Precari della sanità in Umbria: buone notizie in arrivo. A breve, infatti, saranno stabilizzati ben 594 lavoratori (ma potrebbero essere di più). Si tratta di professionisti e operatori che attendono, alcuni da anni, il contratto di lavoro a tempo indeterminato nelle strutture sanitarie regionali. In gran parte medici e altri professionisti entrati in servizio nel periodo della Pandemia da Covid-19. Lo stato di attuazione del programma di stabilizzazione e le tempistiche previste per completarlo, sono state al centro di un confronto tra l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto e i consiglieri regionali Stefano Pastorelli e Paola Fioroni (del gruppo Lega). I due consiglieri, infatti, avevano presentato un’interrogazione a risposta immediata. Un documento nel quale chiedevano gli “intendimenti per la stabilizzazione del personale dirigenziale e non dirigenziale sanitario, socio-sanitario, amministrativo, tecnico e professionale reclutato dagli enti del servizio sanitario”

Precari della sanità: entro il mese di aprile contratti in vista per 457 operatori del settore

594 sono le unità totali di cui si prevede la stabilizzazione – ha affermato l’assessore Coletto -. Anche  se il totale di ammessi è suscettibile di incrementi, perché la Asl 2 sta ancora definendo alcuni atti. 457 sono le stabilizzazioni previste nel 2024, di queste 210 già effettuate. Il processo si completerà entro aprile di quest’anno. I vantaggi apportati dalle stabilizzazioni riguardano la valorizzazione e il consolidamento delle esperienze maturate dal personale. Per le due aziende c’è anche la possibilità di concorrere al potenziamento delle strutture che presentano criticità di organico. Infine, intendiamo fornire servizi più stabili e, soprattutto, ridurre i contratti a tempo determinato e il personale precario”.

Le stabilizzazioni potrebbero crescere ulteriormente con le verifiche in corso alla USL Umbria 2, dove sono in corso di definizione nuovi atti

Usl Umbria 1 ha già stabilizzato 137 dipendenti, Usl Umbria 2 129 precari

Illustrando l’atto ispettivo, il consigliere Pastorelli ha spiegato che “nel luglio 2023 le due Aziende Sanitarie dell’Umbria avevano disposto la stabilizzazione del personale precario“.

Fino ad ora l’Usl Umbria 1 ha provveduto a stabilizzare 137 dipendenti (infermieri, operatori socio-sanitari, medici, tecnici e specialisti), che avevano prestato la loro opera durante la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. L’Azienda Usl Umbria 2 ha disposto un piano di stabilizzazioni con assunzioni a tempo indeterminato di 129 professionisti della salute (operatori socio sanitari, infermieri, audiometristi, assistenti sociali, ostetriche).

Precari della sanità: in centinaia hanno prestato servizio durante la crisi medica della pandemia Covid

La Regione Umbria ha annunciato l’intenzione di stabilizzare circa 500 professionisti del settore medico e sanitario. Sono infermieri, operatori socio-sanitari, medici, tecnici e autisti del servizio 118 – ha detto il consigliere regionale -. Si tratta di professionisti che hanno prestato servizio con impegno e abnegazione durante la crisi sanitaria da Covid-19“.

Dai consiglieri firmatari era dunque arrivata la richiesta all’assessore Coletto di chiarire le intenzioni della Regione sullo stato di attuazione del programma di stabilizzazione e le tempistiche previste per completarlo. Chiarimenti sono stati chiesti anche in merito alla tipologia di categorie professionali e al numero di candidati ammessi alla procedura di stabilizzazione. Inoltre, sulle misure che sono state adottate per garantire il processo di stabilizzazione in modo trasparente, equo e nel rispetto dei principi di merito e competenza. Infine, sui vantaggi che queste stabilizzazioni apporteranno al sistema sanitario regionale e alla qualità dei servizi offerti alla popolazione.

Il consigliere Pastorelli è detto “completamente soddisfatto della risposta e delle stabilizzazioni previste. Un impegno che dimostra la politica dei fatti che viene seguita da questa Giunta per dare risposta ai lavoratori precari ed anche ai cittadini, che potranno avere risposte sanitarie migliori”.