La margherita ha finito i petali e la sindaca di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia alla fine ha detto sì. Sarà la candidata a governatrice dell’Umbria di Un Patto Avanti. L’ok è arrivato oggi ad Assisi dove l’ingegnere, ricercatrice universitaria, civica e cattolica di estrazione, ha rotto gli indugi. Ed ha confermato la sua intenzione di raccogliere l’invito dei partiti del centrosinistra di correre per la poltyrona più importante di Palazzo Donini.
Proietti guiderà la coalizione dei partiti progressisti (PD, Movimento 5 Stelle, Alternativa Verdi e Sinistra, PSI, Azione, Italia Viva, i cattolici di Demos e alcuni raggruppamenti civici). E probabilmente avrà anche un listino della Presidente, con personaggi di primo piano della società civile dell’Umbria che saranno trainati dal nome della candidata governatrice.
La coalizione le aveva, infatti, chiesto all’unanimità di rappresentarla. E in serata si è svolto nel campo tutt’altro che neutro di Assisi l’incontro nel quale è stata sciolta la riserva. Per marcare la sua autonomia e portare a casa le garanzie politiche richieste alla coalizione, infatti, Stefania Proietti ha fatto aspettare i partiti almeno due settimane.
Proietti candidata Presidente, l’ok in un summit al tramonto nella città di San Francesco
L’appello per la candidatura di Stefania Proietti a governatrice dell’Umbria era stato firmato da Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S), Federico Barcaioli e Gianfranco Mascia (Avs). E ancora da Maurita Pasquarelli (Civici umbri), Federico Novelli (Psi) e Riccardo Vescovi (Demos). A loro si aggiungono anche Giacomo Leonelli di Azione e Massimo Gnagnarini di Italia Viva, oltre ai civici che si riconoscono nel centrosinistra.
Le titubanze di Stefania Proietti avevano ragioni politiche e di credibilità personale. Intanto, dovrà lasciare se eletta la guida del Comune di Assisi, dove si tornerà a votare nell’anno dell’800esimo anniversario della morte di San Francesco. Una ricorrenza che farà piovere sulla città del Santo una cospicua dote di finanziamenti, che si aggiungeranno a quelli per il Giubileo della Chiesa Cattolica voluto da Papa Francesco.
La stessa Proietti, in passato, aveva rivendicato la propria autonomia dalla coalizione di centrosinistra e affermato a più riprese di voler restare alla guida del Comune della città del Poverello fino al termine del suo mandato. Le elezioni amministrative, con i risultati che hanno sorriso al centrosinistra (che dopo due consiliature ha riconquistato la guida di Perugia), hanno accelerato la decisione di coinvolgere la sindaca di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia (altra carica che dovrà lasciare) nella corsa a Palazzo Donini.
Rebus sulla data delle elezioni: si attende il possibile decreto del Governo sull’election day
In Umbria la data delle elezioni regionali non è stata ancora fissata. Ma si sta valutando il centrodestra nazionale sembra deciso a votare a metà novembre. Mentre in regione vorrebbero aprire le urne all’inizio di dicembre. La governatrice uscente, Donatella Tesei, vorrebbe ritardare il più possibile la data del voto, certa di riuscire a comunicare al meglio i risultati conseguiti dalla sua Giunta. Il problema, però, è che il centrodestra a livello nazionale sembra orientato ad accorpare quanto più possibile il voto delle prossime regionali. Anche per togliersi il dente di un possibile 3-0 (si vota anche in Liguria ed Emilia Romagna) e concentrarsi su un autunno che si annuncia caldo, anche sulla legge di bilancio.
Non a caso nei giorni scorsi, visitando il carcere di Terni, il portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, ha praticamente annunciato che alla ripresa dell’attività politica il Governo nazionale si occuperà della partita. Con il probabile varo di un decreto per stabilire l’election day alla metà di novembre.
I candidati in lizza: oltre a Proietti e Tesei anche Bandecchi (AP) e poi Rizzo, Pasquinelli e Fiore
Per la presidenza il centrodestra ha già ufficializzato la ricandidatura della governatrice uscente Donatella Tesei.
Già ufficiali, inoltre, le candidature di Stefano Bandecchi, Alternativa popolare, Marco Rizzo, Democrazia sovrana popolare, Moreno Pasquinelli, per il Fronte del Dissenso, e Roberto Fiore, per Forza Nuova.