02 Oct, 2025 - 19:34

Prete aggredito davanti alla canonica: processo rinviato

Prete aggredito davanti alla canonica: processo rinviato

A fine novembre del 2023 un fatto di cronaca ha turbato gli abitanti di Ponte Felcino, frazione di Perugia. Un uomo di origini nordafricane, già conosciuto in parrocchia per avere ricevuto sostegno economico, si è presentato di nuovo dal parroco, ma questa volta la richiesta non era benigna. Dopo un rifiuto, l’uomo ha reagito con violenza, spingendo a terra il sacerdote e appropriandosi della borsa del religioso insieme a denaro e documenti personali. Il procedimento giudiziario, oggi, ha riacceso i riflettori sulla vicenda, attirando l’attenzione non solo della comunità locale ma anche della cronaca nazionale.

Rapina a Ponte Felcino: sacerdote aggredito davanti alla canonica

Secondo quanto ricostruito nelle indagini coordinate dalla Procura, l’episodio si è verificato il 30 novembre 2023 davanti alla canonica di piazza Bruno Buozzi. Il parroco stava rientrando nella casa parrocchiale quando è stato avvicinato dall’uomo, che ha tentato con insistenza di entrare all’interno della canonica. Al netto del rifiuto, la situazione sarebbe degenerata in pochi istanti, trasformandosi in una vera e propria aggressione fisica. Testimoni hanno riferito di aver sentito urla e movimenti concitati, segno che la scena non è passata inosservata. La dinamica, peraltro, ha colpito profondamente i residenti della zona, che hanno raccontato la paura diffusa nei minuti successivi.

Il racconto della vittima e il legame con l’aggressore

Ciò che rende la vicenda ancora più drammatica è il rapporto personale tra i due. Il religioso ha spiegato di ricordare bene l’individuo, perché in passato lo aveva sostenuto con aiuti economici e piccoli contributi, considerandolo una persona bisognosa. Proprio quel pomeriggio, però, il sacerdote non aveva accolto la nuova richiesta di denaro, ricevendo in cambio una reazione spropositata. L’uomo lo avrebbe strattonato fino a farlo cadere, per poi strappargli il borsello. Nell’accusa è scritto che l’azione è stata compiuta “al fine di procurarsi un ingiusto profitto patrimoniale”.

Il tema della riconoscenza tradita è stato sottolineato da chi conosce il sacerdote: un gesto che ha scosso profondamente la comunità parrocchiale, abituata a vedere nella canonica un luogo di accoglienza. Molti parrocchiani hanno espresso amarezza, sottolineando come il rifiuto a una nuova richiesta non potesse giustificare tanta brutalità.

Cosa è stato sottratto al parroco durante l’assalto

All’interno del borsello del prete si trovavano 150 euro in contanti, una carta di credito, il bancomat, documenti d’identità e le chiavi dell’oratorio. Oggetti di uso quotidiano che per un parroco assumono un valore simbolico oltre che pratico. Il furto delle chiavi dell’oratorio, in particolare, ha destato preoccupazione nella comunità locale per il timore di ulteriori intrusioni o atti vandalici. Alcuni fedeli hanno raccontato come nei giorni successivi sia stato necessario cambiare serrature e rafforzare le misure di sicurezza.

La perdita dei documenti ha inoltre generato ulteriori disagi al sacerdote, costretto ad avviare pratiche burocratiche per ottenere nuovi documenti e bloccare le carte sottratte. Un episodio che ha reso ancora più tangibile la violenza dell’accaduto, non limitata al solo momento dell’aggressione.

Il profilo dell’imputato e i precedenti contestati

L’uomo accusato dell’aggressione è un cittadino algerino, difeso dall’avvocato Michele Maria Amici. Non si tratta del suo unico procedimento penale: sulla sua posizione pesa anche un’altra imputazione per un episodio analogo avvenuto a Perugia ai danni di un pizzaiolo, che avrebbe subito dinamiche simili di violenza e sottrazione di beni. Un quadro giudiziario che ha contribuito ad aggravare la sua posizione di fronte ai magistrati.

Gli inquirenti hanno raccolto testimonianze e documenti che delineano un profilo di recidiva. L’accusa, in questo senso, punta a dimostrare un modus operandi ripetuto e non un gesto isolato. Per questo il processo è seguito con particolare attenzione anche dalle forze dell’ordine, che vedono nel caso un esempio della necessità di vigilanza costante su soggetti già noti alle autorità.

Le prossime tappe del processo al Tribunale di Perugia

Il giudice dell’udienza preliminare ha disposto il rinvio del procedimento a febbraio, quando verrà discusso con rito abbreviato allo stato degli atti. Per il fascicolo relativo alla rapina al sacerdote, invece, si tornerà in aula già a novembre. Due appuntamenti distinti che terranno alta l’attenzione sulla vicenda nei prossimi mesi, seguiti con apprensione anche dalla comunità di Ponte Felcino.

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Francesca Secci
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