La pista ciclabile che collega Terni a Narni è un vero paradiso per gli amanti delle due ruote e anche delle camminate. Di recente, però, sono emerse preoccupazioni che riguardano la sicurezza. In particolare, al fosso Tarquinio sono stati installati cartelli che vietano l’attraversamento quando le pietre sono sommerse dall’acqua. Questa decisione ha inevitabilmente scatenato polemiche tra ciclisti e abitanti della zona, anche perché la ciclopedonale è costata due milioni di euro per essere utilizzata.

Pista ciclabile Terni-Narni: il problema del ponte inesistente

Diversi ciclisti, come riporta Il Messaggero Umbria, hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla sicurezza del guado. Uno di loro ha raccontato di essersi trovato in difficoltà a causa della forte corrente e delle pietre sommerse che gli hanno impedito di proseguire la passeggiata. “Un paio di volte sono arrivato davanti al fosso, ma quando mi sono trovato lì ho deciso di tornare indietro. I conci su cui passare erano coperti dall’acqua, la corrente era forte e non me la sono sentita”, ha detto. Nonostante la promozione del percorso e l’elevato costo di realizzazione (due milioni di euro), il ciclista non si aspettava di incontrare tali difficoltà: “L’ho passato una volta a piedi, ma comunque l’acqua mi arrivava alla caviglia. Sinceramente con tutta la promozione che hanno fatto e con quello che è costata non pensavo che ci sarebbero stati di questi problemi”.

Per evitare il pericoloso guado all’altezza della piscina del Chico Mendez, sulla zona industriale, le autorità hanno proposto un’alternativa temporanea: deviare sulla strada Marattana, alla periferia di Terni, per poi rientrare sulla ciclovia. Tutti i ciclisti, però, non hanno accolto favorevolmente questa soluzione, considerandola una deviazione poco pratica e non sicura.

La E.A. Group, società responsabile dei lavori della pista ciclabile, ha spiegato che la costruzione di un ponte non è stata realizzata per diversi motivi, tra cui l’impatto paesaggistico e i costi elevati. Durante la conferenza dei servizi, alla quale hanno partecipato gli enti coinvolti come la Regione Umbria, i comuni di Terni e Narni e il consorzio di bonifica Tevere-Nera, è stato deciso di non procedere con il ponte. Il progetto avrebbe richiesto, tra l’altro, una struttura molto alta, conformemente alla normativa, per resistere alla piena più alta degli ultimi duecento anni. Una tale infrastruttura sarebbe stata troppo imponente per l’area e avrebbe comportato costi notevoli. Per questi motivi hanno desistito. 

Soluzioni e interventi in programma

Inizialmente, era stata presa in considerazione anche la creazione di un percorso parallelo al torrente che salisse sulla Marattana e poi riscendesse, ma i finanziamenti disponibili non prevedevano questa soluzione. Di conseguenza, si è deciso di installare pietre ancorate al terreno con pali profondi due metri e mezzo, collegati tra loro con tiranti. Tuttavia, la forza dell’acqua ha inclinato alcuni di questi conci, rendendo il passaggio pericoloso e difficoltoso per i ciclisti.

Nel mese di aprile scorso, una riunione con tecnici e referenti regionali ha portato alla decisione di posizionare una scogliera a valle del guado per ridurre l’impetuosità dell’acqua. Inoltre, si prevede di abbassare il livello dell’acqua del fosso e riallineare i conci, innalzando il guado di venti centimetri per mantenere le pietre all’asciutto. Questi interventi dovrebbero essere completati in una decina di giorni, secondo le previsioni. Una soluzione comunque scomoda per i ciclisti.

Parallelamente, il consorzio di bonifica Tevere-Nera sta rivedendo la sicurezza di tutto il tracciato idraulico, il che potrebbe portare a modifiche dell’argine del fosso. Questo intervento potrebbe riaprire la discussione sulla costruzione di un ponte, che al momento rimane solo un’ipotesi da verificare. La situazione è monitorata attentamente dalle autorità competenti per garantire la sicurezza dei ciclisti e preservare l’integrità del paesaggio naturale.