Un'altra riunione convocata dalla Regione Umbria con Enel Green Power, le Province di Terni e Perugia e i Comuni interessati dai corsi d’acqua Nera, Velino e Tevere, ha riacceso i riflettori su una vicenda che da mesi agita il dibattito locale: la possibile chiusura del Posto di Teleconduzione di Terni, struttura che sovrintende la gestione e il controllo degli impianti idroelettrici del territorio.
Un’ipotesi che Comune e Provincia di Terni respingono con decisione, definendo il presidio “un nodo strategico per la sicurezza idrografica e per l’intero sistema produttivo”.
Alla riunione erano presenti l’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca, l’assessore comunale allo Sviluppo economico Sergio Cardinali e il Capo di Gabinetto della Provincia di Terni Raffaello Federighi. I rappresentanti istituzionali, insieme alle organizzazioni sindacali, hanno ribadito la contrarietà a un provvedimento che Enel vorrebbe attuare accorpando la sede ternana a una struttura in Abruzzo.
Nel corso dell’incontro, il confronto - nato per analizzare lo stato manutentivo di impianti, laghi e infrastrutture idroelettriche - si è rapidamente spostato sulla vertenza del Posto di Teleconduzione, da tutti considerato “elemento necessario e imprescindibile per la sicurezza e l’efficienza dell’intero sistema idrico e produttivo regionale”.
Comune e Provincia di Terni hanno definito la chiusura “una scelta arrogante e miope, che priverebbe il territorio di competenze tecniche uniche e di un presidio essenziale in un’epoca segnata da fenomeni climatici estremi”.
La struttura, infatti, garantisce il monitoraggio in tempo reale dei flussi idrici, la gestione coordinata delle centrali e la prontezza di intervento in caso di criticità ambientali o emergenze.
L’assessore Sergio Cardinali ha sottolineato che il trasferimento rappresenterebbe “un colpo durissimo per l’economia e per la sicurezza del territorio, oltre che un passo indietro nel rapporto tra Enel e le comunità locali”.
In particolare, Cardinali ha spiegato: “Comune e Provincia di Terni non intendono giocare un ruolo passivo di fronte a una decisione che penalizzerebbe fortemente il territorio. Il Posto di Teleconduzione non è solo un centro operativo, ma un punto nevralgico per la gestione sostenibile della risorsa idrica e per la sicurezza di bacini e centrali”.
Il Capo di Gabinetto Raffaello Federighi ha ribadito la linea condivisa dalle istituzioni locali: “Spostare il controllo fuori regione significa indebolire la capacità del territorio di reagire e pianificare, in un momento in cui la transizione energetica richiede proprio il contrario: più presidio, più competenze, più prossimità”.
Le istituzioni e i sindacati hanno messo in evidenza anche il rischio occupazionale e industriale che deriverebbe dal trasferimento. La chiusura del Posto di Teleconduzione comporterebbe infatti la perdita di professionalità altamente specializzate e di un know-how non replicabile altrove.
In un territorio che già ha conosciuto negli anni processi di ridimensionamento industriale, la prospettiva di un nuovo arretramento preoccupa profondamente.
L’assessore Cardinali ha aggiunto: “La decisione di Enel, se confermata, significherebbe anche rinunciare a una parte importante dell’identità produttiva di Terni, che da oltre un secolo vive un rapporto simbiotico con l’energia e con l’acqua. Si rischia di smantellare un patrimonio tecnico e umano che non può essere disperso in nome di una logica di efficienza che ignora la responsabilità territoriale”.
Un altro tema al centro del confronto riguarda la scarsa redistribuzione dei profitti di Enel sul territorio umbro. Comune e Provincia hanno ricordato come la società energetica continui a trarre benefici economici consistenti dallo sfruttamento delle risorse idriche locali, a fronte di un reinvestimento considerato “insufficiente e non commisurato ai ritorni generati”.
Parallelamente è stata espressa forte preoccupazione per la progressiva esternalizzazione dell’officina meccanica di riparazione della componentistica degli alternatori delle centrali idroelettriche, definita “unica in Italia per competenze e capacità tecnologica”.
Al termine dell’incontro, Comune e Provincia di Terni hanno presentato una richiesta formale ad Enel Green Power per ritirare il provvedimento di chiusura e avviare un tavolo di confronto permanente su tutte le questioni legate alla gestione della risorsa idrica e allo sviluppo energetico del territorio.
“Chiediamo ad Enel un segnale di responsabilità - ha concluso Cardinali -. È necessario aprire un dialogo continuo, che metta al centro non solo la redditività industriale, ma anche la sicurezza, l’ambiente, l’occupazione e la coesione territoriale. Il futuro energetico dell’Umbria non può essere deciso altrove”.
L’Umbria, e Terni in particolare, tornano così a rivendicare un ruolo da protagoniste nella partita energetica nazionale. Il Posto di Teleconduzione diventa, in questa prospettiva, il simbolo di una battaglia per la sovranità gestionale delle risorse locali, in un equilibrio sempre più delicato tra impresa, sicurezza e sviluppo sostenibile.