La mancanza di candidati provenienti dall’Alto Chiascio, un’area importante dell’Umbria, alle prossime elezioni regionali e al Consiglio Provinciale di Perugia, sta suscitando preoccupazioni tra le forze politiche. Questa assenza, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra, è il segnale della crisi politica che affligge da tempo il territorio, con radici profonde nelle recenti sconfitte elettorali e nella frammentazione della sinistra.

La sconfitta elettorale subita dal centrosinistra alle amministrative di Gubbio nel giugno scorso ha rappresentato un punto di svolta nella politica locale. Dopo 78 anni di governo di sinistra, la città è passata al centrodestra, un evento che ha segnato la fine di un’era politica e ha messo in evidenza le debolezze del centrosinistra a livello locale. Il movimento Liberi e Democratici (LeD), guidato dall’ex sindaco Filippo Mario Stirati, ha perso il controllo della città, aprendo la strada alla destra e sollevando domande sulla direzione futura della politica eugubina e del centrosinistra in generale.

Dopo questa pesante sconfitta, il centrosinistra ha faticato a riorganizzarsi, e la mancanza di candidature provenienti dall’Alto Chiascio alle elezioni provinciali e regionali è un chiaro segnale di una crisi più ampia. L’Alto Chiascio, che include Gubbio e altre comunità limitrofe come Gualdo Tadino, è stata storicamente un’area di forte influenza della sinistra. Tuttavia, la recente disgregazione del movimento e la mancanza di figure politiche di spicco hanno portato a una rappresentanza debole o assente nelle istituzioni provinciali e regionali.

Stirati: “Le liste di destra e di sinistra non includono candidati provenienti dall’Alto Chiascio”

Il movimento LeD, nonostante la sconfitta elettorale, ha lanciato un’accusa pesante sia alla destra sia alla sinistra per la mancata candidatura di rappresentanti dell’Alto Chiascio. In una dichiarazione pubblica, i LeD hanno sottolineato come le liste elettorali, sia di destra sia di sinistra, non includano alcun candidato proveniente da questa area. “Le liste di candidati presentate sia dalla destra che dalla sinistra – scrive Stirati – non includono alcun nome proveniente dall’Alto Chiascio. Questa assenza è particolarmente preoccupante considerando il ruolo cruciale che quest’area ha avuto e continua ad avere.”

L’assenza di candidature dall’Alto Chiascio è un segnale di disattenzione verso le esigenze di un’area che ha sempre avuto un ruolo strategico nel panorama politico umbro. Nonostante la sconfitta a Gubbio, il territorio ha dimostrato una forte resilienza politica e culturale che meriterebbe maggiore considerazione da parte dei vertici politici regionali. Tuttavia, né il centrodestra né il centrosinistra hanno saputo valorizzare questo potenziale, lasciando l’Alto Chiascio senza una rappresentanza adeguata.

La mancata candidatura di Massimiliano Presciutti, segno di disattenzione del centrosinistra

Un altro elemento che ha alimentato il dibattito politico è la mancata candidatura di Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino, una figura di spicco nel panorama politico dell’Alto Chiascio. Nonostante il suo terzo mandato da sindaco e il ruolo centrale che Gualdo Tadino ha avuto nel mantenere l’orientamento a sinistra dell’area, Presciutti non è stato inserito nelle liste per il Consiglio Provinciale.

La sua esclusione è stata interpretata come un ulteriore segno di disattenzione e mancanza di strategia da parte del centrosinistra, che ha trascurato di valorizzare una delle poche figure capaci di portare avanti le istanze del territorio. Questo ha scatenato una serie di critiche all’interno del partito e delle liste civiche di sinistra, che hanno accusato i vertici regionali di non aver saputo sfruttare l’opportunità di dare maggiore voce all’Alto Chiascio in un momento fondamentale per il rinnovamento politico della regione.

Il centrodestra, dopo la vittoria storica a Gubbio, non ha saputo capitalizzare il vantaggio

Dall’altra parte dello spettro politico, il centrodestra ha ottenuto una vittoria storica a Gubbio nelle elezioni amministrative di giugno, ma non è riuscito a capitalizzare questo successo nelle liste elettorali provinciali e regionali. Nonostante la vittoria, anche il centrodestra non ha incluso alcun rappresentante dell’Alto Chiascio nelle sue liste, dimostrando, secondo Stirati, una “grande disattenzione verso un’area cruciale e scarsa forza politica rispetto ai vertici di partito.”

Questa mancanza di rappresentanza è stata interpretata come un’occasione persa per il centrodestra, che avrebbe potuto consolidare il proprio successo a Gubbio e rafforzare la propria influenza nell’Alto Chiascio. Invece, l’assenza di candidati ha alimentato il malcontento tra gli elettori locali, che si sono visti esclusi dai processi decisionali a livello provinciale e regionale.

La mancanza di candidati provenienti dall’Alto Chiascio alle prossime elezioni provinciali e regionali solleva interrogativi profondi sul futuro politico di questa area. Da un lato, il centrosinistra appare frammentato e incapace di esprimere una leadership forte e unitaria, mentre dall’altro, il centrodestra, nonostante i recenti successi elettorali, non ha saputo valorizzare il potenziale politico dell’Alto Chiascio.

Questa crisi di rappresentanza potrebbe avere conseguenze significative per il territorio, che rischia di rimanere ai margini delle decisioni politiche regionali e provinciali. Senza una voce forte all’interno delle istituzioni, le istanze dell’Alto Chiascio potrebbero non essere adeguatamente rappresentate, con un impatto negativo sullo sviluppo economico e sociale della zona.