Da queste pagine ci siamo a più riprese occupati della vivace scena culturale che anima Calvi dell’Umbria, la porta felice all’estremo sud della nostra regione. Un borgo di appena duemila abitanti che, in netta controtendenza rispetto a quanto accade fuori dai grandi centri, si è andato ripopolando negli anni. Merito di un’altissima qualità della vita che può vantare eventi di spessore e un’attenzione all’ambiente e alle tradizioni che rappresenta ormai una buona pratica e costituisce un singolare caso di studio. Proprio a Calvi dell’Umbria si tiene ormai da quattro edizioni il prestigioso Premio Roberto Rossellini, creato dal figlio Renzo in memoria del celeberrimo padre, uno dei pilastri nella storia del cinema mondiale e riservato alle sceneggiature originali di giovani autori.
Il Premio Rossellini a Calvi dell’Umbria: una formula vincente
Il Premio è nato con la volontà di incoraggiare i giovani cineasti che, dopo un’accurata selezione da parte di una giuria di noti esperti, hanno la possibilità di veder realizzata la propria sceneggiatura. La formula del Premio Rossellini, che fino a pochi anni fa veniva ospitato a Maiori, in Costiera Amalfitana, è particolarmente interessante.
Le sceneggiature vincitrici ricevono ognuna dei fondi per essere girate. Dove? Proprio a Calvi dell’Umbria. Il paese nel periodo estivo si trasforma in un vero e proprio set cinematografico in cui a dare il proprio contributo alle troupe sono spesso gli stessi abitanti. I calvesi si prestano felicemente come attori, comparse, collaboratori fondamentali dei set e delle troupe. Molti partecipano anche dai comuni limitrofi e tanti sono i turisti incuriositi, come ci ricordava Francesco Verdinelli, che oltre ad essere il direttore artistico del Calvi Festival, è l’artefice del binomio Calvi-Premio Rossellini.
Domani la premiazione alla Festa del Cinema di Roma
Amico di lunga data di Renzo Rossellini, Verdinelli anni fa lo invitò a Calvi. Qui Rossellini rimase colpito dalle enormi potenzialità dell’incantevole borgo, intravedendovi il luogo ideale per dare concretezza alle aspirazioni dei giovani di talento. E così è stato negli ultimi quattro anni.
I corti realizzati a Calvi ammontano oggi, con quelli dell’edizione 2024, a 12. Vengono poi presentati in vari festival, sia nazionali che internazionali e hanno avuto il merito, fra gli altri, di mostrare Calvi a tutto il mondo. Per l’edizione 2024 del Premio Rossellini, la sedicesima, sono pervenute e sono state esaminate dalla giuria oltre 70 sceneggiature, un segnale chiaro di quanta considerazione goda ormai questo riconoscimento.
Annualmente la presentazione e la premiazione dei corti vincitori si tengono a Roma, durante la Festa del Cinema. La data segnare il calendario è domani, venerdì 25 ottobre. L’appuntamento è per le 15:00 presso lo Spazio Lazio Terra di Cinema della Regione Lazio all’Auditorium Parco della Musica.
Da Calvi a Roma, un’occasione di orgoglio e prestigio. I vincitori e le motivazioni
I premiati sono tutti giovani autori under 35. La giuria era composta quest’anno da Gabriella Boccardo, Silvia D’Amico Bendicò, Alberto Bassetti, Alessandro Rossellini, Rosario Tronnolone. Il Presidente onorario è Renzo Rossellini. Dopo un’attenta selezione delle numerose sceneggiature sono stati scelti:
- “Per non dimenticare” di Zoe Perfetti e Vincenzo Merlo.
- “Scusa” di Giulio Novelli.
- “Trentasei Sensei!” di Leonardo Gaspa, Elisa Angeli e Matteo Franchetti.
Riportiamo le motivazioni che hanno determinato la selezione.
“Per non dimenticare”, rendendo omaggio alle vittime di Calvi dell’Umbria, pone l’accento sulla nostra Storia recente e sull’importanza della memoria, attraverso il rapporto affettivo tra due generazioni non contigue. Un Passato da recuperare.
“Scusa” rappresenta con grande delicatezza e asciuttezza, ma con altrettanta capacità di suscitare l’emozione, lo strazio interiore di una scelta definitiva e il sentimento di un’amicizia che condivide tutto e che accompagna fino alla fine. Un Presente da condividere.
“Trentasei Sensei” riflette con surreale leggerezza sul tema della formazione, sulla responsabilità degli educatori e sulla fiducia nella capacità di apprendimento degli allievi, anche nei casi apparentemente più difficili. Un Futuro in cui credere.