Si è tenuto oggi pomeriggio l’atteso incontro “La chimica ternana, strategia per l’industria europea”, durante il quale il sindaco e segretario nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi insieme al vice sindaco Corridore hanno incontrato i lavoratori del polo chimico di Terni. Con loro anche Sergio Cardinali, assessore allo sviluppo economico del Comune di Terni che ai microfoni di Tag24 Umbria ha parlato dell’importanza del rilancio del polo ternano non solo per la città ma per l’Italia tutta.
L’Italia riparta dal polo chimico di Terni, le parole di Sergio Cardinali
Per Sergio Cardinali, che per molti anni è stato il segretario della Cgil proprio del settore chimico e ora ricopre il cruciale ruolo di assessore allo sviluppo economico a Terni, la situazione è chiara: l’Italia si trova a un bivio cruciale per il futuro del suo settore manifatturiero. A Tag24 Umbria ha chiarito che “la cosa importante che dobbiamo mettere in campo è capire che se il nostro paese vuole salvare il manufatturiero dobbiamo darci una svegliata“.
Allargare l’orizzonte e improntare politiche più lungimiranti per l’Italia sembra essere l’unica soluzione. Infatti prosegue l’assessore: “Il governo deve iniziare a fare operazioni come quelle che stanno facendo Francia e Germania, che stanno salvando le loro aziende. Noi purtroppo siamo in netto ritardo. Questo è un paese che negli ultimi vent’anni non ha avuto una vera politica industriale né una politica energetica“. Politiche che, specialmente per quanto riguarda l’energia, sono urgenti. Uno dei fattori chiave per la competitività del settore manifatturiero italiano è il costo dell’energia: “Per un settore come questo, che è un settore energivoro, il costo energetico è un elemento importante. Da questo punto di vista, pertanto, servono politiche ad hoc per salvare le imprese“.
Da qui l’apertura all’Europa, che appare più che mai necessaria, soprattutto in termini di visione d’insieme per un settore che trova in Terni una città fondamentale. Sempre Cardinali sottolinea come il polo chimico di Terni sia stato – e si spera sia di nuovo – cruciale per lo sviluppo del settore. “Questo polo ha una eccellenza in più rispetto agli altri“, afferma. “Qui è nata la chimica, qui è nata la chimica verde, quindi il futuro della chimica può ripartire da Terni“.
Secondo l’assessore sarà proprio Eni, grazie alla sua recente acquisizione della Novamont, a improntare il futuro della città e del polo. “Dovrà mettere a terra un progetto industriale serio“, dice, “in grado di rilanciare il sito produttivo e la chimica verde in Italia“.
Terni, culla della chimica verde e sostenibile
La città di Terni rappresenta un esempio emblematico di come il futuro della chimica possa essere rilanciato in Italia. Qui, dove è nata la chimica tradizionale, si è sviluppata anche la cosiddetta chimica verde, un settore che promette di rivoluzionare il modo in cui produciamo e utilizziamo materiali. Con l’acquisizione di Novamont da parte di Eni, la speranza è l’apertura della strada verso un progetto industriale ambizioso che mira non solo a rilanciare il sito produttivo ma anche a promuovere la chimica verde in Italia.
Sergio Cardinali prosegue spiegando quali prospettive ci sono per il settore chimico nell’immediato futuro, specialmente in un’ottica prettamente green. “Il futuro della chimica va necessariamente in direzione della chimica verde“, ha dichiarato oggi all’incontro. La sostenibilità e l’obiettivo al quale si tende in ogni comparto del settore produttivo e l’assessore specifica che “tutto il packaging che incarterà i nostri prodotti sarà verde, sarà fatto con prodotti bio“.
Ma non è tutto, si parla fortemente anche di ricerca attraverso una collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia. “Proprio in questo stabilimento dove è nata la chimica tradizionale oggi sarà installato un centro ricerche dell’Università di Perugia. Dodici ricercatori lavoreranno per tirare fuori nuovi prodotti. Per studiare nuovi prodotti sostenibili ed ecocompatibili“. Conclude infine Cardinali: “Questo è il futuro sul quale spendersi“.
Per salvare il settore manifatturiero in Italia risulta quindi essenziale che il governo agisca rapidamente e con determinazione, seguendo l’esempio di altri Paesi europei. Le politiche energetiche e industriali devono essere al centro di questo sforzo, ma un focus particolare va alla promozione delle soluzioni sostenibili. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, industria e ricerca sarà possibile costruire un futuro solido e competitivo per il settore.