L’estate sta finendo e si avvicina l’apertura della stagione di caccia in Umbria. Nei mesi scorsi dalle pagine di Tag24 Umbria abbiamo seguito da vicino tutta la questione che, soprattutto sulla preapertura, è stata ed è tuttora delicata. Da un lato le richieste dei cacciatori sostenute dalla consigliera leghista Manuela Puletti, dall’altra le direttive europee che pongono limiti sia alle specie cacciabili sia alle giornate concesse ai cacciatori. Ieri la terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Elena Proietti, ha definitivamente approvato il calendario venatorio 2024/2025. Immediata la reazione di Puletti che, dopo tante battaglie, non si dichiara soddisfatta.
Caccia in Umbria: le modifiche al calendario venatorio
Come da tradizione, in Umbria la giornata di preapertura si terrà la prima domenica di settembre, ovvero il primo settembre 2024. In particolare, le modifiche da parte della Regione, inseriscono tra le specie cacciabili nella giornata di preapertura oltre alla tortora selvatica, anche le specie cornacchia grigia, gazza e ghiandaia.
Il provvedimento regionale mira a contenere ulteriormente l’attività predatoria messa in atto dai corvidi nei confronti della selvaggina e a tutelare le colture agricole soggette a danneggiamento in sinergia con i Piani di controllo già adottati dalla Regione Umbria. L’atto ha ricevuto un parere favorevole da parte di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Puletti scontenta sulla preapertura della caccia in Umbria
Se dalla Regione Umbria le modifiche al calendario venatorio rispondono a esigenze volte alla tutela delle specie animali e delle colture, la consigliera Puletti che da mesi chiedeva a gran voce una “preapertura dignitosa” per la soddisfazione dei cacciatori, è rimasta scontenta e parla di una “vittoria zoppa“. Perché sì, quella del primo settembre sarà una preapertura per tutta la giornata, ma sarà l’unico giorno a differenza di quanto accade in altre regioni che hanno chiesto e ottenuto deroghe sia sulle tempistiche che sulla varietà di specie cacciabili.
“Per mesi – sottolinea Puletti – in maniera pressante, a volte anche con toni accesi, ho chiesto ed auspicato una preapertura simile a quella delle Marche, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio e di tante altre Regioni che con un pizzico di coraggio ed una visione programmatica sulla caccia sono riuscite ad ottenere. Invece l’Umbria avrà in preapertura solo la tortora selvatica con app e carniere ridotto a meno di 3mila capi complessivi e i corvidi“. E proprio sulla tortora selvatica l’esponente leghista aveva già presentato un’interrogazione in Giunta alla fine di maggio.
Ma la tortora selvatica non è l’unica specie nel mirino di Puletti. “Tolta infatti – prosegue nella sua nota – anche l’ipotesi del piccione di città, perché Ispra ha dato su questa specie parere negativo. Parere che, ricordiamo, è obbligatorio ma non vincolante. Inserire il piccione – commenta Puletti – sarebbe stato un atto di coraggio ambizioso, sintomo di una politica venatoria a fianco dei cacciatori. E’ una preapertura che sicuramente non rispecchia la linea politica della Lega, che aveva fatto richieste ancora più ambiziose, come il fringuello e la peppola. Con razionalità, che rivendichiamo, la Lega stava infatti portando avanti l’ipotesi di una preapertura sulla carta adottabile e sostenibile, come fatto da altre Regioni“.
Puletti accusa: “Da Regione solo palliativi sulla caccia”
Eppure, secondo Puletti, qualche nota positiva c’è in questa preapertura “zoppa“. “Per la prima volta in tanti anni- scrive la consigliera – non ci sarà la scure dell’app che, raggiunto in un paio d’ore il carniere della tortora, costringeva i cacciatori a tornare a casa“. Questo il tempo necessario a riempire il carniere della tortora.
“Il primo settembre dunque, grazie all’introduzione dei corvidi – conclude Puletti – i cacciatori potranno almeno cacciare per tutta la giornata. Ma si tratta di un palliativo rispetto ad una situazione che poteva essere gestita diversamente“.