Nel panorama delle imprese umbre, solo una minoranza delle posizioni apicali è occupata da donne, con appena il 17,4% dei Ceo e il 25,4% dei manager. Lo scenario è emerso nel corso del convegno “Impresa, singolare femminile. Caratteristiche e fabbisogni dell’imprenditoria femminile dalla voce delle protagoniste” che si è svolto a Terni nella sede della Camera di Commercio dell’Umbria.
Donne e imprese umbre: il percorso a ostacoli delle aziende in rosa
“L’imprenditoria femminile nell’Umbria sta gradualmente guadagnando terreno, ma il cammino verso la parità di genere nei ruoli di comando è ancora lungo e accidentato“, ha dichiarato Federico Sisti, segretario generale della Camera di commercio dell’Umbria, aprendo i lavori in una sala gremita di rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Comune di Terni con l’assessore comunale al commercio Stefania Renzi e l’amministratrice delegata di Sviluppumbria, Michela Sciurpa.
Durante l’evento, Dalia Sciamannini, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile, ha sottolineato come “il tema della qualificazione e della formazione continua rimanga centrale per le imprese guidate da donne“.
Tuttavia, nonostante i progressi, le donne al vertice delle imprese umbre continuano ad affrontare ostacoli significativi. “La disparità di genere nei ruoli apicali rimane un problema culturale profondo, che richiede un cambiamento radicale nelle dinamiche aziendali e familiari“, ha affermato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria.
Donne e imprese umbre: Umbria nella top five nazionale, ma c’è ancora molto da fare
“L’imprenditoria femminile in Italia e in Umbria” è stata al centro dell’intervento tecnico della vicepresidente nazionale di Unioncamere, Tiziana Pompei. Evidente la situazione di squilibrio di genere in Italia e nella nostra regione: “L’Umbria si conferma nella top five con un tasso di femminilità imprenditoriale del 24,8%. I settori dove più donne decidono di fare impresa sono “servizi alla persona, sistema moda, sanità e assistenza sociale“.
In totale sono 20.146 le imprese femminili registrate in regione, valore che genera un tasso del 24,3% a Perugia e del 26,3% a Terni.
Il dato che fotografa il fatturato parla chiaro: le imprese femminili, anche a causa della loro dimensione generalmente più piccola, raggiungono un fatturato mediamente più basso rispetto alle imprese non femminili (72mila euro annuo fatturato per addetto rispetto ai 168mila euro fatturato delle imprese non femminili). Una forbice pesante, al punto che quello generato dalle imprese maschili è più che doppio.
Una minoranza di donne ha sfondato il tetto di cristallo
Dal report “La presenza femminile al vertice delle società umbre – Analisi dei dati del Registro Imprese” illustrato da Giuliana Piandoro, Conservatore Registro Imprese Camera di Commercio dell’Umbria realizzato in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti della provincia di Perugia, emergono dati inediti e poco esplorati, utili a comprendere qual è la presenza delle donne lì, dove le decisioni si assumono.
È Ceo (al 31 dicembre 2023) appena il 17,4% delle donne che ricoprono cariche in azienda, pari a 23 imprenditrici in tutta la regione. Dato esiguo che scende ulteriormente rispetto al 2014 quando erano 32, che tradotto in percentuale significa -28,1%. Presidenti di consigli di amministrazione donne, in Umbria ce ne sono 534 al 31 dicembre 2023 su 2.672 Presidenti totali (erano 501 nel 2014). Emerge dunque come esista ancora forte, una disparità di genere nelle leve del comando. Le Consigliere delegate sono il 18,3% delle donne impegnate in ruoli aziendali. Scendendo la piramide, alla qualifica di “socio” la percentuale cresce di molto e si arriva al 40,6%.
Per imprese e lavoratrici apre il Point Donna
Caterina Grechi, presidente del Centro pari opportunità della Regione Umbria, ha annunciato dal palco ternano “l’avvio dal prossimo sedici marzo del Point Donna Lavoro, un progetto che mira a indirizzare e sostenere le donne in cerca di una occupazione”.
In conclusione, il convegno ha sottolineato l’importanza di valorizzare l’imprenditoria femminile come modello di collaborazione e inclusione. “Le imprese femminili sono spesso più attente alla sostenibilità e alla transizione verde, rappresentando un modello da valorizzare e supportare“, ha affermato Michele Fioroni, assessore regionale allo sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione.