Negli ultimi mesi, l’Umbria ha visto una sostanziale revisione delle somme attribuite attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La cifra inizialmente stimata di quasi 5 miliardi di euro è stata ricalcolata e ridotta a 2,6 miliardi di euro. Questo cambiamento non deriva da tagli effettivi, ma da una metodologia di calcolo più precisa, che ha portato a una riassegnazione delle risorse.

Il sistema Regis e la nuova metodologia di calcolo

La riduzione dei fondi attribuiti all’Umbria è collegata al sistema nazionale di monitoraggio Regis, che sovrintende alla rendicontazione e al controllo dei progetti finanziati dal Pnrr. In passato, le stime includevano opere distribuite su più regioni o di interesse nazionale, senza considerare la reale ricaduta territoriale. Con la funzione “percentuale di localizzazione”, è ora possibile attribuire una quota proporzionale di tali opere alle singole regioni.

Secondo i dati forniti dal direttore regionale per il coordinamento dei fondi Porr, Luca Federici, i miliardi destinati all’Umbria sono ora 2,6. “Da quasi cinque miliardi il dimezzamento è servito”, ha spiegato al Corriere dell’Umbria. Il nuovo metodo di calcolo ha portato a una revisione complessiva dei progetti, che sono scesi da 4.767 a 4.139.

Dati aggiornati: progetti e fondi disponibili

Attualmente, l’80% dei fondi è già stato impegnato, grazie alle assegnazioni d’appalto e ai ribassi d’asta che hanno ottimizzato le risorse. Federici ha inoltre precisato che “successivamente sono attese le eventuali riserve delle imprese sui capitolati di gara che faranno quasi certamente lievitare i costi e impegnare parte o tutto del 20% rimanente”. Tuttavia, la mole complessiva degli investimenti è calata drasticamente rispetto alle stime iniziali.

Conseguenze sull’economia e sul territorio

La revisione delle somme comporta inevitabilmente una riconsiderazione delle previsioni di impatto economico sul Pil regionale e sull’occupazione. Le aspettative legate ai quasi 5 miliardi inizialmente annunciati devono essere ritarate alla luce dei 2,6 miliardi ora confermati.

Secondo Lucio Caporizzi, ex direttore economico della Regione, il problema era noto già prima della revisione introdotta dal sistema Regis. Caporizzi aveva infatti analizzato i finanziamenti inseriti nel bilancio regionale di fine legislatura e stimato che, sommando i progetti allora elencati, si arrivava a circa 1,5 miliardi di euro. “Mancavano alcune opere, ma la cifra era e resta vicina a quella effettiva”, ha dichiarato al Corriere dell’Umbria.

Prime segnalazioni sulle discrepanze

La discrepanza tra i fondi annunciati e quelli realmente disponibili è stata affrontata con la modifica del sistema di calcolo. La richiesta di includere solo la quota parte dei progetti interregionali è arrivata da diverse regioni, non solo dall’Umbria.

“Le altre regioni hanno chiesto la possibilità di valutare la ricaduta delle opere esclusivamente regionali più la quota parte di quelle extra”, ha affermato Federici al Corriere dell’Umbria, chiarendo come il nuovo metodo permetta di calcolare con maggiore precisione l’impatto territoriale delle risorse del Pnrr.

Con la nuova metodologia, si è giunti a una stima più realistica, utile per una pianificazione più consapevole delle politiche di investimento regionale.

Luci e ombre sui progetti Pnrr destinati a Orvieto

Luci e ombre caratterizzano i progetti del Pnrr destinati alla città di Orvieto. Uno studio del ricercatore Andrea Caporali per l’associazione Prometeo rivela che la maggior parte dei 55,5 milioni di euro assegnati è destinata all’ambito socio-sanitario, a differenza di altre realtà italiane dove prevalgono interventi di sviluppo economico.

Solo 8,6 milioni provengono da progetti del Comune, mentre quasi il 21% dei fondi è riconducibile alla Regione. Tra i principali interventi regionali, 7,7 milioni sono destinati alla Casa e all’Ospedale di Comunità di Piazza Duomo. I fondi comunali si concentrano sul Centro sociale dello Scalo (5 milioni) e sul nuovo asilo di Sferracavallo.

Con una popolazione di 19.300 abitanti, il finanziamento per Orvieto dovrebbe essere di 72,6 milioni di euro per raggiungere la media nazionale di 3.764 euro per abitante. Caporali osserva che “si tratta più che altro di rifacimenti di servizi e attività esistenti”. Mancano progetti significativi su digitalizzazione, cultura, innovazione e turismo.