“Ambasciator non porta pena” o forse sì. Il famoso proverbio popolare per il quale non si dovrebbe addossare alcuna colpa a chi porta notizie per conto di altri non sempre vale. Una corrispondenza non gradita può, infatti, anche finire in rissa. E’ successo a Perugia, nel quartiere di Ferro di Cavallo, in zona periferica. Un uomo ha aggredito il postino colpendolo con un pugno in pieno volto mosso dalla rabbia per aver appena ricevuto una multa indesiderata.
Postino aggredito per una multa indesiderata
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, un postino, nello svolgimento del suo ordinario lavoro quotidiano, si sarebbe recato davanti all’abitazione del destinatario della missiva cui avrebbe consegnato l’incriminata lettera. Senza ombra di dubbio, una comunicazione che non avrebbe desiderato ricevere, probabilmente una raccomandata con una qualche richiesta di pagamento, si pensa per esempio ad una multa. Sta di fatto che la posta non è stata per niente di gradimento al cittadino, che ha reagito alla notizia, in preda ad un attacco d’ira, sferrando un destro al portalettere dritto in faccia.
Il postino aggredito col tema multa ha riportato gravi lesioni in faccia che gli sono costate ben sette giorni di prognosi, come testimonia il referto dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. L’aggressore è stato naturalmente denunciato dalla vittima alle forze dell’ordine.
Perugia, è già successo in passato
Verrebbe da pensare che fare il postino sia diventato un mestiere poco fortunato, se non perfino pericoloso, nella zona di Ferro di Cavallo, visto che episodi di aggressione ai danni di questa figura professionale non sono nuovi nei dintorni. Qualche anno fa, nel 2017 per l’esattezza, una portalettere era stata assalita dai cani del destinatario della posta al momento della consegna. I due animali, di grossa taglia, avevano azzannato la donna ad entrambe le gambe causandole ferite importanti, per guarire le quali le erano occorsi trenta giorni di cure, complici anche un’infezione e il bisogno di ripetere tutta la profilassi antitetanica.
La vicenda si era conclusa con una sentenza del giudice di pace di Perugia che aveva condannato l’imputato a 300 euro di multa e ad una provvisionale di mille euro, mentre i danni erano da liquidarsi in separata sede. In aula di Tribunale la donna aveva raccontato: “Era una casa con il cancello automatico, io ho suonato e ho atteso fuori, hanno subito aperto, due cani sono immediatamente usciti e mi hanno aggredito uno per gamba. Uno era un pastore tedesco e l’altro un incrocio di taglia grande, uno mi ha azzannato al polpaccio sinistro e l’altro alla coscia e natica destra. Io ho avuto i cani attaccati per un po’, poi mi sono trascinata e sono rientrata in auto”. Oltre a ricostruire i fatti, la portalettere aveva anche spiegato ai magistrati come il suo lavoro da quel giorno non fosse stato più lo stesso. “Adesso ho paura quando mi avvicino a casolari isolati” aveva detto, confidando di soffrire di incubi frequenti che la portassero a ricordare l’accaduto.
L’accusa per il proprietario della villetta era stata quella di lesioni personali colpose, in quanto il padrone dei cani, a detta dei giudici, non avrebbe approntato tutte le misure necessarie ad impedire che gli animali presenti nella propria abitazione aggredissero la donna.
Tale responsabilità penale è strettamente correlata alla previsione civilistica ex art. 2052 c.c. per cui “Il proprietario di un animale è responsabile dei danni cagionati dallo stesso, sia che fosse sotto la sua custodia sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito”. Un onere probatorio dunque particolarmente gravoso in capo al proprietario del cane, il quale non può liberarsene solo testimoniando di aver adottato la necessaria diligenza ad evitare il danno ma necessita di addurre prove atte a dimostrare che si è trattato di un caso fortuito.