30 Jun, 2025 - 18:08

Programma UE 2025: l'Umbria boccia il riarmo e chiede più investimenti sociali

Programma UE 2025: l'Umbria boccia il riarmo e chiede più investimenti sociali

L’Umbria sceglie una strada chiara nel confronto con le istituzioni europee: meno riarmo, più giustizia sociale. La Prima Commissione dell’Assemblea legislativa regionale ha infatti approvato a maggioranza una risoluzione che prende posizione sul Programma 2025 della Commissione europea, sul piano per la difesa comune e sul futuro del Pilastro sociale dell’UE. Il documento, sostenuto da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle (astenuti Forza Italia e Fratelli d’Italia), esprime una preoccupazione netta: il crescente investimento europeo nella dimensione militare rischia di compromettere l’identità pacifista e cooperativa dell'Unione.

"Un'Europa della pace, non della corsa agli armamenti"

Nel testo approvato si legge una critica decisa al piano della Commissione europea per il 2025, accusato di sbilanciarsi verso la difesa industriale e strategica a discapito dei valori originari dell’integrazione europea. L’atto richiama l’articolo 11 della Costituzione italiana, ribadendo il ripudio della guerra e il principio di una cooperazione tra Stati orientata alla pace e alla giustizia internazionale. Forte preoccupazione, nello specifico, è "per la crescente enfasi sul rafforzamento della dimensione militare e industriale della difesa europea, che rischia di oscurare la vocazione originaria dell’Unione come progetto di pace, cooperazione tra i popoli e sviluppo sostenibile", si legge. 

"Richiede, in particolare, che il potenziamento della capacità strategica europea sia accompagnato da un investimento concreto nella dimensione sociale dell’Unione". Da qui la richiesta di riequilibrare le priorità europee, rilanciando le politiche contro la povertà, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso e per una transizione ecologica e digitale equa.

L'Assemblea Legislativa dell'Umbria sul Programma UE 2025 boccia il riarmo: servono più investimenti sociali

La risoluzione approvata sottolinea la delusione per un capitolo del programma europeo, quello dedicato al modello sociale, giudicato "troppo debole" rispetto alla gravità delle sfide attuali. In un contesto segnato da crescenti diseguaglianze, inflazione e pressioni sulle fasce più fragili della popolazione, l’Assemblea regionale invita a rafforzare il ruolo dell’Unione come motore di inclusione e di welfare.

L’appello è chiaro: garantire un bilanciamento tra sicurezza e sviluppo sostenibile, senza sacrificare istruzione, formazione, coesione territoriale e transizione verde sull’altare delle politiche militari. Un equilibrio che, secondo la Commissione, dovrebbe guidare anche l'impiego dei fondi europei, vigilando affinché non siano distolti dalle politiche sociali e dall’inclusione.

Il ruolo delle Regioni e la necessità di un dialogo costante con l'Europa

La risoluzione spinge anche per un maggiore coinvolgimento delle Regioni nei processi decisionali europei. L’Umbria intende assumere un ruolo attivo nella cosiddetta “fase ascendente” del diritto UE, partecipando alla definizione delle politiche prima ancora che vengano approvate a Bruxelles.

In questo senso, l’Assemblea si impegna a promuovere, in collaborazione con scuole, università e istituzioni, percorsi formativi, eventi pubblici e iniziative dedicate alla cultura della pace, all’educazione civica europea e alla costruzione di una cittadinanza più consapevole. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare i cittadini umbri sui temi europei e contribuire, dal basso, a un'Unione più giusta e inclusiva.

Appello a Governo e Parlamento: basta ambiguità sulla militarizzazione dell'UE

Nel documento non manca un forte invito anche alle istituzioni nazionali. Il Parlamento, il Governo e i rappresentanti italiani presso l’Unione europea sono esortati a difendere con chiarezza la distinzione tra strumenti civili e militari e a evitare qualsiasi deriva verso una UE "militarizzata".

L'Assemblea legislativa dell'Umbria chiede un maggior impegno diplomatico e multilaterale per la prevenzione e risoluzione dei conflitti, con particolare riferimento all’area del Medio Oriente. La pace, sostengono i consiglieri regionali, si costruisce anche con investimenti in sanità, scuola, ambiente e diritti umani. Una sicurezza duratura passa non solo dai sistemi d’arma, ma anche e soprattutto dalla coesione democratica e dal benessere sociale.

In definitiva, la Regione non si limita a osservare l’evoluzione dell’agenda europea, ma intende influenzarla con proposte concrete, rivendicando un ruolo attivo nei processi decisionali e ribadendo che l'Europa, per essere davvero unita, deve essere anche più equa e solidale.

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Giorgia Sdei
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