25 Jun, 2025 - 18:00

Rischio privatizzazione delle ferrovie, l’allarme di Filt Cgil Umbria: “Treni lenti per studenti e pendolari, l’Umbria rischia l’isolamento”

Rischio privatizzazione delle ferrovie, l’allarme di Filt Cgil Umbria: “Treni lenti per studenti e pendolari, l’Umbria rischia l’isolamento”

La paventata privatizzazione del sistema ferroviario italiano, lo spostamento dei treni interregionali sulla linea lenta e la priorità per l'Alta velocità accendono le preoccupazioni della Filt Cgil Umbria. “Privilegiare l’Alta Velocità significherà penalizzare i pendolari e i territori come l’Umbria, destinati a diventare periferia d’Italia”, afferma il segretario regionale del sindacato, Ciro Zeno.
Un allarme che investe non solo la dimensione sociale del diritto alla mobilità, ma anche la tenuta infrastrutturale di una regione già oggi colpita da ritardi, disservizi e marginalizzazione.

“La ragione del profitto non può prevalere sul diritto alla mobilità per tutti”, denuncia Zeno. “I servizi ferroviari devono essere garantiti per studenti, pendolari, lavoratori e per chi ogni giorno dall’Umbria si muove verso Roma o Firenze”.
Nel mirino della sigla sindacale, il rischio che la liberalizzazione del settore - con l’ingresso di nuovi operatori privati - comporti una progressiva riduzione delle tratte locali e dei servizi essenziali. Un pericolo concreto, secondo la Filt Cgil, che già oggi si riflette nei tempi di percorrenza insostenibili: Da Perugia a Roma ci si mettono anche quattro ore, da Terni due, da Orvieto due ore e 45. Siamo tornati alla velocità di crociera di cento anni fa.

La nota sindacale evidenzia inoltre una disparità strutturale: Il Paese ha investito sull’Alta Velocità, ma a beneficiarne è solo il 10% del territorio italiano. Questa è una profonda ingiustizia sociale”.
A preoccupare è anche l’impatto che l’apertura del mercato ferroviario italiano all’estero potrebbe avere sull’offerta dei player nazionali: “Per concedere ai francesi di sfrecciare sulle linee AV italiane, si dovranno togliere tratte agli Eurostar e a Italo. Questo creerà ulteriori danni a chi utilizza il treno per lavorare”.

“Sistema a due velocità, Umbria in Serie C”: l’appello a istituzioni e sindaci

Il quadro delineato dalla Filt Cgil è quello di un sistema ferroviario a più velocità, dove l’Umbria rischia di essere relegata ai margini. “Il sistema umbro rischia il collasso”, è il monito del sindacato, che si rivolge direttamente ai rappresentanti istituzionali del territorio.
“Devono partire tutti, con in testa la presidente della Regione Umbria, l’assessore ai trasporti e tutti i 98 sindaci, senza distinzioni di colore politico. È in gioco il futuro della mobilità regionale”.

L’appello va oltre la mobilitazione già annunciata da 40 sindaci umbri, in vista di un incontro a Roma. Per la Filt Cgil serve una convergenza ampia e determinata, capace di opporsi alla deriva della privatizzazione integrale: “Svegliarsi ora serve a poco se non si cambia la strategia nazionale di privatizzare tutto. Bisogna evitare questo disastro, altrimenti Orvietano, Perugino, Ternano e Folignate resteranno fuori dal mondo.

Il rischio evocato non riguarda solo l’efficienza del servizio, ma anche la coesione territoriale e l’accesso equo ai diritti fondamentali. Nel comunicato si legge preoccupazione anche per quanto potrebbe accadere già nei prossimi mesi: “Nel sistema di gare che si sta configurando, si partirà con gli Intercity nel 2026: il primo servizio universale oggi gestito dal Ministero verrà messo a gara. Il rischio è un abbassamento della qualità dei servizi e delle garanzie per i cittadini”.

“Basta slogan, serve una strategia condivisa”. E l’avvertimento: “Attenti al modello inglese”

La Filt Cgil respinge con decisione ogni approccio di tipo propagandistico o emergenziale. “Non bastano più slogan o apparizioni estemporanee. Serve un’azione costante, un’unione di intenti tra Regione, Province e Comuni”.
Il sindacato chiede trasparenza e impegni concreti: “Se le istituzioni umbre vanno a Roma, vogliamo sapere quale sia il punto di caduta e quali strategie intendano adottare. Altrimenti saranno solo viaggi della speranza”.

Nella parte conclusiva del comunicato, il paragone con il Regno Unito assume il valore di un monito: “La privatizzazione delle ferrovie inglesi di vent’anni fa ha prodotto un tale fallimento da costringere il governo a riacquisire linee e treni dai privati. L’Italia rischia di seguire lo stesso destino”.

A ribadire il senso profondo della mobilitazione, la dichiarazione finale del segretario cigiellino Zeno: “Il diritto alla mobilità non è un lusso, ma un fondamento della democrazia e della coesione nazionale. Privilegiare una rete AV commerciale a scapito dei servizi regionali significherebbe abbandonare intere comunità”.

AUTORE
foto autore
Federico Zacaglioni
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE