18 Oct, 2025 - 12:34

Pineto-Perugia, mister Braglia: "E' doveroso dare tutto, le chiacchiere sono finite"

Pineto-Perugia, mister Braglia: "E' doveroso dare tutto, le chiacchiere sono finite"

Le chiacchiere, ormai, stanno a zero. Il Perugia non può più permettersi di sbagliare. Dopo nove giornate di campionato senza vittorie, con appena tre pareggi e ben sei sconfitte consecutive, il tempo delle giustificazioni è finito. Il Grifo deve rialzarsi, e deve farlo subito. Domani, alle 17:30, i biancorossi faranno visita al Pineto, dodicesimo in classifica con undici punti. Una sfida che per molti vale come un bivio stagionale: per la squadra, ma soprattutto per Piero Braglia, subentrato a Vincenzo Cangelosi e ancora a caccia del primo successo sulla panchina umbra.

Braglia: “È arrivato il momento di tirare fuori l’orgoglio”

In conferenza stampa, alla vigilia della gara, mister Piero Braglia non ha nascosto il momento difficile, mantenendo però un tono diretto e schietto, da uomo di calcio navigato.

“Ho sempre visto qualcosa di buono in settimana, poi la domenica non si è visto niente. Meglio che sto zitto. I ragazzi lavorano bene, ma dobbiamo dare il massimo e portare a casa risultati. Onestamente si fa fatica. Sono sei partite che perdiamo di fila, non credo sia mai successa una cosa del genere a Perugia. Abbiamo apprezzato il comunicato dei tifosi e sentiamo la loro vicinanza. Ora però è doveroso dare tutto, non il minimo. Spero che i ragazzi domani tirino fuori l’orgoglio”.

Il tecnico toscano ha poi analizzato il momento della squadra, ammettendo la difficoltà nel tradurre il lavoro settimanale in prestazioni concrete.

“Parlano i risultati. In allenamento la squadra sembra viaggiare, ma poi la domenica tutto si perde. I ragazzi non c’entrano, mi prendo le mie responsabilità: c’è qualcosa che li blocca o li impaurisce. Un’idea me la sono fatta, ma me la tengo per me. Devono dimostrare in campo ciò che la gente si aspetta. Finora non lo abbiamo fatto, io per primo. Voglio vedere l’anima e la voglia di uscire da questa situazione. Ci alleniamo bene, ma in partita andiamo al minimo. È inaccettabile finire le partite senza neanche un’ammonizione: significa che manca la cattiveria. A calcio non si gioca solo con la tecnica o la tattica, ma anche con il cuore e i nervi”.

Braglia ha poi spostato l’attenzione sulla sfida contro gli abruzzesi, elogiando la solidità della formazione allenata da Ivan Tisci.

“Sono una squadra che, a parte qualche cambio, gioca insieme da tempo. Da quando è arrivato mister Tisci, hanno trovato equilibrio e continuità. Hanno vinto tre partite, pareggiata una e persa quattro, non sono più una matricola: stanno facendo il campionato che devono fare. Dobbiamo fare una grande partita se vogliamo portare a casa il risultato. Le chiacchiere sono finite, per tutti, dall’allenatore al magazziniere”.

Sul fronte infermeria, Braglia dovrà rinunciare a tre pedine importanti.

“Qualcuno è rimasto a casa  Per problemi fisici non ci saranno Matos, Dell’Orco e Bacchin. Angella ha preso una botta alla caviglia ma verrà con noi. Riccardi sta bene e dovrebbe partire dall’inizio”.

Braglia non nasconde di voler costruire una squadra più solida, capace di reggere l’urto anche nei momenti difficili.

“Sto cercando di fare una squadra tosta, di categoria. Domenica ho scelto di giocare con tre sotto la punta – Manzari, Kanoute e Matos – ma abbiamo creato poco, a parte i primi venti minuti. Alla prima difficoltà, al primo gol subito, ci siamo sgonfiati. Quando perdi tante partite, fiducia e sicurezza spariscono. Ma serve una scossa immediata: nessuno ci chiede l’impossibile, solo di dimostrare di saper fare il nostro lavoro, io per primo”.

I giovani e Joselito: “Le porte sono aperte per tutti”

Il tecnico ha poi parlato dei giovani e di alcuni elementi meno impiegati, mostrando fiducia verso il vivaio.

“Rondolini l’ho rischiato io: non giocava nemmeno in Primavera, ma mi è piaciuto e l’ho fatto esordire. È un ragazzo di prospettiva, come Perugini, Calzoni e Ciani. Li seguo con attenzione, sono ragazzi di valore. Joselito? Da quando sono arrivato non l’ho messo in campo, ma ci ho parlato. Gli ho spiegato cosa voglio: se uno rallenta la manovra, deve capire che così non si va avanti. Le porte non sono chiuse per nessuno. Mi ha fatto piacere che Angella abbia voluto esserci nonostante la caviglia. Stiamo cercando segnali su cui aggrapparci”.

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Lorenzo Farneti
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