La produzione di vino e mosto in Umbria ha registrato un incremento significativo nel 2024, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Secondo le stime fornite da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (UIV), la produzione ha raggiunto i 365mila ettolitri, un risultato che riporta la viticoltura umbra ai volumi di un tempo, dopo il calo dell’anno scorso dovuto all’attacco della peronospora. Quest’aumento è notevolmente superiore alla media nazionale, che si attesta intorno al 7,1%, e colloca l’Umbria al terzo posto tra le regioni italiane per incremento percentuale, dietro solo a Molise e Abruzzo.

Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile per la viticoltura umbra e italiana in generale. La peronospora, una malattia fungina devastante per le viti, ha colpito gran parte del raccolto, causando una riduzione significativa dei volumi di produzione. Nel 2023, l’Umbria aveva registrato una produzione di 273mila ettolitri, un dato che evidenziava le difficoltà e le perdite subite dai produttori. Con l’aumento del 30% registrato quest’anno, si segnala non solo un ritorno ai livelli pre-crisi ma un passo avanti, riportando fiducia e ottimismo tra i viticoltori locali.

Se in Umbria la crescita è stata del 30%, la media nazionale del +7,1% suggerisce che non tutte le regioni abbiano beneficiato allo stesso modo della ripresa produttiva. Il Molise e l’Abruzzo hanno raggiunto incrementi del 100% e dell’85% rispettivamente, mentre la Toscana, il Lazio, la Campania e la Basilicata hanno fatto registrare un incremento del 30%, in linea con quello umbro.

Aumento di produzione di vino e mosto ha restituito vitalità a un settore che sembrava compromesso

Questo aumento della produzione di vino e mosto ha restituito una vitalità al settore che sembrava compromessa dopo un’annata complicata, sottolineando come il 2024 sia stato un anno favorevole per il clima e le condizioni colturali nella regione.

Nonostante il netto aumento della produzione, l’Umbria si trova a dover fronteggiare un calo dei prezzi del vino e delle uve, con una media del -26,4% e punte che superano il -30%. Questo calo rappresenta una sfida significativa per i produttori, i quali vedono aumentare i volumi ma diminuiscono i ricavi. Le ragioni alla base di questa flessione sono molteplici: da un lato, l’aumento dell’offerta ha inevitabilmente ridotto il prezzo di mercato; dall’altro, il calo del consumo di vino, una tendenza ormai consolidata da anni, ha avuto un impatto diretto sulla domanda e quindi sui prezzi.

Dal 2010 al 2024, il consumo di vino in Italia è sceso in modo netto. Secondo le stime, il consumo pro capite si è più che dimezzato, passando da 21,76 litri per persona a soli 10,3 litri. Questo trend riflette un cambiamento nelle abitudini dei consumatori italiani, che tendono a ridurre il consumo di alcolici e a preferire bevande diverse dal vino. Di conseguenza, anche in un anno di produzione eccellente, il mercato del vino si trova a fare i conti con una domanda in calo, che inevitabilmente ha contribuito alla diminuzione dei prezzi.

La Borsa Merci di Perugia ha mostrato l’andamento reale del mercato

La Borsa Merci di Perugia, gestita dalla Camera di Commercio dell’Umbria, ha fornito un’analisi dei prezzi delle uve per la produzione di vini DOC e DOCG. A differenza di molte altre borse merci italiane, che prendono in considerazione i prezzi delle contrattazioni tra grossisti, quella di Perugia fornisce i prezzi pagati effettivamente ai produttori, franco consegna ai centri di raccolta. Questo dettaglio è particolarmente rilevante per comprendere l’andamento reale del mercato, in quanto riflette il valore percepito dai produttori locali, che spesso si trovano a dover affrontare costi di produzione elevati rispetto a quanto riescono a ottenere dalle vendite.

Il calo dei prezzi ha messo in difficoltà molti produttori umbri, che, nonostante l’aumento della produzione di vino e mosto, si trovano a dover affrontare margini di profitto ridotti. I costi di produzione, infatti, non sono diminuiti, e anzi, per molti aspetti, sono aumentati a causa dell’inflazione sui costi energetici e sui materiali necessari alla coltivazione e alla vinificazione. L’aumento dei costi dei fertilizzanti, del carburante e del lavoro pesa dunque sui bilanci dei viticoltori, riducendo la redditività anche in un’annata produttiva favorevole.

In questo contesto, i piccoli produttori sono spesso i più colpiti, poiché non hanno la stessa capacità delle grandi aziende di gestire la riduzione dei prezzi. Per loro, diventa fondamentale poter contare su interventi di supporto o incentivi regionali e statali, che potrebbero aiutare a compensare le perdite derivanti dai prezzi più bassi e a promuovere un accesso più diretto ai mercati di vendita, riducendo l’intermediazione.

Nuova opportunità di mercato l’ampia diversificazione dei prodotti

Di fronte a queste sfide, molti produttori umbri stanno puntando sulla qualità dei loro prodotti per distinguersi sul mercato e ottenere un prezzo più elevato. La produzione di vini di qualità superiore, certificati e ben posizionati, rappresenta infatti un’opportunità per mitigare il calo dei consumi e rispondere alla crescente richiesta di prodotti di alta gamma sia in Italia sia all’estero. La valorizzazione delle uve locali e delle tecniche di vinificazione tradizionali, unitamente alla promozione del territorio umbro come area di eccellenza vitivinicola, sono strategie che potrebbero aiutare il settore a superare il momento difficile.

La diversificazione dei prodotti, come la produzione di vini biologici o a basso contenuto di alcol, può rappresentare un’ulteriore opportunità. Il mercato internazionale mostra una crescente sensibilità verso prodotti sostenibili e rispettosi dell’ambiente, un trend che i produttori umbri possono sfruttare per posizionarsi in segmenti di nicchia e trovare nuove opportunità di crescita.

Dopo aumento di vino e mosto, importante la promozione del territorio e delle sue peculiarità

Un altro aspetto importante per sostenere il settore vitivinicolo in Umbria è la promozione del territorio e delle sue peculiarità enogastronomiche. Il turismo enologico ha dimostrato di essere un potente strumento di promozione per i vini umbri, attirando visitatori e potenziali acquirenti direttamente nelle cantine e nelle aziende agricole locali. La regione, con le sue colline verdi e i suoi borghi storici, rappresenta una destinazione ideale per il turismo enogastronomico, e la sua valorizzazione può aiutare a sostenere le vendite e a costruire una clientela fedele.

Le iniziative di promozione, come degustazioni, eventi dedicati e percorsi enoturistici, possono offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire e apprezzare i vini umbri, contribuendo così a rafforzare la reputazione della regione come area di eccellenza vinicola.