Che l’Umbria fosse una terra di eccellenze vitivinicole non è certamente un mistero. Dietro ad alcuni fra i vini più apprezzati al mondo, vi è la maestria e la sapienza di chi con passione si dedica a renderli sempre migliori. Uno di questi è Pier Paolo Chiasso, l’enologo orvietano che ha ricevuto il prestigioso Premio come Winemaker dell’anno. Un riconoscimento che attesta la sua straordinaria competenza nel settore, conferitogli in occasione della presentazione della “Guida essenziale ai vini d’Italia” di DoctorWine, il network di informazione di Daniele Cernilli.
Chi è Pier Paolo Chiasso
Chiasso, 53 anni, è il direttore generale di Famiglia Cotarella, l’azienda fondata nel 1979 a Montefiascone dai fratelli ed enologi Riccardo e Renzo Cotarella. Chiasso è inoltre coordinatore della società di consulenza enologica Cotarella&Chiasso che vanta collaborazioni per importanti clienti su scala mondiale. Sia nel 2022 che nel 2023 aveva già ricevuto il premio come Miglior Enologo Italiano. Cresciuto in un piccolo paese nella zona dell’Orvieto DOC, l’incontro determinante per la sua passione per il vino è stato quello con Riccardo Cotarella che non ha mancato di ricordare anche in questa occasione.
Chiasso ha accolto il premio con profonda emozione ricordando come quella dell’enologo sia una professione che richieda grande preparazione. “Un riconoscimento importante e al tempo stesso una responsabilità” ha detto al momento della premiazione. “Al sentimento di orgoglio che provo nel ricevere il premio – ha aggiunto -, si aggiunge quello di dover interpretare la professione di enologo con rigore e professionalità ancora maggiori. Credo che ogni settore professionale oggi richieda un approccio che non lascia spazio all’improvvisazione“.
L’esperienza al fianco di Cotarella
Nell’enologia nulla non può essere lasciato al caso. “Parlando del mondo vino, penso che la rigorosità scientifica e tecnica debba essere massima, così come ha sempre professato il maestro dell’enologia mondiale, Riccardo Cotarella che ho la fortuna di vivere quotidianamente sia sotto il profilo professionale che umano”. Un sodalizio ultra trentennale lega Chiasso al fondatore dell’omonima azienda nonché presidente nazionale di Assoenologi. “Stare al suo fianco da oltre trent’anni è un’esperienza unica e questo riconoscimento di Winemaker 2025, è il frutto di questa esperienza“.
L’enologo in occasione della premiazione ha anche parlato dei cambiamenti che stanno attraversando l’intero mondo del vino. “Il quadro generale che il settore vitivinicolo sta vivendo – ha detto ancora Chiasso – è particolarmente complesso, in particolare stiamo affrontando delle difficoltà quotidiane sui mercati nazionali e internazionali. Difficoltà che possiamo superare soltanto con l’alta qualità dei nostri vini e con una produzione misurata a quelle che sono le esigenze, ma anche introducendo elementi di innovazione che possono intercettare nuove fette di mercato o nuove tendenze e gusti“.
L’impatto del cambiamento climatico: la resilienza del mondo del vino
La produzione vitivinicola italiana ha risentito in maniera importante, così come l’intero comparto agricolo, degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici. Già ad agosto Riccardo Cotarella aveva sottolineato come per mitigarne l’impatto l’unica via possibile fosse quella di approcciarsi al vino in “modo sempre più scientifico e professionale“.
Chiasso in occasione dell’intervista rilasciata a VinoWay l’anno scorso, aveva dimostrato quanto il settore vino sia stata resiliente di fronte al “cambiamento climatico che nonostante gli impatti negativi su scala globale, ha avuto un effetto positivo nell’ambito della produzione vinicola italiana“. Una testimonianza di cui fare tesoro perché laddove avrebbe potuto generarsi una crisi senza fine, la filiera vitivinicola ha riposto migliorandosi e puntando ancora di più all’eccellenza.
“Questo fenomeno – proseguiva ancora Chiasso in quell’intervista – ha contribuito ad un costante miglioramento dei vini italiani, portandoli ad ottenere un riconoscimento sempre più diffuso a livello mondiale. Il “nuovo” clima ha giocato un ruolo chiave nell’evoluzione delle caratteristiche sensoriali dei vini, conferendo loro un gusto ed un’intensità superiori rispetto al passato“.