L’industria umbra è stata al centro di un incontro tra la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il confronto si è focalizzato sui principali settori produttivi della regione, con particolare attenzione alla siderurgia, al polo chimico e alla filiera dell’automotive. Secondo quanto riportato in una nota del Mimit, durante la riunione è stata analizzata la situazione economica e occupazionale regionale, sottolineando la necessità di azioni coordinate per rilanciare i settori coinvolti.
Proietti, Urso e il ruolo dell’acciaieria Ast di Terni
Tra i temi affrontati, la siderurgia ha assunto un ruolo centrale con la discussione sul futuro dell’Acciaieria Speciali Terni (Ast), realtà fondamentale per l’economia regionale e nazionale. Come riportato dal comunicato ministeriale, è stato condiviso che l’accordo di programma deve procedere con urgenza, evidenziando quanto questo strumento sia considerato essenziale per tutelare la produttività e garantire prospettive di sviluppo all’interno di un settore che resta strategico per l’Umbria.
Il polo chimico e la filiera dell’automotive
Oltre alla siderurgia, il confronto ha approfondito lo stato del comparto chimico e dell’automotive, due pilastri della produzione industriale locale. La presidente Proietti ha informato il ministro su una vicenda di particolare rilevanza: l’incendio che ha colpito le ex Fonderie Tacconi di Assisi, una realtà che opera nella filiera automobilistica. L’evento, avvenuto nella notte precedente all’incontro, ha riportato l’attenzione sull’importanza di sostenere le aziende locali coinvolte in una filiera che, pur attraversando momenti di difficoltà, conserva un peso rilevante nel sistema produttivo regionale.
Incendio alle ex fonderie Tacconi: tensione e nuove incertezze
Le ex Fonderie Tacconi di Assisi continuano a essere un punto critico per la comunità locale. Dopo anni di preoccupazioni legate alle emissioni e alla presenza di metalli pesanti, un incendio divampato nella tarda serata del 5 dicembre 2024 ha aggiunto un nuovo capitolo a una storia già controversa.
Le fiamme hanno colpito una cabina elettrica all’interno dello stabilimento, scatenando timori sulla sicurezza dell’area e riaccendendo il dibattito sull’idoneità della struttura, situata a poca distanza dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli. L’evento arriva in un contesto segnato da anni di tensioni: nel 2023, l’allora sindaca Stefania Proietti aveva già presentato un esposto alle autorità competenti, citando analisi che rilevavano elevate concentrazioni di tallio, mercurio, arsenico e altri metalli pesanti nei residenti.
Nonostante le rassicurazioni dell’azienda, che ha respinto ogni correlazione tra le emissioni e i problemi sanitari, le indagini condotte dall’Arpa avevano già evidenziato tracce di sostanze tossiche nei depositi al suolo tra il 2020 e il 2021. Le richieste di delocalizzazione avanzate dal Comune restano sul tavolo, ma i fatti recenti rischiano di aggravare ulteriormente una situazione già complessa.
Ora le autorità stanno valutando misure straordinarie per gestire l’emergenza e garantire la sicurezza dei cittadini.
Dialogo istituzionale verso il tavolo Stellantis
L’incontro tra Urso e Proietti è avvenuto nell’ambito di un percorso di dialogo che il ministro ha avviato con altre regioni, come Emilia-Romagna e Piemonte, per analizzare lo stato della filiera nazionale dell’automotive in vista del Tavolo Stellantis fissato per il 17 dicembre. Questo appuntamento si configura come un momento di sintesi per affrontare i nodi strutturali del settore e proporre misure in grado di attrarre nuovi investimenti. Le prospettive delineate durante gli incontri regionali rappresentano un tassello di una visione condivisa sul futuro dell’industria italiana.
Il confronto vedrà coinvolti il governo, i rappresentanti regionali delle aree produttive Stellantis, i sindacati e l’azienda. Tra i temi caldi, il ruolo dell’Italia nella transizione verso l’elettrico e il rilancio della filiera automotive nazionale. Le aspettative sono alte, con le istituzioni pronte a chiedere impegni concreti per rafforzare il peso industriale del Paese.