Il Partito Democratico (PD) a Gubbio si trova nuovamente in una fase di instabilità politica e organizzativa, segnando l’ennesimo capitolo di una crisi che da anni affligge il partito nella città dei Ceri. La notizia più recente riguarda le dimissioni del commissario Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino, che aveva assunto il ruolo di commissario della sezione eugubina.
Dopo una riunione svoltasi nella sede del PD in Piazza Oderisi, venerdì 20 settembre, Presciutti ha rassegnato le dimissioni, lasciando il partito nelle mani di una reggenza locale, composta da cinque figure di spicco del PD eugubino: Giovanni Manca, Gianni Fabbretti, Ubaldo Casoli, Giovanna Uccellani e Nicola Aloia.
Questa crisi non è un episodio isolato, ma si inserisce in una serie di eventi e tensioni che hanno segnato il PD a Gubbio negli ultimi anni, tra lotte interne, commissariamenti e scelte divisive che hanno indebolito la coesione del partito.
Il commissariamento del PD di Gubbio, deciso a livello provinciale, avrebbe dovuto riportare ordine e coesione all’interno del partito, in vista delle elezioni regionali. Tuttavia, la gestione commissariale non è stata accolta positivamente da tutti i membri locali, in particolare da coloro che si sentivano esclusi o marginalizzati da questa decisione.
Le dimissioni di Presciutti causate dalla instabilità politica e dalla forti resistenze interne
Massimiliano Presciutti, nominato commissario, era stato incaricato di traghettare il partito verso una fase di stabilità, con l’obiettivo di preparare il PD alle elezioni e alla riorganizzazione interna. Tuttavia, la sua gestione ha incontrato forti resistenze a livello locale. I cinque reggenti eugubini — Manca, Fabbretti, Casoli, Uccellani e Aloia — avevano presentato un ricorso al PD provinciale, regionale e nazionale, contestando il commissariamento della sezione di Gubbio e cercando di recuperare il controllo del partito a livello locale.
Le dimissioni di Presciutti sembrano quindi essere il risultato di una situazione insostenibile, in cui le divisioni interne del partito e la instabilità politica si sono aggravate, impedendo una gestione serena e costruttiva del PD eugubino. Ora, con la reggenza nelle mani dei cinque esponenti locali, il compito di guidare il partito verso le elezioni regionali e, successivamente, verso il congresso comunale e regionale previsto per aprile 2025, diventa una sfida di vitale importanza.
La crisi attuale del PD a Gubbio è il risultato di una serie di tensioni e divisioni che si sono accumulate nel corso degli anni. Le elezioni amministrative e la sconfitta storica del partito nelle recenti amministrative, che ha visto la città passare per la prima volta dopo decenni sotto il controllo del centrodestra, hanno evidenziato una frattura profonda tra le varie anime del partito.
Le lotte interne non si sopiscono mentre non riesce a emergere una solida leadership
Da tempo, il PD eugubino è stato al centro di lotte interne tra diverse fazioni, con alcuni membri che spingevano per un rinnovamento della leadership e altri che cercavano di mantenere una continuità con il passato. Queste divisioni e la perdurante instabilità politica hanno reso difficile per il partito presentarsi come una forza unita, capace di proporre un progetto politico chiaro e coerente per la città.
La scelta di commissariare il PD locale era stata vista come una mossa necessaria per ristabilire l’ordine e preparare il terreno per le prossime competizioni elettorali. Tuttavia, il commissariamento ha finito per esasperare ulteriormente le tensioni, poiché molti membri locali hanno interpretato la nomina di un commissario esterno come un atto di sfiducia verso la leadership locale e un tentativo di imporre decisioni dall’alto.
Con le dimissioni di Presciutti, il controllo del PD eugubino torna ora nelle mani dei reggenti locali. Questi cinque esponenti — Manca, Fabbretti, Casoli, Uccellani e Aloia — sono chiamati a svolgere un ruolo delicato: traghettare il partito attraverso un periodo di instabilità, mantenendo l’unità interna e preparando il PD alle prossime elezioni regionali, che saranno un banco di prova fondamentale per il futuro del partito sia a livello locale sia regionale.
Il compito dei reggenti non sarà facile perché dovranno affrontare questioni interne irrisolte, cercando di riunire le diverse fazioni del partito sotto un’unica visione politica. Inoltre, dovranno costruire una strategia elettorale che permetta al PD di recuperare il terreno perso e di presentarsi come un’alternativa credibile al centrodestra, che attualmente governa la città.
Le elezioni regionali costituiranno forse un momento di svolta
Le elezioni regionali rappresentano un momento di svolta per il PD di Gubbio, poiché il risultato delle urne potrebbe influenzare in modo significativo l’equilibrio politico nel territorio. Un eventuale insuccesso alle regionali potrebbe indebolire ancor più il partito, mentre un buon esito elettorale potrebbe dare nuovo slancio e contribuire a superare la crisi attuale.
Guardando al futuro, il PD di Gubbio si trova di fronte a un bivio. Da una parte, c’è la possibilità di un rilancio, se il partito riuscirà a superare le divisioni interne e a presentarsi come una forza coesa e capace di attrarre l’elettorato. Dall’altra parte, però, c’è il rischio di un ulteriore indebolimento, se le lotte interne dovessero continuare a prevalere sull’unità.
Il congresso comunale e regionale del 2025 sarà un momento decisivo per il partito. In quella sede, sarà necessario scegliere una nuova leadership e definire una strategia chiara per il futuro. Tuttavia, per arrivare preparati a quel momento, i reggenti dovranno lavorare duramente nei prossimi mesi, cercando di ricostruire la fiducia interna e di creare un dialogo aperto e costruttivo tra le varie anime del PD.