Ogni giorno l’Italia produce 5,8 miliardi di euro di Prodotto interno lordo (Pil) e ogni cittadino umbro contribuisce con una quota di 84 euro pro capite. È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro studi della CGIA di Mestre su dati Prometeia, che ha misurato il PIL delle regioni e delle province italiane. Svolgendo anche un’analisi della somma dei beni e dei servizi finali generati in un determinato arco temporale.
L’Umbria in questa indagine si posiziona sotto la media nazionale, che è di 99 euro giornalieri di PIL per ogni cittadino italiano, neonati e ultra centenari compresi.

E per la regione si conferma la tendenza a una “meridionalizzazione” dell’economia. Perché il 12 esimo posto nella graduatoria generale nazionale, appena sotto le Marche, mette più vicina l’Umbria alle medie di produttività delle regioni del sud che non a quelle delle locomotive nazionali.

Tra le due province, poi, Terni va meglio di Perugia. La città dell’acciaio si piazza al 62esimo posto, sopravanzando il capoluogo regionale di 10 posizioni (72). Merito delle dimensioni più rilevanti delle imprese localizzate nel Ternano. Contraddistinto dalla presenza di numerose multinazionali e di grandi aziende.

PIL generato dalle imprese nazionali ed estere, in Umbria si producono 72 milioni di euro al giorno

In Umbria si producono 72 milioni di euro al giorno di PIL. Per un totale previsto nel 2024 di 26,3 miliardi di euro. Il PIL per abitante è di 30.758 euro. L’Umbria e le Marche, come dicevamo, inaugurano la parte bassa della classifica che è contraddistinta dalla presenza di tutte le regioni del sud Italia.

Le differenze regionali sono evidentissime: se in Trentino Alto Adige il Pil per abitante giornaliero è pari a 146 euro, in Lombardia è di 131,8, in Valle d’Aosta di 130,1, in Emila Romagna di 118,9 e in Veneto di 110,8. Per contro, in Campania il Pil pro capite al giorno è di 63,4 euro, in Sicilia di 60,1 e in Calabria di 57,9. Umbria più vicina a queste regioni, dunque, che a quelle che fanno da traino all’economia nazionale.

Produttività, Umbria ancora più in basso. Tra le province Terni meglio di Perugia

In termini di produttività del lavoro, misurata rapportando il valore aggiunto (Pil al netto delle imposte dirette) alle unità di lavoro standard (ULA), nel 2024 il dato medio Italia è pari a 77 mila euro per ULA. Ovvero 210,6 euro medi giornalieri. L’Umbria va peggio in questa classifica, piazzandosi al 14 esimo posto nazionale, dietro anche a Basilicata ed Abruzzo. La produttività per ULA al giorno è molto inferiore alla media nazionale, con 181,3 euro.

Il valore aggiunto prodotto dalla regione è, nel 2024, di 23,9 miliardi di euro. Ma la produttività, intesa come valore aggiunto per ULA, si attesta a circa 66 mila euro pro capite. Un dato da economia marginalizzata (basti pensare che il Trentino Alto Adige, primo, supera quota 92 mila euro e che la Puglia, ultima, arriva quasi a 58 mila euro a persona).

Sempre in tema di produttività del lavoro, a livello provinciale spicca la performance dell’area ternana (62 esima in Italia) che nel 2024 ammonta a 189,8 euro giornaliere per ULA. la città dell’acciaio può contare su un Pil (o meglio valore aggiunto) di 5,8 miliardi di euro, quasi 0,1 milioni di unità di lavoro standard e una produttività annua per ULA di 69,5 mila euro. Perugia chiude al 72 esimo posto con 178,8 euro giornaliere per ULA.

Il risultato negativo della regione caratterizzato dal tessuto produttivo fatto di microimprese

Come leggere il dato? E perché Terni, seppure in una classifica generale mediocre, va appena meglio di Perugia sulla produttività?
La CGIA di Mestre dà un’analisi che tiene conto della dimensione delle imprese operanti sul territorio.
L’Italia – spiega l’indagine realizzata su dati Prometeia – è un Paese che non dispone più di grandissime imprese e di multinazionali. Ma è caratterizzato da un sistema produttivo composto quasi esclusivamente da micro e Pmi ad alta intensità di lavoro. Che, mediamente, registra livelli di produttività non elevatissimi, eroga retribuzioni più contenute delle aziende di dimensioni superiori – condizionando così l’entità dei consumi – e presenta livelli di investimenti in ricerca/sviluppo inferiori a quelli in capo alle grandi realtà produttive“.

Un dato che caratterizza anche l’identità delle due economie di Terni, ad alta intensità di grandi industrie e multinazionali, e Perugia, fortemente caratterizzata da microimprese e PMI parcellizzate sul territorio.