La recente decisione del Governo Meloni di ridurre i trasferimenti ai Comuni ha suscitato un acceso dibattito. Questa misura, ritenuta inaccettabile e preoccupante dalla consigliera regionale Donatella Porzi del Gruppo Misto, comporterà un taglio di ben 16 milioni di euro per i Comuni umbri. Porzi sottolinea come la scelta del taglio dei trasferimenti metterà in seria difficoltà le amministrazioni locali. Costringendole a ridurre servizi essenziali o a incrementare le tasse per i cittadini.
Taglio dei trasferimenti ai Comuni: quali conseguenze porteranno secondo Porzi
“È inaccettabile e preoccupante il taglio dei trasferimenti ai Comuni da parte del Governo Meloni“, afferma Donatella Porzi in una nota diffusa dalla Regione Umbria. Secondo la consigliera regionale in questo modo i sindaci saranno inevitabilmente costretti a prendere decisioni difficili. “Questa operazione, che dimostra la totale incapacità di pianificazione del Governo, costerà ai Comuni umbri ben 16 milioni. E inesorabilmente costringerà i sindaci a tagliare servizi essenziali o a mettere mano alle tasche dei cittadini aumentando le tasse o riducendo i sostegni a favore delle famiglie più bisognose“.
Uno scenario, questo, che potrebbe avere ripercussioni significative sul benessere delle comunità locali, aggravando ulteriormente la situazione delle fasce più vulnerabili della popolazione. Un aspetto particolarmente controverso del taglio, inoltre, riguarda il criterio adottato dal Governo. Criterio che penalizza maggiormente i Comuni che hanno investito di più nelle opportunità offerte dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
“Il paradosso dei paradossi“, spiega ancora Donatella Porzi nella nota, “è che il criterio adottato prevede che i tagli incidono in misura maggiore nei Comuni che hanno investito di più sulle opportunità offerte dal Pnrr“. “Della serie: siete stati bravi a mettere a terra le risorse trasformandole in progetti. Ora vi togliamo i soldi per mantenere ciò che avete realizzato“, scrive sarcastica. Detto altrimenti, i Comuni dell’Umbria che hanno lavorato duramente per trasformare le risorse in progetti concreti si trovano ora a dover fare i conti con una riduzione dei finanziamenti necessari.
Porzi e il taglio dei trasferimenti ai Comuni: necessità di una revisione delle politiche di bilancio
In risposta a questa decisione del governo, 43 sindaci umbri hanno scritto al ministro Giorgetti per rivendicare le risorse tagliate. Donatella Porzi ha espresso il suo pieno supporto a questa iniziativa. Promettendo di interrogare la Giunta regionale affinché prenda una posizione forte contro quella che definisce una scelta scellerata. “Non posso, dunque, che plaudire alla battaglia ingaggiata dai 43 sindaci umbri che hanno scritto al ministro Giorgetti per rivendicare queste risorse. E la sosterrò interrogando la Giunta regionale affinché prenda una forte posizione contro contro la scelta scellerata di un governo, del suo colore, che tagliando i fondi ai Comuni, di fatto riduce i finanziamenti ai cittadini“, conclude.
La situazione messa in evidenza dalla consigliera regionale del Gruppo Misto punta l’attenzione sulla necessità di una revisione delle politiche di bilancio del Governo. È cruciale che le decisioni prese a livello centrale non penalizzino i Comuni virtuosi. Ma piuttosto li sostengano nel mantenere e migliorare i servizi offerti ai cittadini. Un dialogo costruttivo tra Governo e amministrazioni locali potrebbe essere la chiave per trovare soluzioni che evitino di gravare ulteriormente sulle comunità già in difficoltà.
La lettera dei sindaci umbri a Giorgetti e Piantedosi
Quello sul taglio dei trasferimenti ai Comuni umbri sottolineato da Donatella Porzi è un tema che suscita in questi giorni diverse tensioni. 43 sindaci dell’Umbria hanno deciso di non rimanere in silenzio e prendere carta e penna per rivolgersi direttamente ai ministri Giancarlo Giorgetti e Matteo Piantedosi. La missiva, sottoscritta dai primi cittadini di importanti comuni come Perugia, Assisi, Piegaro, Spoleto, Cascia e Città di Castello, esprime forte preoccupazione per i tagli alle risorse essenziali. “A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni umbri“, affermano.
Il nucleo della protesta risiede nello schema di decreto ministeriale che prevede un riparto del contributo alla finanza pubblica, come stabilito dall’articolo 1, comma 533, della legge del 30 dicembre 2023, n. 213. Tale decreto comporta un taglio annuo di 250 milioni di euro fino al 2028. Di cui 200 milioni a carico dei Comuni e 50 milioni a carico delle Province e delle Città metropolitane. “Gli schemi che stanno circolando prevedono 16 milioni di euro di taglio netto ai Comuni umbri. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri enti“, spiegano i sindaci nella loro lettera.
Fronte compatto, quindi, nel considerare questi tagli come una minaccia diretta alla capacità di fornire servizi essenziali ai cittadini. Quello che chiedono “con forza” è “che queste risorse, essenziali per finanziare la spesa corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni“. L’alternativa, che definiscono inaccettabile, sarebbe quella di ridurre i servizi o aumentare le tariffe, trasferendo il peso delle decisioni governative sui cittadini. “Tagli e aumenti che dovremo motivare, spiegando ai cittadini in termini chiari come, a fronte di spese aumentate per dar loro servizi essenziali, le risorse vengano drasticamente ridotte per scelte che hanno luogo lontano dalle nostre comunità Umbre. Non vorremmo che questa fosse l’autonomia che residua ai Comuni: tagliare e far pagare di più i cittadini“.
Le richieste dei sindaci umbri
Un ulteriore rischio evidenziato dai primi cittadini è quello di generare disavanzo nei bilanci comunali, una situazione che comprometterebbe la reputazione della regione. “Non vorremmo che alcuni sindaci umbri si trovassero, e sarebbe un duro colpo per l’immagine della nostra regione, nella condizione di generare disavanzo nei bilanci. Da umbri, crediamo che sarebbe una ferita rispetto alla storica capacità di gestire in autonomia la tenuta sociale e lo sviluppo delle nostre comunità“, si legge nella lettera.
I sindaci dei Comuni umbri, pur comprendendo la necessità di contribuire al bene della finanza pubblica, chiedono che le risorse attuali non vengano ridotte. In alternativa, chiedono maggiore flessibilità nella redazione dei bilanci per i prossimi cinque anni, permettendo di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno. “Dateci la possibilità di non mortificare i nostri cittadini e di garantire i servizi come abbiamo fatto, con enormi sacrifici, negli ultimi anni. Solo così gli investimenti che stiamo attuando attraverso il Pnrr faranno ripartire l’Umbria e l’Italia“.