Collega direttamente alla Rocca Albornoz e insieme ad essa è il monumento più iconico di Spoleto di cui disegna l’inconfondibile skyline. Stiamo parlando del Ponte delle Torri che finalmente riaprirà al pubblico dopo otto anni. Ad annunciarlo è stato il sindaco Andrea Sisti nella seduta di ieri del Consiglio comunale. La data da segnarsi in calendario è domenica 8 dicembre 2024.
Dopo otto anni, riapre il Ponte delle Torri di Spoleto
L’antico Ponte delle Torri di Spoleto era stato chiuso nell’agosto 2016, a seguito del sisma che aveva sconvolto tutto il centro Italia. Da allora erano partiti importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento costati circa 1,2 milioni di euro stanziati dal Ministero della Cultura e gestiti dalla Direzione Regionale dei Musei dell’Umbria.
Quella lunga attesa ha avuto fine e ora il bene sarà restituito alla comunità. Cittadini e turisti potranno così tornare a passeggiare e a raggiungere con questa via privilegiata, la Rocca. Qui già a maggio scorso erano stati riaperti gli antichi camminamenti militari, altrimenti inaccessibili, oltre al giardino interno del Malborghetto.
Il primo cittadino di Spoleto ci ha tenuto a ringraziare tutti i soggetti che hanno contribuito a rendere possibile la riapertura. In particolare la VUS – Valle Umbra Servizi che si è occupata dell’ultimissima fase dei lavori con la sostituzione delle tubazioni idriche.
Storia di un monumento dall’origine incerta
La costruzione del Ponte delle Torri di Spoleto si perde tra le pagine dell’antichità: tutt’oggi gli storici non sono ancora concordi nell’individuare la data precisa di edificazione. Forse di origine romana, non rimangono però tracce dell’impianto originale. La certezza è che il suo aspetto attuale risalga alla fine del Trecento, tra il XIII e il XIV secolo, quando venne edificata la vicina Rocca per volere di papa Innocenzo VI.
Chiara è invece la sua funzione. Alto 80 metri e lungo 230, realizzato in calcare locale e sorretto da nove piloni collegati da arcate, era un acquedotto che convogliava in città l’acqua da Monteluco con cui tuttora funge da collegamento. Nel corso dei secolo è stato anche utilizzato come avamposto militare e dogana. I due sostegni centrali sono infatti cavi e al suo interno ospitavano prima le guardie che sorvegliavano la città e poi i gabellieri che riscuotevano i dazi.
Anche Goethe ne rimase colpito
Il ponte nel corso dei secolo ha affascinato innumerevoli viaggiatori ed è stato una delle mete privilegiate del Grand Tour. Tra i preziosi documenti d’epoca vi è anche il Viaggio in Italia di Johann Wolfgang von Goethe.
“Sono salito a Spoleto e sono anche stato sull’acquedotto – scriveva il poeta e scrittore tedesco nel 1816 -, che nel tempo stesso è ponte fra una montagna e l’altra. Le dieci arcate che sovrastano a tutta la valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i secoli, mentre l’acqua scorre perenne da un capo all’altro di Spoleto. E’ questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa. L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili. E’ così che sorge l’anfiteatro, il tempio, l’acquedotto. E adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio (…). Cose tutte nate morte, perché ciò che veramente non ha in sé una ragione di esistere, non ha vita, e non può essere grande, né diventare grande.”
Spoleto si riappropria di un monumento iconico
Con l’annuncio della riapertura del Ponte delle Torri, si completa per Spoleto un anno di grandi traguardi. La Rocca Albornoz nel 2024 è riuscita a realizzare una rinnovata proposta culturale. Al suo interno ha sede il Museo nazionale dell’antico Ducato di Spoleto che raccoglie numerose testimonianze del territorio spoletino dal IV al XV secolo.
Con la già citata riapertura dei camminamenti militari, quest’estate ha preso il via anche un fortunato ciclo di aperture in notturna. Iniziative che ora troveranno un’ulteriore valorizzazione nel contesto del turismo culturale della città.