La scongiurata privatizzazione delle Poste Italiane, il rinnovo del contratto nazionale e il piano industriale: questi i temi principali trattati dall’esecutivo allargato della Slp Cisl Umbria, che si è tenuto nei giorni scorsi a Ponte San Giovanni di Perugia.
E proprio la chiusura del Contratto nazionale, scaduto alla fine del 2023, è per la segreteria della Slp Cisl Umbria uno dei temi più caldi da affrontare. In Umbria la trattativa coinvolge 1600 tra lavoratrici e lavoratori.
“Siamo a buon punto con il rinnovo – precisa il segretario generale regionale Marco Carlini -. E speriamo di chiudere la partita entro l’estate. I prossimi mesi poi saranno importanti per i lavoratori delle Poste Italiane anche per quanto riguarda il business plan di Poste. Saremo impegnati – sottolinea – nella discussione del piano industriale, in quanto per noi ci sono alcuni punti che dovranno essere discussi e rivisti”.
Le richieste dei sindacati di Poste Italiane per il rinnovo del contratto 2024-2026 sono ambiziose. E mirano a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti in un contesto di continua evoluzione tecnologica. La stessa Slp Cisl si preparara a discutere la piattaforma nelle assemblee dei lavoratori in Umbria, per poi elaborare la piattaforma finale che sarà ufficialmente presentata all’azienda.
Poste Italiane, il rinnovo del contratto passa per l’innovazione tecnologica anche in Umbria
Durante l’esecutivo, è stata sottolineata l’importanza di coinvolgere maggiormente i dipendenti nei processi decisionali dell’azienda. “La Cisl chiederà con forza che il tema della partecipazione sia centrale in questo rinnovo, affinché possa affermarsi il protagonismo dei lavoratori all’interno dell’azienda paese“. Inoltre, i sindacati propongono la creazione di una cabina di regia per gestire l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale. Questo organo dovrebbe garantire che l’evoluzione tecnologica venga affrontata in modo organizzato e che gli inquadramenti del personale siano adeguati alle nuove competenze richieste.
Tra le richieste principali, vi è un aumento di 260 euro per il livello medio di riferimento nel triennio 2024-2026. Questo incremento, spiegano i sindacati, è giustificato dai buoni risultati economici dell’azienda, dal valore delle azioni e dalla sua elevata redditività. Inoltre, si tiene conto dell’alto tasso inflattivo che ha penalizzato i salari dei dipendenti negli ultimi anni.
Oltre all’aumento salariale, i sindacati propongono una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per rispondere alle sfide poste dall’innovazione tecnologica e dall’intelligenza artificiale. La trasformazione digitale, infatti, potrebbe influire sui livelli occupazionali e richiede nuovi modelli organizzativi.
Privatizzazione scongiurata, la soddisfazione della Cisl per aver evitato il taglio degli sportelli
“Ringrazio il segretario generale Cisl nazionale Luigi Sbarra per la vicinanza che ci ha dimostrato nella vertenza sulla privatizzazione. Il governo ha fatto marcia indietro – dichiara il segretario generale regionale Slp Cisl Umbria Marco Carlini nella relazione introduttiva dei lavori –, mantenendo il 51% delle azioni. Anche il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti, la sua segreteria e i coordinatori delle Aree Sindacali Territoriali della Cisl Umbria, si sono prodigati per dare visibilità e sostegno alla nostra posizione. Ribadendo anche loro le possibili conseguenze negative che si sarebbero potute verificare anche in Umbria“
Ai lavori l’intervento del segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti: “Il dialogo e il confronto nella vertenza Poste Italiane hanno portato ai risultati sperati: infatti è stato raggiunto un importante accordo, scongiurando la possibilità della privatizzazione di un gioiello italiano che sta dando risultato sia dal punto di vista economico che in ricadute sociali nel territorio. L’accordo raggiunto inoltre è importante in quanto veicola la politica della partecipazione dei lavoratori rispetto alle strategie di impresa. Questo strumento deve servire per valorizzare il personale che svolge un ruolo importante anche nei territori più difficili e soprattutto in quelli marginali”.
Il segretario Manzotti a riguardo ricorda il ruolo svolto durante la fase pandemica e nel ricordarlo fa riferimento anche a quel processo di desertificazione bancaria che sta riguardando anche, ormai da tempo, l’Umbria. “L’azione di Poste Italiane – conclude il segretario – ha consentito lo sviluppo dei portafogli di alcuni territori”.