista dell’imminente cambio di orario. In questo senso, torniamo a ribadire, è fondamentale il supporto della Regione che è il nostro primo e diretto interlocutore e da cui ci aspettiamo una concreta e più incisiva azione nel sostenere le istanze di questo territorio.”
“Non è una battaglia campanilistica - conclude la sindaca di Orvieto, promotrice dell’iniziativa -. Ma una questione di equità territoriale e di diritto alla mobilità, soprattutto per le Aree interne già fragili dal punto di vista demografico e infrastrutturale.”
A sottoscrivere il documento si sono uniti anche i sindaci di Panicale, Paciano, Passignano sul Trasimeno, Città della Pieve, Castiglione del Lago, Magione, Piegaro e Tuoro, che amplificano la portata territoriale della mobilitazione. In totale, quasi un terzo dei Comuni umbri è coinvolto nell’iniziativa.
Il segnale politico è chiaro: le amministrazioni locali chiedono al Ministero, a Trenitalia e a RFI di intervenire con urgenza per ristabilire un servizio ferroviario equo, integrato e competitivo. La mobilitazione è destinata a proseguire finché non arriveranno risposte concrete.