La Corte d’assise d’appello di Firenze ha confermato la condanna ad Amanda Knox a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Questa condanna, già scontata da Knox, risale alle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher, in cui Lumumba fu falsamente coinvolto. Questa mattina, la donna statunitense si è presentata in tribunale a Firenze insieme al coniuge e ai suoi legali difensori. Dopo le 10, i giudici si sono ritirati in camera di consiglio e hanno emesso la sentenza circa due ore dopo.
Amanda Knox condannata per calunnia nei confronti di Lumumba
La decisione della Corte d’assise d’appello di Firenze è arrivata dopo un lungo iter giudiziario. Amanda Knox, accompagnata dal marito e dai suoi legali, ha assistito alla lettura della sentenza, mostrando un atteggiamento composto ma chiaramente segnato dalla tensione del momento. La condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba era già stata resa definitiva in passato. Successivamente, un intervento della Corte di Cassazione ha ordinato un nuovo esame delle accuse dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva riconosciuto una violazione del diritto di difesa di Knox durante le indagini.
Le accuse contro Amanda Knox riguardano le dichiarazioni fatte durante gli interrogatori nelle prime fasi dell’inchiesta sull’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto nel novembre 2007 a Perugia. Knox, sotto pressione e in un contesto di grande stress, indicò Patrick Lumumba come coinvolto nel delitto. Lumumba, che gestiva un bar dove Knox aveva lavorato per un breve periodo, fu arrestato ma successivamente prosciolto da tutte le accuse poiché risultò completamente estraneo ai fatti.
L’iter giudiziario che ha portato alla conferma della condanna per calunnia è stato complesso. La difesa di Amanda Knox ha sempre sostenuto che le dichiarazioni fatte contro Lumumba furono estorte sotto coercizione e senza la presenza di un avvocato. Questo punto è stato cruciale per la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha riconosciuto la violazione del diritto di difesa di Knox. La Cassazione italiana, recependo questa indicazione, ha disposto un nuovo esame delle accuse, che si è concluso con la conferma della condanna.
Amanda Knox in lacrime: “Non me lo aspettavo, sono molto delusa”
La Knox ha raccontato nuovamente le ore trascorse in questura a Perugia quando fu arrestata per l’omicidio di Meredith Kercher, un’accusa dalla quale si è sempre dichiarata innocente e per la quale è stata definitivamente assolta. I legali della cittadina americana hanno dichiarato: “Pensava di poter mettere un punto definitivo alla sua innocenza”.
Le dichiarazioni di Amanda Knox davanti alla Corte d’assise d’appello di Firenze:
“Ero esausta, confusa, costretta a sottomettermi. Mi sono appartata per ricostruire la mia sanità mentale” Ha spiegato di avere detto agli investigatori di non poter ripetere davanti a una Corte quanto detto la notte: “Ma loro erano troppo occupati ad arrestare un uomo innocente e a dire davanti alle telecamere che il caso era chiuso. Pochi giorni prima avevamo scoperto in casa la mia amica vittima di un orrendo delitto. Ero sotto choc, esausta, senza casa e lontano dalla mia famiglia. Non ero mai stata così vulnerabile. Mi hanno dato della bugiarda – ha affermato – e si sono rifiutati di credermi. Mi hanno detto che c’erano prove che mi collegavano al delitto. Ho cercato di ricordare quello che non riuscivo a ricordare”.
Il legale di Patrick Lumumba, l’avvocato Carlo Pacelli, ha commentato così l’esito della sentenza: “Amanda Knox non è una vittima ma una calunniatrice”.
L’omicidio di Meredith Kercher
Il caso di Meredith Kercher, una giovane studentessa inglese brutalmente assassinata a Perugia nel novembre del 2007, è uno dei più noti e controversi nella storia recente della cronaca nera italiana. Meredith Kercher, originaria di Coulsdon, nel sud di Londra, era una studentessa di 21 anni iscritta all’Università di Leeds, che si trovava a Perugia per un programma di scambio Erasmus. La notte del 1 novembre 2007, Meredith fu trovata morta nella sua camera da letto nella casa che condivideva con altre studentesse. La scena del crimine era orribile: Meredith era stata aggredita, accoltellata e lasciata morire dissanguata.
Le prime indagini della polizia si concentrarono immediatamente sui coinquilini di Meredith e sulle persone a lei vicine. Amanda Knox, una studentessa americana che viveva nella stessa casa, e il suo allora fidanzato Raffaele Sollecito, furono arrestati poco dopo il ritrovamento del corpo. Knox e Sollecito furono accusati di omicidio e condotti in carcere, mentre le indagini cercavano di ricostruire gli eventi della notte del delitto.
Durante gli interrogatori, Amanda Knox fece dichiarazioni contraddittorie, coinvolgendo Patrick Lumumba, il proprietario di un bar dove lavorava occasionalmente. Lumumba fu arrestato, ma successivamente rilasciato quando si dimostrò la sua totale estraneità ai fatti. Per questa falsa accusa, Knox fu condannata per calunnia.
Il processo di primo grado, iniziato nel gennaio 2009, vide Knox e Sollecito accusati di aver ucciso Meredith Kercher in un gioco erotico finito male.
Nel 2013, la Corte di Cassazione annullò l’assoluzione e ordinò un nuovo processo. Nel 2014, la Corte d’appello di Firenze condannò nuovamente Knox e Sollecito. Ma, ancora una volta, il caso subì un altro colpo di scena. Nel marzo 2015, la Corte di Cassazione assolse definitivamente Amanda Knox e Raffaele Sollecito, mettendo fine a un processo lungo e travagliato.