Cronaca di una polemica annunciata: perché la visita ai sindacati del consiglio di fabbrica AST da parte di Stefania Proietti (candidata governatrice del centrosinistra) ha scatenato le immediate reazioni del centrodestra. Già, perché la delegazione della sindaca di Assisi è entrata a gamba tesa sulla mancata firma dell’Accordo di programma. Addossando a Tesei e ai suoi alleati le responsabilità della mancata firma dell’intesa che deve sbloccare gli investimenti e il nuovo piano industriale dell’acciaieria.
Una lettura duramente contestata dal centrodestra. Con la governatrice uscente che, proprio pochi giorni fa alla presentazione della lista di Alternativa Popolare, aveva spiegato nel dettaglio lo stato dell’arte e le ragioni della mancata firma (intervista video sotto). Dovuta alla ricerca di una soluzione del problema legato all’approvvigionamento energetico a costi competitivi. E al regime di transizione elettorale che non consente alla Regione di firmare atti di straordinaria amministrazione.
Ma al di là del merito della polemica, che si può anche derubricare a normale episodio di tensione da campagna elettorale, è proprio l’AST – dopo la sanità – ad essere diventato il terreno più cruento di scontro. Prima col centrodestra che ha accusato Proietti di uno scivolone linguistico, confondendo la data della firma con la fine delle concessioni dell’idroelettrico (2029). E ora col centrosinistra che va all’attacco di Tesei e degli altri enti governati dal centrodestra, accusandoli di “latitanza colpevole“.
Insomma, una battaglia senza esclusione di colpi. Che trova a Terni e nella sua fabbrica il motivo di scontro più violento, in una campagna elettorale fin qui piuttosto “understatement“.
Proietti al consiglio di fabbrica AST attacca il centrodestra: “Da parte della Regione latitanza colpevole”
Proietti è arrivata all’AST di prima mattina. Ad accoglierla una delegazione delle rappresentanze sindacali di viale Brin, con i segretari di FIOM Rampiconi e FIM Liti in prima fila. L’incontro si è tenuto nella sala del Consiglio di fabbrica, alla presenza anche di alcuni esponenti della coalizione di centrosinistra. Come il pentastellato Thomas De Luca. E che la candidata di “In cammino per l’Umbria” abbia assegnato alla giornata un’importanza rilevante, lo si evince dai post in sequenza che il suo comitato elettorale ha pubblicato sui social.
“Sull’Ast di Terni ci vuole chiarezza – ha scritto in un comunicato stampa la sindaca di Assisi -. Noi non permetteremo che si perda neanche un posto di lavoro. Qui c’è una latitanza colpevole da parte della Regione Umbria. Le istituzioni hanno il dovere di fare tutto il necessario per chiudere l’Accordo di programma. Stando vicini ai lavoratori e all’impresa che intende investire. Ad oggi da parte della Regione solo chiacchiere e nessuna assunzione di responsabiilità concreta. Non c’è trasparenza sull’accordo di programma verso i cittadini e soprattutto verso i lavoratori“.
Poi il punto sull’energia e sui costi di approvvigionamento. Con un passaggio sulle concessioni dell’idroelettrico che scadranno nel 2029 e che verranno messe a gara. Consentendo anche in Umbria la costituzione di una società mista pubblico-privato che possa portare valore sul territorio gestendo le centrali dell’asta Nera-Velino.
“Le condizioni per garantire stabilità ci sono – continua Proietti -. E riguardano innanzitutto la fonte di energia rinnovabile più vicina: il polo idroelettrico di Terni. Ma ognuno deve fare la propria parte, per quanto di propria competenza. A partire dalla Regione che è il soggetto titolare delle derivazioni idroelettriche. La nostra coalizione è alleata con i lavoratori. L’AST è un’azienda che conta migliaia di lavoratori diretti e altrettanti dell’indotto e che rappresenta oltre il 10 per cento dell’intero Pil regionale: grazie agli investimenti e al PNRR può e deve confermarsi un’eccellenza per l’Umbria“.
La dura risposta del centrodestra con Cecconi (FdI): “Ancora strafalcioni di Proietti”. Il punto della governatrice Tesei
La presidente Tesei aveva delineato lo stato dell’arte alla presentazione della lista di Alternativa Popolare, accanto al vicesindaco di Terni Riccardo Corridore. Partendo proprio dal tema energia e ricordando di aver, non solo fatto la legge che consentirà di mettere a gara le concessioni e costituite la newco mista pubblico-privata dal 2029. Ma anche di avere cercato col Governo una soluzione transitoria. Col prestito ponte e le tariffe scontate.
“Ha messo insieme l’ennesima sequela di errori e strafalcioni – attacca Cecconi -. Roba di una tale gravità che, ormai, non ci sono davvero più dubbi non solo sull’adeguatezza di questa signora a governare l’Umbria. Ma anche sull’inconsistenza di uno staff che – come lei – non studia. Non si documenta. Non sa nulla delle cose e non verifica niente“.
Cecconi contesta i numeri forniti da Proietti ed entra nel merito delle dichiarazioni della sindaca di Assisi.
“Ha parlato di Accordo di programma finanziato con 900 milioni di PNRR – continua il coordinatore comunale di FdI -. 700 milioni di investimenti sono del tutto privati. Messi in campo da Arvedi, proprietario della fabbrica. E per altri 300 milioni si tratta di soldi stanziati dallo Stato, che solo per una quota ricomprendono anche fondi europei peraltro del tutto estranei al PNRR. L’azienda, di suo, ha già speso 250 milioni del miliardo pubblico-privato e terminerà gli investimenti nel 2026“.
Poi il candidato di Fratelli d’Italia va al contrattacco anche sulla soluzione per il problema dell’energia e delle tariffe. “La centrale idroelettrica di Galleto, secondo Stefania Proietti, potrebbe essere affidata ad una “comunità energetica” – continua la nota di Marco Cecconi -. Stupisce che il centrosinistra e la candidata non sappiano che, grazie a una legge regionale targata-Tesei, nel 2029 Galleto potrà essere gestita da una società mista pubblico-privata. Per dare energia alla comunità ternana e dell’Umbria meridionale, oltre che alle aziende del territorio, tra cui in primis, proprio l’AST“.
Dal capogruppo in consiglio comunale e coordinatore del partito di Giorgia Meloni anche altre critiche sui numeri legati a indotto, partecipazione al PIL regionale dell’azienda e costi dell’energia. Per chiudere con un richiamo elettorale.
“Ce n’è quanto basta – conclude Cecconi – per evitare in ogni modo che a gente simile non vengano in alcun modo affidate le chiavi di casa. La casa di tutti ovvero la nostra Umbria“.