La visita della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti alla casa circondariale di Terni ha riportato sotto i riflettori i problemi cronici del sistema carcerario umbro. Con una capienza ufficiale di 422 posti, il carcere ospita attualmente 572 detenuti, mentre il personale di polizia penitenziaria si riduce a 194 agenti rispetto a un organico previsto di 293. Non mancano, infatti, le aggressioni ai danni di questi ultimi, che negli ultimi tempi in Umbria sono all’ordine del giorno. La situazione è resa ancora più critica dalla carenza di educatori, solo sei contro un fabbisogno di almeno il doppio. “Sono numeri che restituiscono in maniera lampante un quadro di difficoltà che ci risulta comune ad altre strutture carcerarie umbre”, ha dichiarato la presidente. Questo scenario richiede un intervento deciso ed è per questo che Proietti sta promuovendo un fondo nazionale per la sanità penitenziaria. Fondo che ritiene uno strumento essenziale per affrontare le sfide attuali.

Fondo per la sanità penitenziaria: la proposta di Proietti

La competenza della Regione in ambito penitenziario si concentra sull’assistenza sanitaria, un settore che richiede interventi urgenti. Durante la visita al carcere di Terni, la presidente ha incontrato il personale medico e infermieristico al quale ha ribadito l’impegno nel garantire la presenza di operatori sanitari. Questo nonostante le difficoltà legate all’elevato numero di detenuti provenienti da altre regioni.

Due terzi dei detenuti nelle carceri umbre provengono da altre regioni e molti di essi necessitano di assistenza psichiatrica. Il che, come si è visto negli ultimi anni, crea un impatto significativo sulle risorse economiche regionali. Per affrontare questa problematica la presidente Proietti ha deciso di promuovere un fondo nazionale per la sanità penitenziaria, considerato uno strumento essenziale per redistribuire equamente i costi tra le regioni e garantire servizi sanitari adeguati per tutti i detenuti.

Tra i temi discussi, particolare rilevanza ha assunto la questione delle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), strutture sanitarie per detenuti con patologie psichiatriche. Attualmente l’Umbria non dispone di REMS, una carenza che contribuisce ad aggravare il disagio tra i detenuti e il personale. Secondo la presidente di Regione, l’attivazione di queste strutture è una priorità non più rinviabile. Lei stessa si impegnerà a promuovere un iter per colmare questa lacuna.

Nuove politiche per l’integrazione e la giustizia riparativa

Prima della visita al carcere di Terni la presidente ha tenuto un tavolo tecnico con il direttore del carcere Luca Sardella, il presidente della magistratura di sorveglianza Antonio Minchella e il giudice di sorveglianza Fabio Gianfilippi. Con loro anche il personale della struttura e della polizia penitenziaria. Al termine dell’incontro Proietti ha annunciato un piano per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e degli operatori, con interventi su più fronti:

  • Incrementare il personale sanitario e incentivare la telemedicina;
  • Attivare percorsi integrati di giustizia riparativa;
  • Potenziare i processi di formazione e reinserimento sociale e lavorativo;
  • Migliorare le relazioni tra detenuti e famiglie per ridurre le tensioni interne.

Queste misure mirano a integrare la realtà carceraria nel contesto sociale più ampio, favorendo un approccio inclusivo e sostenibile.

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La casa circondariale non è un’entità aliena, è una comunità di persone dentro una comunità più grande a cui non può e non deve mancare la nostra vicinanza, la nostra attenzione e il nostro impegno”. Queste le parole di Stefania Proietti al termine della visita. Il Garante dei detenuti Giuseppe Caforio, dal canto suo, ha sottolineato la necessità di interventi rapidi per affrontare il sovraffollamento e il disagio psichico. “Per l’aspetto sanitario bisogna fare presto e la Regione si è impegnata in questo senso”, afferma. “Ma il sovraffollamento e la carenza di personale sono a volte cause scatenanti di atti di violenza che rappresentano sintomi di forte disagio da non ignorare assolutamente”.

A breve, quindi, la Regione convocherà un tavolo di sanità penitenziaria per definire un piano operativo. Nel frattempo l’assessorato competente lavorerà all’attuazione di politiche e progetti per migliorare la situazione nelle carceri umbre.