Ci hanno provato un po’ tutti a salvare il pino di largo Villa Glori dal taglio per motivi precauzionali. I consiglieri comunali di opposizione e di maggioranza. Studi tecnici privati che hanno provato un’azione di moral suasion verso Palazzo Spada. Lo stesso sindaco Bandecchi che pure aveva firmato l’ordinanza per il taglio del pino marittimo da 12 metri, ma che poi si è preso una lunga pausa di riflessione.
E invece, in prima commissione consiliare (presidente Andrea Sterlini di AP), il dado è stato tratto e la decisione definitiva assunta. C’è voluto l’intervento, inatteso e non programmato, del sindaco Bandecchi per dirimere la questione. Il pino sarà tagliato prima possibile per ragioni di sicurezza e pubblica incolumità. Le perizie realizzate dall’agronomo del Comune e dall’AFOR (l’agenzia forestale regionale) sono sufficienti.
Il pino di largo Villa Glori sarà tagliato, sradicato e sostituito con un albero già cresciuto ma più solido
Nessuno se l’è sentita di togliere la Spada di Damocle che pendeva sulla testa del sindaco Bandecchi o di condividerne il rischio. La commissione si è rimessa alle voci dei tecnici, i periti appunto, e del RUP Nannurelli, accompagnato dal dirigente Giorgini. E alla fine il sindaco è stato chiarissimo e perentorio.
“Il pino si taglia – ha scandito – ma voglio che l’intervento sia fatto a regola d’arte. Il Comune non deve limitarsi al semplice taglio del tronco, lasciando un moncone in mezzo alla piazza del centro cittadino. Andranno estirpate le radici e andrà creato lo spazio per la piantumazione di un’essenza arborea già sviluppata. Che dia continuità all’aspetto estetico della piazza ma che non abbia i problemi di sopravvivenza e pericolosità dei pini. Costerà di più? Probabilmente sì, ma per il decoro della città è questo il tipo di intervento che va fatto“.
La questione del taglio sollevata da Ferranti a fine commissione ha scatenato un dibattito acceso
La commissione consiliare, che avrebbe dovuto occuparsi di altro, stava finendo quando Francesco Ferranti (Forza Italia) ha chiesto di discutere sulla possibilità di chiamare in audizione uno studio professionale privato.
“L’architetto Marchetti sulla stampa ha detto di avere una soluzione per ingabbiare e sostenere il pino – ha detto Ferranti -. E inoltre può mettere a disposizione un agronomo esperto per cercare di salvarlo. Chiedo che sia organizzata un’audizione per sentirne le ragioni“.
Stop ai lavori, pausa di riflessione e ingresso del sindaco Bandecchi e del suo vice Riccardo Corridore, con i tecnici comunali. “Ho firmato un’ordinanza – ha spiegato il sindaco – perché devo prendermi la responsabilità di salvaguardare la pubblica incolumità e la sicurezza. Ma rinnovo la disponibilità a dare qualche giorno di tempo per analisi più approfondite. Se la commissione condivide la responsabilità, possiamo dare una settimana agli uffici per una valutazione“.
Poi è cominciato il balletto sulla possibilità di recintare l’area per evitare problemi di sicurezza durante possibili controlli e nuove perizie. Una chiusura impossibile, perché avrebbe tagliato in due corso Tacito, lasciando anche il rischio del crollo sui palazzi.
Dal RUP, Federico Nannurelli, è arrivata la descrizione dell’iter seguito e la definizione dei profili di rischio che i consiglieri si sarebbero dovuti assumere. Il pino di largo Villa Glori sta subendo un processo di curvatura e un’evoluzione di postura che tende al ribaltamento. Sono stati fatti rilievi e simulazioni. E c’è il pericolo di una caduta verso corso Tacito di tutto il fusto o di rami.
“Inoltre – ha concluso Nannurelli – non sappiamo se ci sono marcescenze nel colletto interrato sopra le radici e nello stesso apparato radicale. Non ci sono modelli matematici per poterle prevedere. I periti hanno certificato un rischio. Per il principio di precauzione bisogna tenerne conto. Quanto alle soluzioni prospettate dallo studio privato, si tratta di un consolidamento con micropali che sarebbe particolarmente costoso per l’ente e di difficile attuazione, prevedendo lavori su un’area fortemente infrastrutturata e con i servizi a rete“.
La tregua regge in consiglio comunale, toni pacati e confronto costruttivo
Chi temeva che uno scontro e la fine della tregua tra Bandecchi l’opposizione è andato deluso. Lo scambio social con Ferranti (dopo un confronto non proprio oxfordiano su Facebook e Instagram) non ha portato a fratture. Anzi, il sindaco Bandecchi ha ascoltato con attenzione le opinioni di maggioranza (che ha sostenuto l’ordinanza) e opposizione. Particolarmente significativo il duetto con Marco Cecconi (FdI), che ha proposto la possibilità di ingabbiare il pino come quello della via Appia a Roma. O quanto meno di sostituirlo con un albero di dimensioni consistenti.
“I pini tagliati in via Turati – ha detto – sono stati sostituiti con virgulti che solo ora hanno assunto le sembianze di vere e proprie alberature. Bisognerebbe scegliere un albero già formato“. Suggerimento accolto da Bandecchi.
E anche il confronto con Spinelli del PD è stato all’insegna dei toni dialoganti. “Un anno fa – ha rilevato il consigliere DEM – sono stati tagliati decine di pini con perizie analoghe alla Pineta Centurini. E siccome c’era un parere tecnico nessuno ha messo in discussione quella ordinanza. Direi che anche nei confronti della città sarebbe giusto comportarsi con coerenza, anche perché i tentativi di salvare l’albero sono stati fatti“.
Infine la consigliera di AP Mengaroni ha ricordato che le responsabilità tecnico-amministrative appartengono alla politica. “Ammettendo in audizione uno studio privato che nemmeno ha richiesto l’audizione, ma si è rivolto a un singolo consigliere, apriremmo la strada a un precedente pericoloso. C’è un’ordinanza del sindaco. Rispettiamola“.