02 Oct, 2025 - 21:00

Polo Nanomat a Gualdo Tadino: nasce il centro di ricerca sui nanomateriali per l’innovazione e lo sviluppo del territorio

Polo Nanomat a Gualdo Tadino: nasce il centro di ricerca sui nanomateriali per l’innovazione e lo sviluppo del territorio

Il percorso per la nascita del Polo Nanomat a Gualdo Tadino ha raggiunto una tappa decisiva. Si è infatti concluso l’iter di acquisizione, da parte dell’Università degli Studi di Perugia, dell’immobile che ospiterà la prima installazione del polo di ricerca sui nanomateriali, nell’ambito del progetto Pnrr Vitality – Spoke 9.

L’edificio, situato all’interno del Centro commerciale “Il Granaio”, rappresenta la base logistica su cui costruire un progetto di grande respiro, destinato a portare innovazione, ricerca e nuove opportunità economiche in un’area che da anni soffre un forte processo di crisi e spopolamento.

“L’acquisizione dell’immobile è solo una delle tappe che porteranno l’Università di Perugia ad insediare presso Gualdo Tadino un polo di ricerca scientifica finalizzato a sviluppare attività in favore delle aziende attive nel settore dei materiali avanzati”, recita la nota ufficiale dell’Ateneo.

Le prossime fasi del progetto

Con l’acquisto della sede si apre ora la fase più operativa. Entro la fine del 2025 sarà insediato il primo laboratorio, dotato di strumentazione per la caratterizzazione dei materiali, mentre nel corso del 2026 si procederà con l’ampliamento dei locali e l’arrivo delle prime aziende interessate a usufruire dei servizi offerti.

Le prossime tappe prevedono:

  • l’adeguamento degli spazi acquisiti;

  • l’installazione del laboratorio e delle attrezzature scientifiche;

  • la costituzione del soggetto giuridico a controllo privato che gestirà il Polo;

  • l’acquisizione dei finanziamenti regionali per garantirne la sostenibilità nel lungo periodo.

L’investimento complessivo legato al progetto Vitality è di circa 4,5 milioni di euro, una cifra significativa che testimonia la volontà delle istituzioni di puntare sulla ricerca come motore di rilancio del territorio.

L’ecosistema dell’innovazione: università e imprese insieme

Il Polo Nanomat si inserisce nella strategia di ecosistemi dell’innovazione promossi dal Pnrr, cioè luoghi in cui il mondo della ricerca incontra quello delle imprese.

Obiettivo dichiarato è favorire la ricerca collaborativa, creando un ponte stabile tra università, CNR, centri di eccellenza e tessuto produttivo locale. Non un semplice laboratorio, dunque, ma un vero incubatore di innovazione, capace di trasformare i risultati scientifici in applicazioni concrete per i settori industriali e tecnologici.

“L’idea è quella di promuovere una crescita economica e culturale per tutto il territorio – spiegano dall’Ateneo – attraverso la creazione di un polo capace di attrarre investimenti, competenze e nuovi progetti imprenditoriali”.

Focus: cosa sono i nanomateriali e perché sono così importanti

Ma cosa sono esattamente i nanomateriali?

Si tratta di materiali progettati e studiati a una scala nanometrica (un miliardesimo di metro), dove le proprietà chimiche e fisiche possono cambiare radicalmente rispetto alla materia osservata su scala macroscopica.

Grazie alle dimensioni ridottissime delle loro particelle, i nanomateriali mostrano caratteristiche uniche:

  • maggiore resistenza meccanica;

  • altissima capacità di condurre calore o elettricità;

  • proprietà ottiche e magnetiche innovative;

  • grande reattività chimica.

Queste peculiarità rendono i nanomateriali adatti a una vasta gamma di applicazioni: dall’elettronica all’energia rinnovabile, dalla medicina rigenerativa ai materiali compositi per l’aerospazio, fino ai rivestimenti per l’edilizia e alla sensoristica avanzata.

In altre parole, si tratta di un settore strategico per il futuro dell’industria e della tecnologia.

Un’opportunità per la Fascia appenninica

La scelta di collocare il Polo Nanomat a Gualdo Tadino non è casuale. La fascia appenninica umbra è stata identificata come uno dei territori con maggior tasso di crisi industriale e sociale.

Qui, negli ultimi decenni, il tessuto produttivo ha subito gravi perdite, con conseguenze in termini di occupazione e sviluppo. L’arrivo di un polo di ricerca di eccellenza rappresenta dunque una chance per invertire la rotta.

“Il territorio ha sofferto per anni di deindustrializzazione – ha ricordato l’assessore regionale allo Sviluppo economico – oggi vogliamo riportare qui innovazione e lavoro, puntando su settori avanzati e sostenibili”.

Collaborazioni già attive con aziende e centri di ricerca

Il Polo Nanomat non parte da zero. Negli ultimi tre anni, l’Università di Perugia, insieme al CNR e all’Università di Camerino, ha avviato un’intensa attività di ricerca sui nanomateriali, coinvolgendo decine di aziende del territorio.

Queste collaborazioni hanno permesso di testare nuove tecnologie, sviluppare prototipi e immaginare applicazioni industriali concrete. Il Polo sarà il luogo in cui queste esperienze troveranno una sede fisica stabile, rafforzata da laboratori di ultima generazione e da un coordinamento scientifico strutturato.

Un progetto parallelo: il Polo Biomat a Terni

L’iniziativa di Gualdo Tadino non è isolata. Un progetto analogo, il Polo Biomat, è in fase di realizzazione nell’area del Polo Chimico di Terni.

Mentre a Gualdo Tadino il focus sarà sui nanomateriali, a Terni l’attenzione sarà rivolta ai biomateriali, con l’obiettivo di creare due poli complementari capaci di fare rete e attrarre investimenti nazionali e internazionali.

Un futuro da costruire passo dopo passo

Se l’acquisizione dei locali rappresenta una tappa fondamentale, la sfida vera sarà rendere il Polo Nanomat un progetto sostenibile nel tempo.

Servirà una governance capace di coinvolgere attivamente le imprese, un flusso costante di finanziamenti e una strategia di lungo periodo per evitare che l’iniziativa si esaurisca dopo la prima fase sperimentale.

“Abbiamo davanti una grande opportunità – affermano dall’Università – ma anche la responsabilità di costruire un centro che non resti sulla carta. La credibilità si misurerà nei prossimi anni, con la capacità di attrarre aziende, giovani ricercatori e nuovi investimenti”.

La sfida di Gualdo Tadino per il futuro dell’Umbria

Il Polo Nanomat non è soltanto un progetto scientifico: è una scommessa sul futuro di un territorio che ha bisogno di innovazione per tornare competitivo.

Se riuscirà a consolidarsi, potrà diventare il cuore di un ecosistema capace di trattenere i giovani, generare occupazione e trasformare la crisi della fascia appenninica in una nuova stagione di sviluppo.

Per riuscirci serviranno determinazione, sinergia e visione. In gioco non c’è solo il successo di un laboratorio di ricerca, ma la possibilità per Gualdo Tadino e per tutta l’Umbria di costruire una nuova identità fondata sulla scienza, sull’innovazione e sulla sostenibilità.

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Mario Farneti
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