Si chiama 'Hope' ed è il nome del progetto che si è aggiudicato il Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis. La premiazione ieri, domenica 25 maggio, ad Assisi nella chiesa di Santa Maria Maggiore durante i festeggiamenti per l'ottavo anniversario dell’istituzione del Santuario della Spogliazione. La cerimonia ha visto la presenza di Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, del ministro generale dei Frati minori Cappuccini, fra Roberto Genuin e dell'imprenditore Brunello Cucinelli.
'Hope' come la speranza ma anche l'acronimo che sta per Healing/Guarigione, Opportunities/Opportunità, Protection/Protezione e Empowerment. Il progetto arriva da Goa in India, una meta turistica che ogni anni accoglie almeno 10 milioni di visitatori ma che oltre lo scintillio degli alberghi di lusso, cela una realtà di grave emergenza sociale.
Hope è nato su impulso di alcuni giovani del luogo che insieme alla Caritas di Goa hanno attivato una collaborazione proprio con gli hotel. Il progetto mira a sostenere giovani vittime di abusi e a rischio, alcuni dei quali sordociechi, accogliendo la loro richiesta di aiuto tramite un call center. A loro viene poi fornita una formazione specifica per creare prodotti artigianali ed ecocompatibili, come rotoli di carta igienica, sapone, oggetti artigianali e imballaggi biodegradabili, inclusi kit di ospitalità ecocompatibili personalizzati, progettati e forniti in base alla domanda. Tra gli alberghi di lusso che hanno già aderito, c'è la catena Taj Hotels che ha accolto con favore l'iniziativa. A oggi circa mille giovani sono stati coinvolti nel progetto dando loro una nuova speranza e una rinnovata prospettiva di vita.
Domenica a nome di 'Hope' c'era un sacerdote dell’arcidiocesi di Goa, il reverendo Sanford Rodrigues che ha ritirato il premio consistente in un assegno da 50mila euro che verranno impiegati nel progetto, il foulard della spogliazione realizzato e consegnato da Brunello Cucinelli e l’icona con San Francesco e Carlo Acutis.
"Questa parola inglese per la speranza, HOPE – ha detto il religioso – è più di una parola, è un movimento per dare speranza ai vulnerabili attraverso una nuova economia di fraternità, coinvolgendo il mondo delle imprese, per sostenere un ecosistema che costruisce un futuro di dignità e indipendenza. Attraverso la formazione all’autoimpiego nella produzione di articoli ecologici, il progetto garantisce che i giovani non restino in ambienti di abuso solo perché non hanno i mezzi per vivere indipendentemente dai loro abusatori o oppressori".
L'intenzione, ha annunciato Rodrigues, è quella di esportare il progetto di Goa per creare "una comunità internazionale di fraternità, di change-makers, ispirata dal Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità".
Il vescovo Sorrentino ha riflettuto sul valore della carità che "si fa sempre e comunque, dovunque c’è un bisogno. Però tutti sappiamo anche che la carità può diventare più grande, più efficiente e più vera se diventa carità politica".
La presidente della Regione Stefania Proietti ha sottolineato che si tratta di "un gesto di speranza anche per la nostra Regione perché con questi progetti si racconta l’innovazione sociale che non si ferma alla disperazione della miseria ma guarda con speranza a fare di un problema apparentemente irrisolvibile un’opportunità di sviluppo sostenibile e integrale di lavoro e di crescita".
Brunello Cucinelli, infine, consegnando il foulard realizzato dalla sua azienda, ha ribadito l'importanza di iniziative come 'Hope' per contrastare quel "male dell’anima sempre più diffuso" nella società di oggi.
Un ponte di speranza ha unito l'Umbria all'India dimostrando che, nonostante le distanze geografiche, quelle dell'inclusione e della buona volontà non hanno confini.