26 Nov, 2025 - 16:15

Politiche per la natalità, la Regione Umbria vara un piano da 3,4 milioni: bonus da 1.200 euro per ogni nuovo nato

Politiche per la natalità, la Regione Umbria vara un piano da 3,4 milioni: bonus da 1.200 euro per ogni nuovo nato

La Regione Umbria interviene contro il calo delle nascite con un piano straordinario da 3,4 milioni di euro, il più consistente mai attivato sul fronte della natalità a livello regionale. È stato infatti aperto l’Avviso conciliativo natalità 2025, che prevede un contributo una tantum di 1.200 euro per ogni nuovo nato, adottato o in affido.

La misura, finanziata con risorse europee del Programma regionale FSE+ 2021-2027, si inserisce in una strategia più ampia che mira a contrastare la denatalità e rafforzare, nel medio periodo, il sistema dei servizi per l’infanzia.

Piano natalità, doppia linea d’azione: sostegno economico ora, servizi per l’infanzia dal 2026

La Regione ha articolato la misura in chiave sia emergenziale sia strutturale: un sostegno economico immediato per alleggerire l’onere della nascita, affiancato da un progetto che mira a trasformare tale aiuto in servizi duraturi per la prima infanzia."L'Umbria sostiene le famiglie e le neo-mamme e lancia la sfida contro la denatalità mettendo in campo una duplice strategia: il più consistente intervento degli ultimi anni come bonus conciliativo che dal prossimo anno 2026 si trasformerà in servizi strutturali alla prima infanzia in termini di diffusione e accessibilità a tariffe sempre inferiori agli asili nido".

Nel concreto, l’obiettivo dichiarato è rafforzare la rete dei servizi educativi per la prima infanzia: aumentare il numero di posti disponibili negli asili nido, potenziare la capillarità dell’offerta sul territorio e contenere i costi a carico delle famiglie con tariffe progressivamente calmierate. La misura vuole dunque combinare un effetto immediato - il bonus una tantum - con una prospettiva di sistema, coinvolgendo Comuni e distretti socio-territoriali nella programmazione di investimenti, convenzioni e interventi strutturali volti a rendere effettiva la conciliazione tra lavoro e cura familiare.

Il bonus è rivolto alle madri residenti in Umbria con figli:

  • nati, adottati o in affido

  • nel periodo compreso tra il 4 giugno 2024 e il 31 dicembre 2025

Possono presentare domanda:

  • madri con ISEE non superiore a 30.000 euro

  • madri occupate (lavoro subordinato o autonomo)

  • madri disoccupate iscritte al Centro per l’impiego

Le domande devono essere presentate esclusivamente online, attraverso la piattaforma dedicata indicata nel portale istituzionale della Regione Umbria.

Il termine di scadenza è fissato al 20 gennaio 2026, ore 12:00.

Le parole della presidente Proietti sull’avviso natalità: "Valore sociale e prospettiva di sistema"

A illustrare l’iniziativa è stata la presidente della Regione, Stefania Proietti, che ha evidenziato come il provvedimento trascenda la mera dimensione economica, configurandosi come un investimento strategico, sociale e culturale per l’intero territorio. "Supportiamo le neo-mamme e quindi le famiglie con un finanziamento mai così alto in termini assoluti e sostenere le madri significa sostenere la natalità e quindi il futuro dell’Umbria".

Proietti ha richiamato l’urgenza di superare le penalizzazioni che ancora gravano sulla maternità, riaffermando la finalità strutturale della misura: "La maternità - sottolinea Proietti - non può più essere un fattore di penalizzazione nel lavoro e nella vita quotidiana. Con questa misura vogliamo offrire un aiuto concreto e immediato alle donne che affrontano uno dei passaggi più delicati della loro vita".

Oltre il bonus: l’avviso come primo tassello di una strategia integrata per la genitorialità

Secondo la presidente Proietti, l’avviso non è un intervento isolato ma il primo tassello di una politica complessiva rivolta alla genitorialità e alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. L’iniziativa, nella visione dell’esecutivo regionale, deve infatti attestarsi come avvio di un percorso che rafforzi servizi, opportunità lavorative e reti territoriali a vantaggio delle famiglie umbre.

"Ogni bambina e bambino che nasce in Umbria troverà una comunità pronta ad accoglierlo. Questa misura è parte di una strategia più ampia che come Giunta stiamo costruendo per rafforzare i servizi per l'infanzia, sostenere il lavoro femminile e garantire una vera conciliazione dei tempi di vita e lavoro".

La presidente ricolloca inoltre l’avviso all’interno di un quadro europeo più ampio, sottolineandone la dimensione di politica pubblica volta alla parità e all’inclusione nel mercato del lavoro: "L'avviso - spiega la presidente - nasce dentro una cornice europea che punta alla parità di genere e alla partecipazione equilibrata al mercato del lavoro. Investire sulla natalità è investire sulla nostra forza come comunità. Non possiamo permettere che la scelta di diventare madre diventi un ostacolo o un rischio".

Dal bonus natalità al welfare strutturale: verso un modello organico di servizi per famiglie e bambini

L’investimento stanziato per il 2025 viene indicato dalla Giunta regionale come il primo gradino di un percorso più ambizioso: l’intento è trasformare il contributo una tantum in una cornice stabile di servizi e misure a favore delle famiglie.

"L'investimento in questa azione per l'anno 2025 viene considerato un punto di partenza per tendere, a partire dal prossimo anno, alla creazione di un sistema strutturale di supporto alla genitorialità e in particolare programmare un insieme di misure e interventi, anche tramite Comuni e Zone sociali, che possano facilitare l'accesso agli asili nido, inclusi quelli pubblici".

Il progetto programmatico prevede il coinvolgimento attivo degli enti locali, delle reti socio-educative e dei soggetti del terzo settore per realizzare interventi integrati - dall’ampliamento dei posti nei nidi alla definizione di tariffe calmierate - capaci di rendere effettiva la conciliazione tra lavoro e cura. In sostanza, una strategia pensata per rendere l’Umbria sempre più attenta e reattiva alle esigenze delle famiglie, con soluzioni territoriali calibrate e sostenibili nel tempo.

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Francesco Mastrodicasa
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