01 May, 2025 - 13:30

Primo maggio, la politica umbra chiede impegni concreti su politiche del lavoro e salari

Primo maggio, la politica umbra chiede impegni concreti su politiche del lavoro e salari

Il primo maggio si celebra la Festa del Lavoro, una ricorrenza che deve far riflettere anzitutto sulle condizioni del lavoro stesso. In questa data simbolica anche la politica umbra ha chiesto più tutele per tutti i lavoratori e che vengano approntate adeguate politiche in materia di diritti, sicurezza e pianificazione.

Verini: "Primo maggio una festa che deve unire"

Walter Verini, senatore umbro del PD, ha ribadito il messaggio di unità incarnato dalla Festa del Lavoro: "una festa che deve unire. Tutti i lavoratori, tutti i produttori". Ricordando l'invito del presidente Mattarella a fare del primo maggio una festa che non sia semplicemente rituale, ha invocato maggiori tutele sia per i lavoratori che sul fronte delle politiche industriali. "Occorre dare risposte vere che riguardano la vita e il futuro dei lavoratori: sui salari da troppi anni bloccati, sul salario minimo, sulla sicurezza nel lavoro - scrive il senatore dem in una nota -. E occorre dare risposte per serie politiche industriali e di sostegno alla crescita, che da questo Governo non si vedono. Anche in Umbria la Festa del lavoro deve significare questo impegno".

Verini nomina l'Ast di Terni e chiede certezze per tutti i settori dell'industria "tutto ciò con credibili sostegni legati all'innovazione e alla sostenibilità. In un periodo difficilissimo, aggravato dalle folli politiche trumpiane".

Bistocchi: "Lavoro mezzo di emancipazione"

Anche Sarah Bistocchi, la presidente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, è intervenuta. "Il lavoro deve essere un mezzo di emancipazione sociale, soprattutto per donne e giovani, e non una causa di morte - ha dichiarato -. L'Umbria detiene un triste primato: è la maglia nera italiana per incidenti sul lavoro, a certificarlo in base ai dati dell'Inail è l'Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering.

A questo si aggiunge la piaga del lavoro povero, ovvero di chi è impiegato ma guadagna troppo poco per arrivare alla fine del mese, che nel nostro Paese sta assumendo dimensioni preoccupanti. "L'Italia - prosegue Bistocchi - attraversa un momento difficile: l'Eurostat ha certificato che il 9 per cento dei lavoratori, pur avendo un impiego, è povero. I salari sono tra i più bassi d'Europa, e l'Umbria non svetta tra le regioni italiane.Si tratta di qualcosa di ormai inaccettabile, che lede la dignità umana ed è anche anticostituzionale. Il caro vita, dovuto all'inflazione, ha portato ad una spirale che spinge i redditi verso il basso. Redditi che non si sono mai distinti per livello, come ci ha ricordato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Latina. Un contesto così difficile non fa che aumentare le difficoltà e gli stimoli per l'emigrazione dei giovani. La corsa al subappalto e al massimo ribasso hanno fatto il resto, aprendo anche la strada all'insicurezza, agli infortuni e alle morti. La priorità italiana ed umbra è dunque il lavoro e l'attribuzione di un salario giusto, per un lavoro sicuro ed equamente retribuito".

"L'Umbria - conclude Bistocchi - ha iniziato un percorso che porterà ad investire di più nella sicurezza, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali. Tutte azioni in sinergia, che dovranno riguardare anche il sostegno al reddito e al lavoro, che sarà importante mettere in campo nei prossimi mesi".

Oltre 11 milioni di italiani sono indigenti

L'ultima fotografia dell'Eurostat ritrae una situazione allarmante. In Italia le persone in una situazione di indigenza sono 11 milioni e 92mila. Il 10% degli italiani pur lavorando è povero e l'incidenza maggiore si registra tra i giovani: l'11,8% degli occupati tra i 16 e i 19 anni è povero, mentre la percentuale è del 9,3% tra chi ha fra 55 e 64 anni. I giovani non solo faticano a trovare un impiego ma anche quando ce l'hanno non gli consente di raggiungere il benessere.

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Sara Costanzi
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