Proseguono senza sosta le indagini per capire cosa sia successo ad Andrea Prospero, il giovane studente trovato senza vita in un appartamento nel centro storico di Perugia. Troppe domande, troppi elementi ancora da chiarire.
Gli inquirenti non ritengono si tratti di un delitto, ma il mistero si infittisce: perché aveva affittato quella stanza? Perché nessuno sapeva? E quei farmaci trovati accanto al corpo, hanno avuto un ruolo? Un giallo su cui investigatori e magistratura stanno cercando di fare piena luce.
Le indagini sulla morte di Andrea Prospero e quegli elementi che non convincono
Domani, venerdì 31 gennaio, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Andrea Prospero, il giovane studente di 19 anni, originario di Lanciano, iscritto al primo anno di Informatica all’Università di Perugia. Un ragazzo scomparso nel nulla e poi ritrovato senza vita in un appartamento. Un dramma che lascia tanti interrogativi. Cosa è successo davvero in quella stanza? Perché aveva affittato quel monolocale senza dirlo a nessuno? Gli investigatori vogliono vederci chiaro e ogni dettaglio potrebbe essere la chiave di volta per risolvere il mistero.
Il soggiorno inspiegabile che apre nuovi scenari
Perché Andrea Prospero aveva preso in affitto una stanza se aveva già una sistemazione nello studentato? Questa è una delle domande su cui gli inquirenti stanno cercando di fare luce. Gli agenti hanno controllato gli elenchi di ospiti in hotel e b&b di tutta Italia, ma il suo nome non risultava da nessuna parte. I controlli sono stati ripetuti più volte, a partire dal 24 gennaio.
Quella stanza, un monolocale in via del Prospetto, a soli 150 metri dalla sua residenza ufficiale, era stata rinnovata più volte. Ma nessuno, né i familiari né gli amici, sapeva di questo secondo alloggio. A segnalare la sua scomparsa è stata l’agenzia che gestiva l’affitto, dopo aver notato che l’ultima proroga non era stata pagata. Che cosa doveva fare Andrea in quella stanza? Perché nessuno ne sapeva nulla? Domande ancora senza risposta, su cui gli inquirenti stanno lavorando senza sosta.
Analisi sui dispositivi elettronici e attesa per l’autopsia, forse un malore
Gli investigatori stanno passando al setaccio ogni dettaglio: il telefono, il computer, gli oggetti ritrovati accanto al corpo di Andrea Prospero. Nella stanza, oltre al cellulare principale, c’erano altri tre telefoni. Chi ha contattato Andrea negli ultimi giorni? Con chi parlava? La polizia sta lavorando per ricostruire la rete di contatti del ragazzo.
C’è poi un altro elemento inquietante: quattro flaconi di benzodiazepine vuoti. Li ha presi lui? Sono stati lasciati da qualcun altro? Gli inquirenti vogliono capire cosa contenevano realmente e in che quantità siano stati assunti.
E la posizione del corpo? Andrea era accasciato sul letto, sopra il computer. Un malore improvviso? Un gesto volontario? E quella corda trovata nel bagno, che significato ha? Tanti dettagli, tanti interrogativi ancora senza risposta. Gli investigatori continuano a scavare nella vita del giovane per capire cosa sia successo davvero in quelle ultime ore.
Il giallo della stanza presa in affitto all’insaputa di tutti
Nessuno sapeva dell’affitto della camera in via del Prospetto, una traversa di via della Viola. Il giovane usciva di casa ogni mattina come se andasse a lezione, ma i compagni di corso confermano che non frequentava l’università. Anche la provenienza del denaro utilizzato per l’affitto è un interrogativo.
Un altro dettaglio riguarda l’appuntamento con la sorella gemella alla mensa universitaria nel giorno della scomparsa. Un segnale che rende più complesso il quadro investigativo. La polizia scientifica ha effettuato rilievi per verificare se nella stanza ci fossero tracce di altre persone. Gli elementi raccolti saranno cruciali per comprendere cosa sia accaduto nelle ultime ore di vita di Andrea.