E’ di questa mattina l’ultimo aggiornamento sul processo di Amanda Knox: la Corte d’assise d’appello di Firenze ha confermato la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
Questa condanna, che è già stata scontata da Knox, risale alle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher avvenuto nel 2007 a Perugia, in cui Patrick Lumumba fu falsamente coinvolto tra gli indagati dalla studentessa americana.
A commentare gli sviluppi della vicenda Knox, in esclusiva ai microfoni di Tag 24 Umbria, è Mauro Valentini, scrittore e giornalista romano esperto in cronaca nera.
Processo Amanda Knox, parla Mauro Valentini
“Da un punto di vista strettamente giuridico e formale, capisco il senso di una sentenza come questa, anche se la reputo molto severa” dichiara Mauro Valentini a proposito della recente condanna per calunnia di Amanda Knox.
“Lo capisco, in quanto la Knox, in effetti, il nome di Lumumba lo fa – dice Valentini – e lo fa sapendo di mentire, quindi di calunnia in gergo tecnico si tratta”.
“Tuttavia, credo che la sua dichiarazione vada contestualizzata in un quadro molto più ampio d’analisi” sottolinea il giornalista.
“Un quadro fatto di grande tensione – spiega – sul piano sia psicologico che emotivo, oltre che di forte pressione mediatica e politica a livello internazionale, senza dimenticare l’aggressività da parte degli inquirenti, come lei stessa più volte ha raccontato di aver subito”.
Valentini su Knox: “Giovane, straniera, in trappola”
“Ciò che nessuno tende a tenere in considerazione – continua Mauro Valentini nella sua riflessione – è la giovane età della Knox, il suo essere una cittadina straniera, l’avere difficoltà a comprendere fino in fondo il significato delle domande che le venivano poste durante gli interrogatori”.
“Non è affatto la prima volta, nella nostra storia giuridica – sostiene il giornalista di nera – che gli inquirenti riescano a tirare fuori pesanti ammissioni dagli indagati, per poi successivamente ritrattarle“.
“Amanda Knox in persona – prosegue Valentini – ha confessato che, sentendosi in trappola, pur di porre fine all’inquisizione, aveva comunicato il primo nome che le fosse passato di mente“.
“Suvvia, mettiamoci tutti nei suoi panni – insiste, ancora, Valentini – proviamo per un attimo a tornare indietro nel tempo, a entrare in caserma insieme a lei, a rispondere con lei a quelle domande per capirne i toni e le pressioni”.
“Dopo vent’anni – evidenzia – è sin troppo facile dire che Knox ha cercato di discolparsi“.
Mauro Valentini: “Caos giudiziario assurdo”
In riferimento alle immagini diffuse dalla stampa sull’udienza a Firenze di questa mattina, Mauro Valentini si sofferma sull’espressione particolarmente provata di Amanda Knox: “Era arrabbiata, in lacrime”.
“Per Amanda, ormai, tutta la vicenda giudiziaria è diventata una questione di principio – rende noto – pertanto, lei desiderava riuscire a essere assolta dal giudice su tutti i livelli, e se ne è uscita piuttosto delusa dopo la sentenza di condanna per calunnia”.
“Del resto, bisogna ammettere che il delitto di Meredith Kercher è tra i pochi casi di immenso caos giudiziario mai visti, un andirivieni assurdo tra assoluzioni ed ergastoli in innumerevoli processi” commenta, inoltre, Valentini.
Valentini convinto dell’innocenza di Knox
“Io, personalmente, sono da sempre convinto dell’innocenza di Amanda Knox e Raffaele Sollecito – fa sapere, poi, Mauro Valentini – c’è una totale assenza di prove a loro carico“.
“Ciò che mi stupisce e rammarica allo stesso tempo – puntualizza – è che il vero assassino, Rudy Guede, abbia scontato una pena ridotta nonostante la scelleratezza dell’omicidio”.
“Tutti noi, come mass media in senso assoluto, dobbiamo fare ‘mea culpa’ perché ci siamo fatti erroneamente influenzare da una serie di elementi non oggettivi, tra insinuazioni e supposizioni, che avevano a che vedere più con la personalità dei protagonisti – ci tiene a far notare Valentini – che non con le dinamiche sostanziali dell’evento”.