“Tutti insieme appassionatamente” è il titolo di un film di successo degli anni 60 che tuttavia mal si attaglia alla realtà politica di Gubbio funestata dalla polemiche nel centrosinistra. Se ne è avuta la prova martedì 27 febbraio scorso nei locali della Società Operaia. Le incompatibilità tra le varie componenti della sinistra eugubina sono infatti balzate fuori in un baleno. Un insieme disarticolato tra i veti incrociati dei partiti del centro sinistra e antiche divergenze personali mai sanate, ha reso la riunione effervescente ma anche evanescente.
Subito fuori gli auto-esclusi a Gubbio del centrosinistra
Si doveva decidere il candidato del centro sinistra alla amministrative di Giugno ma già gli auto-esclusi hanno condizionato la riuscita dell’incontro.
Fabio Sebastiani del Partito Comunista si è chiamato fuori a causa di una incompatibilità statutaria che vieta qualsiasi alleanza con il PD. Non ha partecipato Gubbio Città Europea di Diego Pierotti, in polemica con i dirigenti locali del PD pur non essendo a priori contrario ai singoli iscritti.
Brutta sorpresa per Tognoloni di Cantiere Sociale
Cantiere Sociale di Gabriele Tognoloni è entrato e uscito dai locali della Società Operaia in pochi minuti, appena ha appreso, dai dirigenti regionali presenti (per il PD Tommaso Bori, per il Movimento 5 Stelle Thomas De Luca, per il PSI Federico Novelli) che il suo movimento “non era ricompreso nel perimetro dell’intesa”. La cosa non è chiaramente stata accolta con animo sereno dal diretto interessato che ha diffuso un comunicato stampa scritto a lettere di fuoco.
Polemiche al vetriolo di Tognoloni: focus centrosinistra a Gubbio
Senza peli sulla lingua, Tognoloni parla di “atteggiamenti bulleschi” messi in atto da “non eugubini. Si tratterebbe di soggetti venuti da Narni, Ferentillo e Perugia a dettare la linea nella nostra città con il colpevole assenso di alcuni esponenti locali”. La polemica di Tognoloni prende di mira “i 5 Stelle che sono stati evanescenti e per 10 anni all’ opposizione per essere oggi i pasdaran di Stirati”.
Il crescendo dell’esponente di Cantiere Sociale investe anche “altri soggetti” come “i socialisti che appoggiano Monni contro la Ferdinandi e vengono a Gubbio a dettare legge dopo che a casa loro fanno come gli pare”.
Tognoloni rivendica poi l’attaccamento del suo movimento al territorio nella ricerca “di una sintesi per tutto il centrosinistra” per realizzare l’ormai fantomatico “campo largo”. Annuncia poi di aver firmato “un documento congiunto con altre due forze del centro sinistra”.
Secondo l’esponente politico di centro sinistra si tratta di una regia esterna a Gubbio che opera “da fuori e dall’ alto”. Sarebbe chiara la volontà “di impedire che il centro sinistra a Gubbio trovi il suo naturale epilogo in una nuova dimensione unitaria”. Accusa perciò i partiti di speculare su Gubbio “per pensare alle regionali e non per il bene della città”.
Stirati, tappo della bottiglia di Franciacorta
Infine non poteva mancare la boutade polemica per il Sindaco uscente Filippo Mario Stirati verso il quale Tognoloni riserva un paragone di tipo enologico: “Stirati è il tappo che impedisce ad un buon Franciacorta di uscire dalla bottiglia e tutto perché vuole continuare la sua carriera politica in Regione e sull’ altare di questa idolatria tutto è permesso anche i colpi bassissimi.”
Nel centro-sinistra a Gubbio continua il Gioco dell’Oca
A Gubbio certe parti politiche si sfidano a un patetico Gioco dell’Oca nel quale giunti sulla casella “Unità della sinistra” tutti i concorrenti vengono rimandati alla casella di partenza. Una situazione insostenibile per l’intera comunità eugubina davanti alla quale si prospetta un panorama fatto di lotte intestine e di ripicche personali, condite con inutili e dannose polemiche. Non è quello che vogliono i cittadini della Città di Sant’Ubaldo, ai quali è necessario esporre programmi ben definiti e non i soliti, fumosi sermoni in politichese.
Le polemiche a Gubbio nel centro sinistra inducono gli elettori a disertare i seggi al momento delle elezioni. Ci chiediamo se sia così difficile saper parlare con chiarezza lasciando da parte meschini calcoli personalistici e pensando finalmente, dopo settant’anni, al bene comune.